Latina

Nicaragua: Fsln dimostrazione di forza e sostegno popolare

"Dialogo solo con chi è disposto a lavorare per la pace e lo sviluppo del paese"
21 luglio 2019
Giorgio Trucchi

Nicaragua 40/19 (Foto G. Trucchi | LINyM)

Se qualcosa ha dimostrato questo quarantesimo anniversario della rivoluzione popolare sandinista - il trionfo di un popolo sulla dittatura sanguinaria dei Somoza - è stata la rinnovata capacità di convocazione e di mobilitazione del Fronte sandinista di liberazione nazionale (Fsln), a poco più di un anno dall'inizio della grave crisi politico-sociale che ha sconquassato il paese.

La consapevolezza di ciò che si è rischiato come società esposta per mesi al tentativo di colpo di stato ha generato una risposta popolare - soprattutto da parte dei giovani - che non si vedeva da anni. L'afflusso massiccio di persone ha superato la capacità di Plaza La Fe, sulle rive del lago Xolotlan, a Managua.

Una festa popolare e militante in cui migliaia (ma tante migliaia) di persone hanno ballato, hanno scandito slogan, hanno intonato e cantato all'unisono vecchie e nuove canzoni di lotta, hanno sventolato senza sosta le proprie bandiere.

Momenti impregnati di storia passata, recente e futura, una folla attenta a ogni intervento dal palco, a ogni dimostrazione di solidarietà e di impegno con il popolo nicaraguense, a ogni messaggio lanciato sul finire della serata dal presidente Ortega.

E mentre la notte scendeva sul lago e la stele vigilante di Sandino si stagliava contra l'immenso cielo rosso violaceo del Nicaragua, l'attenzione della gente non cessava.

Dopo vari interventi, tra cui quello di Salvador Valdés, vice presidente di Cuba, che ha ribadito la "solidarietà incrollabile (di Cuba) con il popolo nicaraguense, che combatte in modo risoluto per preservare la pace, per difendere la propria sovranità e contro i continui attacchi, le minacce, la logica colonizzatrice ed egemonica dell'impero"- e di Anatoly Bibilov, presidente dell'autoproclamata Repubblica dell'Ossezia del Sud, ha preso la parola Delcy Rodríguez, vice presidente del Venezuela.

El cielo inmenso de Managua y Sandino vigila (Foto G. Trucchi | LINyM)

"Siamo arrivati a questa celebrazione nel bel mezzo di pericolose minacce nei confronti di tre rivoluzioni, contro Cuba, Nicaragua e il Venezuela. Attraverso embarghi criminali cercano di colpire la coscienza dei nostri popoli, che sono liberi e indipendenti. Non ci riuscirete! Ve lo ripeto. Non ci riuscirete!

Da questa piazza - ha proseguito Rodríguez - dal Nicaragua libero e sovrano che resiste e vince, dalla Cuba libera e vittoriosa, dal Venezuela indistruttibile, dobbiamo dare una cattiva notizia al signor Trump ... Mai più saremo il cortile di casa di qualcuno! Vattene lontano con la tua Dottrina Monroe! "

Mentre su Managua e sul quarantesimo anniversario scendevano le prime ombre della sera, il presidente Daniel Ortega si è rivolto alla piazza e ha inviato due importanti messaggi: che nelle attuali circostanze storiche che sta vivendo il Nicaragua, l'unico dialogo possibile - per il quale l’opposizione è tornata alla carica dopo averlo abbandonato più volte senza un vero motivo, se non quello di avanzare richieste sempre più insensate e manipolare l’opinione pubblica internazionale - è con quei settori che davvero “sono disposti a lavorare per la pace, la riattivazione della produzione, dell’economia e dello sviluppo economico e sociale del paese".

Si è inoltre riferito alle riforme elettorali chieste con insistenza dall’opposizione. “Le faremo, in modo che nessuno venga più a lamentarsi e cerchi scuse dicendo che abbiamo rubato i voti. Continuano poi a insistere per anticipare l’appuntamento elettorale. Ma cosa vogliono? Che li asfaltiamo prima delle riforme per poi dire che c’è stata frode?"

Per quanto riguarda il periodo, Ortega ha spiegato che saranno rispettati i dettami della Costituzione, che prevede elezioni generali la prima domenica di novembre 2021.

Abbiamo fiducia e siamo convinti - ha concluso - che questo popolo saprà difendere i propri interessi, saprà difendere i propri diritti, saprà difendere la sovranità del paese, come ha fatto nel corso della sua storia e soprattutto negli ultimi tempi ".

Fonte: LINyM

Plaza de la Fe , Managua (Foto G. Trucchi | LINyM)

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