Latina

L'invasione del Venezuela?

29 aprile 2004
Philip Stinard - trad. di Patrizia Messinese
Fonte: Znet

Il 13 aprile il senato Colombiano ha approvato una risoluzione proposta dal
senatore Enrique Gomez Hurtado con la quale si condanna "il regime
dittatoriale" del presidente venezuelano Hugo Chavez Frias e si richiede all'
OAS (Organization of American States) di applicare la Carta Democratica
Interamericana al Venezuela.
Secondo l'articolo 21 della Carta "Nel caso di cambiamento incostituzionale di
un regime costituzionale che metta seriamente in pericolo l'ordine democratico
di uno stato membro, qualsiasi altro stato membro, oppure il Segretario
Generale, può richiedere la convocazione immediata del Consiglio Permanente,
affinché la situazione possa essere valutata congiuntamente e possano essere
prese le decisioni e le misure ritenute necessarie". Nella Carta non viene
specificato in cosa consisterebbero queste "decisioni", ma il significato
generalmente accettato è quello che comprende qualsiasi tipo di operazione,
fino all'intervento militare da parte degli stati dell'OAS, inclusi gli Stati
Uniti.

Le risposte immediate alla risoluzione del senato colombiano si sono presto
fatte sentire, sia da parte del governo colombiano che da quello venezuelano.
Due reazioni ufficiali sono state diffuse da organi del governo colombiano.
La prima, rilasciata dalla delegazione colombiana del Parlamento Andino,
afferma che i punti di vista espressi dal senato colombiano non rappresentano
necessariamente quelli del governo e del popolo della Colombia e che la
decisione di appellarsi alla Carta Democratica risiede nelle mani del
presidemte colombiano Alvaro Uribe Velez. Poi, in un paragrafo che è stato
tolto dalla maggior parte dei resoconti pubblicati, la delegazione colombiana
si appella al governo venezuelano affinche' trovi una via d'uscita alla
situazione, il che sarebbe, all'atto pratico, solo una versione più edulcorata
della risoluzione del senato colombiano che era nelle loro intenzioni
condannare. Questa reazione non è servita molto a rassicurare il governo
Chavez.

La seconda reazione è venuta dal ministro colombiano degli Affari Esteri, che
ha ripetuto gli stessi argomenti sottolineati dalla delegazione colombiana del
parlamento andino, eliminando però l'aperta critica al Venezuela, così evidente
nella prima comunicazione. Questa comunicazione ha ottenuto vasto consenso da
parte dei vari rappresentanti del governo Chavez (tra questi il ministro
venezuelano degli Affari Esteri, MRE, Jesus Arnaldo Perez e l'ambasciatore
venezuelano dell'OAS, Jorge Valero), che hanno invece considerato la
risoluzione del senato colombiano inutile e illegale.
Un particolare che è stato sottovalutato dai rappresentanti del governo Chavez
nelle loro reazioni è che è sufficiente che un solo uno stato membro del
Consiglio Permanente dell'OAS richieda di appellarsi alla Carta Democratica
perché il Consiglio prenda in considerazione la sua richiesta...ci vogliono due
terzi dei voti dell'Assemblea Generale dell'OAS per sospendere uno stato membro
dall'Organizzazione, una sanzione estrema e definitiva.
La reazione più significativa alla risoluzione colombiana è venuta da Jose
Vicente Rangel, vice-presidente esecutivo del Venezuela, che ha fatto
un'osservazione piuttosto acuta: "La proposta del senatore Gomez Hurtado, trova
le sue ragioni nella campagna che il governo statunitense sta organizzando
contro il Venezuela e nello sviluppo geo-strategico del "Progetto Colombia".
La frase di Rangel prende nota anche del fatto che la versione spagnola
originale della Proposta n. 249 è scritta in un pessimo spagnolo, con errori di
ortografia e di grammatica che non sono per niente tipici dello standard
normalmente molto alto della giurisprudenza colombiana. Rangel propone che la
risoluzione possa essere stata "ispirata e coordinata dai leaders del golpe
venezuelano esiliati a Bogotà: Pedro Carmona (presidente in esilio del
FEDECAMARAS) e Daniel Romero, portavoce del governo 'de facto' del 12 aprile
(2002)"

Comunque, ci sono altri che hanno una visione un po' più sinistra.

Alcuni leaders di organizzazioni sociali e politiche colombiane (Temor por
guerra entre Colombia y Venezuela, New Colombian News Agency) hanno
sottolineato che la recente presenza in Colombia del parlamentare USA Lincoln
Diaz Balart...capo della tifoseria della comunità degli esuli cubani in
Florida.potrebbe avere avuto una certa influenza sulla stesura di quel
documento.

Il deputato dell'Assemblea Nazionale Venezuelana (AN) Tarek Williams Saab, ha
definito la risoluzione colombiana un "infame libello" che, oltre ad essere
scritto male, da' decisamente l'impressione di essere stato scritto
originalmente in inglese dal Dipartimento di Stato USA. Charles S. Shapiro,
ambasciatore USA in Venezuela, ha risposto così alle domande della stampa
venezuelana: "Adesso non posso fare nessuna valutazione dell'accordo approvato
dal senato colombiano.l'idea che questa risoluzione del parlamento colombiano
abbia qualcosa a che fare con gli Stati Uniti è falsa" Parole vuote,
pronunciate dall'ambasciatore USA che fu accusato di avere registrato
comunicazioni radio della polizia in occasione del massacro di LLaguno Bridge
dell'11 aprile del 2002,durante le prime ore del golpe.

Cosa c'è dietro la risoluzione del senato colombiano?

Molti puntano il dito contro il piano d'azione USA a seguito del "Progetto
Colombia". Perfino i libri di storia latino americani più tradizionali (p.es.
A History of Latin America, di Keen e Haynes, Houghton Mifflin, Boston, 2004)
affermano che il "Progetto Colombia" non ha molto a che fare con la strategia
Usa contro i trafficanti di droga, ma, piuttosto, con la protezione
dell'industria petrolifera colombiana che è stata più volte attaccata da
guerriglieri di ispirazione comunista. A parte l' aver affidato il lavoro della
riconquista delle aree controllate dai guerriglieri a squadroni della morte
paramilitari che si sono resi responsabili del massacro di centinaia, forse
migliaia, di innocenti, ed aver procurato appetitosi contratti multimiliardari
alle aziende USA come la Monsanto e la DynCorp, non si sono registrati
risultati apprezzabili e visibili del "Progetto Colombia".

Non è del tutto inconcepibile dedurre che uno degli obbiettivi del Progetto
Colombia fosse proprio quello di destabilizzare e rovesciare il governo Chavez,
per mettere al suo posto dei burattini che rendessero più facile e meno costoso
per gli USA accedere alle risorse petrolifere del Venezuela.

Forse è per questo motivo che il governo colombiano ha acquistato 40 carrarmati
AMX-30 dalla Spagna con l'aiuto degli USA. Sapendo poi come sono state condotte
le operazioni segrete in passato, è abbastanza possibile che gli USA abbiano un
forte interesse nel mettere alla prova e osservare quanto consenso abbia il
governo Chavez, per esempio, inviando i propri scagnozzi ad attaccare
l'ospedale dello Stato di Monagas e studiare la reazione della gente. Questo si
potrebbe anche estendere all'osservare la reazione diplomatica venezuelana alla
provocazione (intenzionale?) rappresentata dalla risoluzione del senato
colombiano.

Che sia imminente un'invasione del Venezuela da parte della Colombia?

Forse. L'unica persona che è rimasta stranamente silenziosa in tutta questa
vicenda è il presidente colombiano Alvaro Uribe, che possiede in realtà le
chiavi di lettura di questa situazione.
Il 15 aprile l'Assemblea Nazionale del Venezuela ha approvato una mozione
che condanna la risoluzione del senato colombiano. Tra l'altro, la mozione si
appella al presidente Uribe affinché "si pronunci chiaramente su questo accordo
anti-venezuelano".

Stiamo ancora aspettando la risposta di Uribe....

Note: traduzione di Patrizia Messinese a cura di peacelink

articolo originale in inglese: http://zmag.org/content/showarticle.cfm?SectionID=45&ItemID=5354

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