Latina

L’Ato Institucional 5, promulgato dalla dittatura, legalizzava tortura e repressione

Brasile: Eduardo Bolsonaro minaccia un nuovo AI-5

Il padre Jair e il ministro Paulo Guedes plaudono a questa inquietante dichiarazione a 51 anni esatti di distanza dalla sua approvazione
13 dicembre 2019
David Lifodi

Eduardo Bolsonaro vuol ripristinare l'AI-5

L’AI-5 è l’atto che istituzionalizzò torture, omicidi politici e rapimenti nel Brasile del regime militare. In questi giorni, a 51 anni esatti dalla sua promulgazione, nel 1968, da parte del governo del maresciallo Artur Da Costa e Silva, Eduardo Bolsonaro, leader alla Camera del Partido Social Liberal (estrema destra) e figlio del presidente Jair, ha fatto capire che il Planalto potrebbe ripristinarlo, per la gioia del padre e di tutti i simpatizzanti di quella dittatura che tenne sotto scacco il paese dal 1964 al 1985.

L’Ato Institucional  5, popolarmente conosciuto come AI-5, rimase in vigore fino al 1978, quando fu revocato dal presidente Ernesto Geisel nel segno di una graduale, seppur lenta, apertura del regime. Tra le altre cose l’AI-5, uno dei 17 atti istituzionali promossi dai militari brasiliani, legalizzava le azioni della polizia segreta, il tristemente conosciuto DOI-CODI, e sospendeva i diritti politici e l’habeas corpus.

Con l’arroganza tipica della famiglia Bolsonaro, Eduardo e Jair ne hanno minacciato il ripristino intimoriti dalle enormi manifestazioni di piazza che hanno scosso la Bolivia pro-Morales, il Cile anti Piñera e l’Ecuador contro Moreno. “Se la sinistra si radicalizza, occorre dare una risposta”, ha affermato Eduardo, il quale ha ottenuto subito il sostegno del Chicago boy Paulo Guedes, ministro dell’Economia. Peraltro, come ha  scritto la giornalista del quotidiano il manifesto Claudia Fanti, lo scorso 21 novembre è già arrivato al Congresso un progetto di legge simile, che intende garantire la più totale impunità ai militari che incorrano in eccessi durante il loro lavoro, proteggendoli sotto l’odioso ombrello della legittima difesa. Lo scopo dell’AI-5, se davvero tornerà in vigore, ma anche di provvedimenti simili solo all’apparenza più soft, è quello di farla finita con i movimenti sociali e le organizzazioni popolari, oltre a mortificare il ruolo del Congresso che, a seguito dell’Ato Institucional  5, infatti era stato chiuso.

Che cosa significa l’eventuale ritorno dell’AI-5  lo aveva già raccontato, in tempi non sospetti, Brasil de Fato, il giornale della sinistra sociale brasiliana che proprio un anno fa, il 13 dicembre 2018, raccolse e pubblicò la storia di Anivaldo Padilha, militante di Ação Popular ed uno dei sopravvissuti all’Ato Institucional  5, entrato in vigore proprio il 13 dicembre 1968. Prigioniero politico della dittatura militare, Padilha fu torturato frequentemente. “L’AI-5”, ricorda, “instaurò nel paese un regime di terrore e legalizzò la tortura  come strumento sistematico di interrogatorio, insieme alle sparizioni forzate”.

L’avvocato Renan Quinalha, avvocato e attivista per i diritti umani, spiega che l’AI-5 sospenderebbe, ora come fece allora, i diritti individuali, la libertà di stampa e autorizzerebbe automaticamente tutti gli abusi di Bolsonaro. Preoccupa inoltre la presenza di ben 7 esponenti delle Forze armate in incarichi ministeriali. Era dal 1945, con Gaspar Dutra, che un militare non sedeva al Planalto a seguito del voto popolare.  L’estrema militarizzazione dello Stato brasiliano per volere dei Bolsonaro ha già fatto oltre 1.500 vittime nella sola Rio de Janeiro, cadute per mano della polizia, denunciano i Sem Terra. Oggi rischia di tornare il principio della cosiddetta “pedagogia autoritaria” alla quale si richiamavano i militari brasiliani fin dai primi anni della dittatura, consistente nell’eliminare tutti i paletti posti dallo stato di diritto. L’autoritarismo, in Brasile, è ben visto da molte persone preoccupate soprattutto dal tema sicurezza, sul quale Jair Bolsonaro ha costruito il suo consenso .

L’AI-5 serve per minare gli spazi di resistenza politica, ha sottolineato Aton Fon Filho, un altro scampato alla brutalità dell’Ato Institucional 5 dopo esser stato torturato, nel 1969, per la sua militanza nell’Ação Libertadora Nacional di Carlos Marighella e le dichiarazioni di Eduardo e Jair Bolsonaro hanno trovato subito sostegno tra i governi golpisti e fascisti in questo momento al potere in America latina, dal Cile alla Colombia fino all’Ecuador e alla Bolivia.

Di fronte all’AI-5, dopo le proteste di piazza contro i vari Duque, Moreno e Piñera, chissà che non sia proprio il Brasile, tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020, a dare un segnale di sfratto a Bolsonaro e ai suoi ministri?

Note: Articolo realizzato da David Lifodi per www.peacelink.it
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