Latina

Nel paese continuano a comandare oligarchia e paramilitari

Colombia: strage senza fine dei leader sociali

Preoccupa anche il ritorno dei militari Usa
13 luglio 2020
David Lifodi

strage di leader sociali in Colombia

Non si arresta, nemmeno nel pieno della pandemia, la strage dei leaders sociali in Colombia. Nell’ultimo periodo ha fatto scalpore l’omicidio di due esponenti del consiglio comunitario Afrorenacer, nel municipio di El Tambo, nel dipartimento del Cauca. I responsabili della morte di Paola del Carmen Mena Ortiz e Armando Suárez Rodríguez apparterrebbero all’ala dissidente delle Farc. Solo nel Cauca, nel 2020, sono stati uccisi 67 lottatori sociali. In totale, fino allo scorso 6 giugno, sono stati assassinati 117 leader sociali e 25 ex combattenti. Si tratta di dati che, secondo le Nazioni unite, superano ampiamente quelli del 2019, quando erano stati eliminati 109 leader sociali.

Il Movimiento Nacional de Víctimas de Crímenes de Estado ha reso noto che l’attuale ministro della Difesa, Carlos Holmes, abbia favorito la carriera di sei ufficiali, tra cui il generale Eduardo Zapateiro, implicati in un caso di sparizione forzata nel 1995. Non si tratta dell’unico caso ad indignare. Un altro generale, Diego Villegas, comandante della Fuerza Tarea Vulcano, ha riconosciuto pubblicamente di aver pagato dei sicari per far uccidere l’ex guerrigliero Dimar Torres.

In un paese dove si contano 8 milioni di sfollati interni e in cui permane una evidente volontà di eliminare i leader sociali da parte dello Stato, è stata lanciata la campagna Defender la Libertad un Asunto de Todos, che denuncia le aggressioni e le violenze dell’Esmad-Escuadrón Móvil Antidisturbios. Ormai minacce e aggressioni non si contano più. Lo scorso febbraio, nel dipartimento del Meta, l’ex combattente Armando Rodríguez è stato vittima di un attentato da parte di uomini dell’esercito vestiti in abiti civili, inviati dal colonnello William Ernesto Peña e dal sergente Edwin García. Un altro ex guerrigliero, Mario Téllez, è stato assassinato il 15 giugno a meno di dieci minuti da un posto di blocco dell’esercito colombiano. E ancora, sempre intorno alla metà del mese scorso, sono caduti Gracelio Micolta, portavoce e fondatore del Consiglio comunitario Alto Guapi, l’ex guerrigliero Ángel Alberto Calderón e Jorge Manuel Ortiz docente ed esponente della Corporación de Líderes Sociales y Víctimas de Colombia. Molto spesso, a rivendicare gli omicidi, sono stati i gruppi paramilitari.

Tutto ciò è frutto sia della negazione del conflitto all’epoca della presidenza Santos, riuscito a far credere al mondo intero che in Colombia fosse stata raggiunta la pace sociale a seguito di un accordo ambiguo che comunque gli è valso un immeritato quanto dubbio Nobel per la Pace, sia alla stretta alleanza tra l’attuale presidente Duque e l’estrema destra paramilitare e oligarchica, mai realmente debellata dal paese, ma sempre presente nei ruoli di potere.

Sono in molti a pensare che in Colombia governi una elite mafiosa, come testimonia anche il recente arrivo nel paese di una brigata di militari statunitensi allo scopo di aiutare, almeno ufficialmente, l’esercito colombiano a debellare i narcos. Nonostante le rassicurazioni del ministro della Difesa, Carlos Holmes Trujillo, il quale ha garantito che i militari Usa non parteciperanno ad alcuna operazione militare, la loro presenza nelle cosiddette “Zonas Futuro”, dove il governo intende implementare i Programas de Desarrollo con Enfoque Territorial, nati a seguito degli Accordi di Pace, desta più di un sospetto. I 50 soldati della brigata d’élite degli Stati uniti, che rispondono al Comando Sur, creato dagli stessi Usa per tenere sotto controllo la geopolitica latinoamericana, dovrebbero rimanere in Colombia solo alcuni mesi, ma resta difficile non credere a movimenti per tenere sotto controllo il Venezuela bolivariano e non solo.

La situazione in Colombia è talmente preoccupante che 94 congressisti degli Stati uniti hanno scritto una lettera a Trump per invitare il presidente a fare pressione sul governo colombiano affinché tuteli i leader sociali. Molto probabilmente l’appello non sarà nemmeno preso in considerazione da Trump, grande amico di Duque, che però è stato costretto ad incassare forti critiche sul tema dei diritti umani e sul fallimento degli accordi di pace.

La Colombia, si conferma, purtroppo, una delle tante democrature dell’America latina.

Note: Articolo realizzato da David Lifodi per www.peacelink.it
Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte e l'autore.

Articoli correlati

  • Colombia: gli omicidi mirati non si fermano
    Latina
    Nel 2023 sono stati compiuti 93 massacri e circa 200 i lottatori sociali assassinati.

    Colombia: gli omicidi mirati non si fermano

    La pace totale resta un obiettivo difficile da raggiungere di fronte alla forza dell’oligarchia, delle transnazionali e delle milizie paramilitari di estrema destra.
    30 gennaio 2024 - David Lifodi
  • Colombia: gli ostacoli dei paras sulla via della pace
    Latina
    Narcos, oligarchia e milizie paramilitari contro il processo di pace promosso da Gustavo Petro

    Colombia: gli ostacoli dei paras sulla via della pace

    Senza un radicale cambiamento di rotta, che metta fine alla violenza sistematica dello Stato, la strada verso la pace totale auspicata da Petro resterà impervia.
    9 ottobre 2023 - David Lifodi
  • Il Guatemala provoca crisi diplomatica con la Colombia
    Latina
    Il presidente guatemalteco Alejandro Giammattei contro il suo omologo colombiano Gustavo Petro

    Il Guatemala provoca crisi diplomatica con la Colombia

    Giammattei utilizza il caso Odebrecht in chiave politica per riabilitare politici a lui vicini e attacca Petro e l’attuale ministro della Difesa colombiano Iván Velásquez, dal 2013 al 2017 alla guida della Comisión Internacional Contra la Impunidad en Guatemala (Cicig), auspicandone la cattura
    8 febbraio 2023 - David Lifodi
  • Le prime operatrici colombiane sulle linee elettriche imparano a mantenere accese le luci
    Sociale
    Potere alle donne

    Le prime operatrici colombiane sulle linee elettriche imparano a mantenere accese le luci

    Un lavoro difficile che richiede lunghi periodi lontane da casa, ma l’unica scuola per operatrici su linee ad alta tensione sta cambiando il modo di pensare in un ambiente dominato dagli uomini.
    16 gennaio 2023 - Soraya Kishtwari
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.26 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)