Perù: la polizia spara su una manifestazione indigena
Da anni, il popolo indigeno Kukama Kukamiria è costretto a convivere con lo sfruttamento petrolifero nelle zone dei fiumi Marañón, Tigre, Urituyacu e Huallaga. L’attacco della polizia di Stato è avvenuto proprio in occasione della Giornata internazionale dei popoli indigeni.
Il Lotto 95, da circa 15 anni, è nelle mani della multinazionale canadese PetroTal Corp., che ha costruito 11 pozzi petroliferi. Già nel corso del 2019, le comunità riunite nell’Asociación Indígena de Desarrollo y Conservación del Bajo Puinahua avevano cercato di occupare il lotto gestito dall’impresa, fin quando il governo non si era impegnato pubblicamente, tramite il cosiddetto Plan de Cierre de Brechas, ad interessarsi della mancanza di acqua e di energia elettrica nella zona e a costruirvi un piccolo ospedale. Tuttavia, di fronte ai crescenti conflitti ambientali, tutti i governi succedutisi alla guida del Perù, da García fino a quello solo a parole filo-indigeno di Humala, fino all’attuale presidente Vizcarra, si è mai occupato di tutelare i popoli indigeni. La stessa Ley de Promoción de la Amazonia Sostenible, approvata alla fine dello scorso anno, a dispetto del nome, sembra essere quasi più favorevole alle imprese petrolifere che alle comunità indigene.
A diversi mesi dall’annuncio del Plan de Cierre de Brechas non solo non è stato fatto niente, ma il governo non si è nemmeno preoccupato minimamente di prendere misure di prevenzione per ridurre il contagio dovuto alla pandemia da Covid 19 diffusasi tra i popoli indigeni. Nel frattempo, lo sfruttamento petrolifero è proseguito esattamente come prima, ma le risorse economiche sono andate a beneficio della sola PetroTal Corp. e non delle comunità.
Ciò che ha chiedevano i Kukama Kukamiria, secondo l’Organización Regional de los Pueblos Indígenas del Oriente, era che PetroTal Corp. e le altre multinazionali del petrolio risarcissero gli indigeni per 50 anni di inquinamento ambientale, ma la risposta dello Stato, a cui avevano chiesto sostegno e ascolto, è stata quella di inviare la polizia a sparare contro di loro, nonostante la protesta fosse del tutto pacifica.
La stessa Organización Regional de los Pueblos Indígenas del Oriente ha dichiarato che è inammissibile la repressione di cui si è reso responsabile lo Stato peruviano dopo 50 anni di estrazione petrolifera nella zona del Lotto 95, dove abitano comunità che dispongono di acqua ed energia elettrica solo per poche ore al giorno.
PetroTal Corp. finora si è limitata soltanto a constatare le esigenze e le necessità delle comunità indigene, mentre lo Stato peruviano, tramite il Ministro dell’Interno Jorge Montoya Pérez, ha addirittura accusato gli indigeni di aver sparato per primi, provocando così la risposta degli agenti, ma secondo l’Organización Regional de los Pueblos Indígenas del Oriente, i Kukama Kukamiria non avevano armi da fuoco.
Ad esprimere indignazione per quanto accaduto è stata anche l’Asociación Interétnica de Desarrollo de la Selva Peruana – Aidesep, la quale ha sollecitato il presidente peruviano Martín Vizcarra a stabilire un dialogo, ma soprattutto a conoscere la realtà nella quale vivono i popoli indigeni, le cui istanze sono sempre rimaste inascoltate.
Una Commissione di alto livello, guidata dal ministro della cultura Alejandro Neyra, si è recata nella zona nel tentativo di promuovere un dialogo che, se sarà impostato soltanto dal punto di vista dello Stato, senza prendere in considerazione le reali necessità delle popolazioni indigene, rischia di fallire rapidamente.
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