L’esercito paraguayano uccide due adolescenti argentine
La versione del presidente Mario Abdo Benítez è stata contraddittoria fin dall’inizio. Inizialmente da Asunción avevano definito l’operazione della Fuerza de Tarea Conjunta, reparto speciale delle forze armate dedicato esclusivamente a combattere la guerriglia, come exitosa, salvo poi dover ammettere che a cadere non erano stati guerriglieri, ma due adolescenti di 11 anni, Lilian Mariana e María del Carmen Villalba. Ne è seguita, come facilmente prevedibile, una crisi diplomatica tra Paraguay e Argentina, ma soprattutto è stato oltraggioso il tentativo di Mario Abdo Benítez di utilizzare le due minorenni come falsos positivos, spacciando Lilian Mariana e María del Carmen Villalba come donne appartenenti all’Ejército del Pueblo Paraguayo prima che emergesse la verità.
Il giorno successivo all’omicidio delle due ragazze, è stato lo stesso generale della Fuerza de Tarea Conjunta Héctor Grau ad ammettere quanto accaduto, adducendo come scusa il fatto che i militari ai suoi ordini erano penetrati in una zona particolarmente boscosa per combattere i guerriglieri senza poter ben distinguere chi avevano di fronte. Ad avvalorare la tesi dei falsos positivos vi è anche l’abbigliamento delle due ragazze, vestite con abbigliamento militare dopo l’omicidio, come accaduto più volte in Colombia con i giovani delle periferie urbane uccisi dalla polizia e poi fatti ritrovare con le uniformi della guerriglia delle Farc.
Le ragazze, di nazionalità argentina, si trovavano in Paraguay per visitare i loro genitori, effettivamente membri della guerriglia, ma non avevano 17 e 18 anni, secondo la versione iniziale del governo paraguayano, bensì solo 11. Secondo quanto emerso dall’analisi dei corpi delle due adolescenti, è risultato evidente che, alla vista dei militari paraguayani, sono scappate e certo non potevano rappresentare un pericolo per gli uomini della Fuerza de Tarea Conjunta.
“ Una di loro è figlia di Osvaldo Villalba, leader della guerriglia”, ha cercato di giustificarsi il generale Héctor Grau. A rendere pubblica l’età delle due ragazzine Genoveva Oviedo Brítez, sorella di Alcides Oviedo, un altro esponente dell’ Ejército del Pueblo Paraguayo. Tuttavia il presidente del Paraguay Abdo Benítez ha denunciato l’utilizzo irresponsabile di minori da parte della guerriglia, senza presentare alcuna scusa, nemmeno a seguito della conferma dell’età delle due ragazze da parte dell’ambasciatore paraguayano in Argentina Julio César Vera.
Gli avvocati dei familiari di Lilian Mariana e María del Carmen Villalba hanno sottolineato l’impossibilità, per due bambine di 11 anni, di imbracciare dei fucili, escludendo la loro partecipazione al conflitto a fuoco con i militari. Secondo la Coordinadora de Derechos Humanos del Paraguay, la Fuerza de Tarea Conjunta si è resa responsabile di un crimine di stato, facendo inoltre presenti i propri dubbi a proposito dell’immediata sepoltura dei due corpi senza nemmeno farli vedere ai loro familiari. Da parte sua, il governo argentino ha chiesto un chiarimento ufficiale al governo paraguayano, sottolineando la barbarie di cui si sono resi responsabili i militari del presidente Mario Abdo Benítez.
Mariana Ayala de Villalba, nonna delle due adolescenti, ha garantito che entrambe sono cresciute con lei e non hanno mai fatto parte della guerriglia. Lilian Mariana María del Carmen Villalba si trovavano in Paraguay dal 19 novembre scorso. Dalla Confederación Episcopal Paraguaya alle organizzazioni per i diritti umani, tutti concordano sulle responsabilità dello stato paraguayano e sulla campaña sucia per sviare le indagini sull’omicidio delle due ragazze che, secondo Asunción, sarebbero nate in un accampamento guerrigliero in Paraguay e poi condotte in Argentina.
Nata nel 2013 per combattere la guerriglia, la Fuerza de Tarea Conjunta ha come unico scopo quello di combattere l’ Ejército del Pueblo Paraguayo, sorto a seguito del massacro di Curuguaty del, quando l’esercito paraguayano uccise 17 contadini in occasione dello sgombero delle terre di Marina Kue del 15 giugno 2012. Figlio del segretario del dittatore Stroessner, il presidente Mario Abdo Benítez è ossessionato dall’Epp, e, più in generale, da tutti i movimenti sociali che reclamano diritti e giustizia sociale in un paese controllato quasi esclusivamente da pochi proprietari terrieri e dominato da una cultura dell’odio di cui l’attuale presidente e il grande latifondo si fanno portavoce.
A dieci giorni dai fatti, l’omicidio di Lilian Mariana e María del Carmen Villalba esige una spiegazione urgente, plausibile e chiara da parte del governo paraguayano: così hanno chiesto le organizzazioni popolari che hanno manifestato a Buenos Aires di fronte all’ambasciata del Paraguay.
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