Latina

Il governo chiede aiuto a Colombia e Stati uniti per debellare la guerriglia

Paraguay: l'omicidio di Stato delle due bambine resta impunito

I colorados cercano di coprire le responsabilità della Fuerza de Tarea Conjunta
30 settembre 2020
David Lifodi

Paraguay: l'omicidio di Stato delle due bambine resta impunito

Il 14 settembre scorso, a due settimane dall'uccisione delle due minorenni figlie di esponenti dell'Ejército del Pueblo Paraguayo in occasione di un’operazione di polizia anti-guerriglia condotta dai militari della Fuerza de Tarea Conjunta, la Camera dei deputati del Paraguay ha deciso di chiedere aiuto agli Stati uniti e alla Colombia per sradicare la lotta armata dal paese. La decisione è stata presa a seguito del sequestro, da parte dell'Ejército del Pueblo Paraguayo, dell'ex vicepresidente Óscar Denis e del suo collaboratore Adelio Mendoza, che per i guerriglieri dovrebbero essere scambiati con due loro compagni, Carmen Villalba e Alcides Oviedo, reclusi ad Asunción.

Al tempo stesso, la Camera dei deputati ha deciso di creare una commissione che controlli la Fuerza de Tarea Conjunta, esprimendo tuttavia il massimo sostegno a questo gruppo militare creato nel 2013 quasi esclusivamente al fine di debellare la guerriglia soprattutto dal nord del Paraguay, spingendosi fino ad invitare la cittadinanza alla delazione.

Tutto ciò serve allo Stato paraguayano per far passare il più possibile in secondo piano l'uccisione delle due bambine figlie dei guerriglieri.

Daisy Irala, avvocata che da dieci anni difende gli esponenti dell' Ejército del Pueblo Paraguayo, in un'intervista rilasciata al quotidiano argentino Página/12 ha fortemente contestato l'impunità del governo paraguayano, accusandolo di strumentalizzare la vicenda delle due ragazze e denunciando la Fuerza de Tarea Conjunta di averle seppellite frettolosamente, adducendo come motivo le norme legate all'emergenza sanitaria dovuta al Covid-19, dopo aver bruciato i loro abiti per rivestirle con quelli della guerriglia e creare così le condizioni per un caso di falsos positivos, nonostante fosse evidente che le taglie non potevano essere le loro.

È per questi motivi che Daisy Irala ha richiesto una nuova autopsia sui corpi delle due minorenni da parte dell' Equipo Argentino de Antropología Forense (che ha già ricoperto un ruolo di primo piano in occasione del massacro dei normalistas di Ayotzinapa e sui corpi delle vittime dell'Operazione Tierra Arrasada in Guatemala) o di un paese terzo. Del resto una nuova autopsia sembra necessaria poiché, dopo la prima, erano stati diffusi dati falsi sull'età delle due ragazze, alle quali erano stati attribuiti rispettivamente 15 e18 anni.

Tutto ciò non ha fatto desistere il presidente paraguayano Mario Abdo Benítez dalla volontà di strumentalizzare la vicenda, non a caso è figlio del segretario del dittatore Alfredo Stroessner, fa notare Daisy Irala, sottolineando anche la recente dichiarazione shock della senatrice Mirta Gusinsky (appartenente al Partido Colorado, lo stesso di Benítez), convinta della necessità di bombardare l'intero nord del paese dove si nasconde la guerriglia in modo tale da farla finita anche con tutte le comunità della zona.

In un paese in cui la dittatura stronista, in 35 anni, ha arrestato 19.862 persone, ne ha torturate 18.772 e ne ha costrette più di 20.000 all'esilio, oltre ad aver lasciato il saldo di 459 desaparecidos, senza che lo Stato abbia mai chiesto scusa ai familiari delle vittime né si sia mai occupato delle profonde disuguaglianze sociali presenti nel paese, i colorados non hanno trovato niente di meglio che perseguitare lo scrittore e poeta Miguel Ángel Fernández, di 82 anni, per essere intervenuto, insieme alla lottatrice sociale Diana Bañuelos, ad una manifestazione di protesta contro l'uccisione delle due bambine da parte della Fuerza de Tarea Conjunta, con la paradossale accusa di perturbación de la paz pública.

La persecuzione di Stato contro Miguel Ángel Fernández, intellettuale e docente di Letteratura ispanoamericana e di Linguistica all'Universidad Nacional di Asunción fa capire una volta di più la posizione autoritaria del governo, come sostiene anche Hugo Ruiz Díaz, avvocato e ministro all'epoca della presidenza di Fernando Lugo che definisce il Paraguay dei colorados come uno stato repressivo e fascista e accusa il presidente di essere un criminale.

Difficilmente le due bambine uccise dalla Fuerza de Tarea Conjunta avranno giustizia in un paese che perseguita gli intellettuali, i lottatori sociali e le organizzazioni popolari, almeno finché in Paraguay resterà al potere l'oligarchia legata ai colorados e l'eventuale intervento nel paese di Stati uniti e Colombia non promette niente di buono.

Note: Articolo realizzato da David Lifodi per www.peacelink.it
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