Latina

Venezuela: i risultati della ricerca "Radiografia sociale" commentati dal presidente dell'Istituto di ricerca CECA, Víctor Manuel García

I dati sulla poverta' e le critiche all'azione del governo
8 maggio 2004
Félix Reyes Y - trad. B. Bessone

Víctor Manuel García, presidente di CECA e la Radiografía Sociale del Venezuela, II parte

La poverta’ sta uccidendo piu’ di una catastrofe

L’11% delle famiglie venezuelane che vivono in settori socioeconomici “D e E” dormono, guardano televisione, mangiano orinano e defecano in una stessa stanza, giacche’ le loro abitazioni consistono in un unico spazio fisico. Questa e’ una drammatica realta’. Questa e’ la marginalita’. Pero’ se queste cifre non risvegliano l’attenzione sia del governo che dell’opposizione, aggiungiamo che il 60% dei venezuelani di questi settori socioeconomici consumano pollo e carne una volta al mese, e quando parliamo di pollo parliamo di ali e zampe e quando parliamo di carne vuol dire polmoni (frattaglie).

Le missioni della rivoluzione non stanno arrivando ai poveri. Quello che il governo intende come programmi sociali, e’ principalmente un discorso elettorale e di pubblicita’ invece che una vera strategia diretta a migliorare la qualita’ della vita dei settori umili.

Il Plan Barrio Adentro, campagna che ha a che vedere con l’assistenza medica, e’ conosciuta da oltre il 76% della gente. Cio’ nonostante, quando si e’ fatta un’inchiesta tra gente tutta appartenente ai settori che dovrebbero beneficiarsi di questo, alla domanda se lui o alcuni membri della sua famiglia sono stati assistiti da questo piano, appena il 27% ha risposto in modo affermativo. Un risultato molto simile lo si e’ ottenuto anche con altri piani o missioni intrapresi dal governo.

Per quel che riguarda la missione “Vuelvan Caras” e’ ancora peggio: quando si e’ chiesto ai venezuelani dei settori D e E se lui o alcuni membri della sua famiglia hanno partecipato o ricevuto un qualsiasi servizio da parte di questa missione, o ha ricevuto da essa un qualsiasi tipo di aiuto, appena il 7,5% ha risposto di si mentre il 92,5% ha risposto di no.

Ai governi non piace quando diciamo la verita’ e ad essere sinceri anche ai governi precedenti non piaceva, con la differenza pero’ che quelli non minacciavano con denunce agli organismi penali, non ci aggredivano come invece lo stanno facendo ora.

La poverta’ ha dimostrato che non ha nulla a che vedere con discorsi ne’ con programmi ne’ con rivoluzioni. Il suo corso, in Venezuela, e’ stato irrefrenabile ed e’ andato via a via aumentando. Tra i poveri ha peggiorato la situazione e tra i settori che lottavano per venirne fuori ha aumentato invece i suoi integranti. Di questo ne parla Victor Manuel Garcia, Presidente di Cifras Encuestadora C.A. (CECA) ed editore dell’Informe en Cifras, la pubblicazione settimanale in Internet di analisi informativo e documentale. Questa settimana e’ stata presentata, con grande interesse dei mezzi di comunicazione del paese, la II Parte della Radiografia Sociale del Venezuela, uno studio che purtroppo ci dimostra che ora siamo piu’ poveri.

-Perche’ questa radiografia e che cosa svela al paese?

-Fondamentalmente lo scopo di questo studio e’ quello di determinare la situazione economica e sociale dei settori piu’ bisognosi del paese. Bisogna ricordare che nella prima consegna, che abbiamo fatto all’Episcopato Venezuelano, durante la commemorazione della Settimana per la Vita, nell’Enciclica di Sua Santita’ Giovanni Paolo II, Vangelo di Vita, avevamo trovato che in Venezuela c’e’ un nuovo tipo di ricchi, che era composto da ufficiali di alto rango delle nostre Forze Armate Nazionali e burocrati civili al servizio della rivoluzione. Parallelamente abbiamo trovato in tutti i grandi centri abitati del Venezuela, una cintura marginale, i cui integranti non potevano essere studiati basandosi sui parametri tradizionali di ingressi, dieta alimentare giornaliera, abitazione, tempo libero, salute ed educazione, dovuto al fatto che questi venezuelani si trovano nell’indigenza e nella mendicita’.

Per questo CECA ha deciso di approfondire lo studio nei settori D e E della popolazione e cosa abbiamo trovato?

In primo luogo che i venezuelani poveri cinque anni dopo la rivoluzione, sono drammaticamente piu’ poveri. Perche’ affermiamo questo? Il 57% delle famiglie venezuelane che vivono in queste fasce sociali possono scarsamente fare due pasti al giorno. L’11% della famiglia venezuelana che vive in queste fasce socioeconomiche, vive, in quello che loro chiamano casa, in un unico spazio fisico dove dormono, guardano la televisione, mangiano, orinano e defecano. Questa e’ una realta’. L’11% delle famiglie venezuelane abita in abitazioni di un unico spazio fisico, questa e’ marginalita’. Pero’ se queste cifre non suscitano l’attenzione, tanto del governo come dell’opposizione, aggiungiamo che oltre il 60% dei venezuelani di questi settori socioeconomici mangiano pollo e carne una sola volta al mese. Bene, quando approfondiamo nella investigazione qualitativa, i risultati della dinamica di gruppo, dei focus grup, ci rivelano che questa gente quando parla di pollo si riferisce a ali e zampe e quando parla di carne si riferisce a polmoni (frattaglie).

ORA I CAPIFAMIGLIA SONO PIU’ GIOVANI E PIU POVERI

Un’altro aspetto importante che e’ necessario toccare in questo studio sulla poverta’, e’ relativo ai capofamiglia. Quando abbiamo iniziato questa investigazione avevamo preso in considerazione quattro gruppi: 18 a 24 anni, 25 a 35, 36 a 47 e 47 e oltre. Cio’ nonostante, quando siamo andati ad applicare lo strumento sul campo, ci siamo sorpresi di una realta’, il 15% dei capofamiglia dei settori piu’ umili sono venezuelane e venezuelani che si trovano tra i 15 e i 18 anni. Cioe’, ragazzine e ragazzini che dovrebbero andare a scuola sono gia’ capofamiglia con uno due o tre bambini.

Stupisce inoltre che abbiamo trovato nel 48% delle famiglie dei settori D e E convivono in abitazioni in quattro o otto persone, ma quello che risulta allarmante e’ questo: di coloro che integrano questo settore, il 42% e’ disoccupato. Durante l’ultimo anno la disoccupazione di questi settori socioeconomici ha subito una variazione del 2,3% di crescita, al passare dal 39,8 del 2003 al 42,1 del 2004. Un altro punto che rivela la situazione della poverta’ di questi compatrioti dei settori piu’ umili, e’ che il 42,2% vive di quello che viene definito “rebusque” giornaliero, e cioe’ ricavano ingressi giornalieri in quello che loro chiamano”uccidere tigri”. Ad esempio, portare le borse del supermercato o custodire le macchine.

LE MISSIONI
La valutazione che abbiamo fatto di quello che il governo intende come programmi sociali, purtroppo ci dimostra che questi puntano di piu’ all’offerta elettorale, alla pubblicita’ che a veri e propri programmi sociali diretti a migliorare la qualita’ di vita di questi settori sociali umili. Ci troviamo che il Plan Barrio Adentro, che ha a che vedere con l’assistenza medica, e’ conosciuto da oltre il 76%. Cio’ nonostante quando chiediamo ai venezuelani, se lui o un qualche membro della sua famiglia e’ stato assistito dal Plan Barrio Adentro, appena il 27% risponde in modo affermativo. Per quanto riguarda la Mision Sucre, la Mision Vuelvan Caras e la Mision Robinson, le percentuali delle persone che ricevono effettivamente assistenza sono ancora inferiori. Questo rivela una grande verita’: le missioni della rivoluzione non stanno arrivando ai poveri. Ad esempio, La Mision Vuelvan Caras, quando abbiamo domandato ai venezuelani dei settori D e E se lui o un membro della sua famiglia ha partecipato o ricevuto un qualche servizio o aiuto da parte della Mision Vuelvan Caras, appena il 7,5% ha risposto di si mentre il 92,5% dice di no.

Qui bisogna vedere chi sta mentendo, se il presidente Hugo Rafael Chavez Frias nella sua consueta maratona della domenica mente sfacciatamente al paese quando informa dei programmi sociali e le mete raggiunte oppure i ministri o incaricati di queste missioni stanno mentendo al presidente. Quello che e’ certo e’ che le missioni non stanno arrivando ai poveri.

-Qui c’e’ un problema, siccome questi studi non sono graditi dal governo, vengono attaccati continuamente ed essi e i loro autori sono qualificati di sovversivi o traditori. Perche’ si dovrebbe attaccare l’Informe de Cifras Encuestadoras? (Studio di Cifre di Inchiesta)

-Quando tu hai un sistema di governo che cerca di essere una rivoluzione e molto chiaramente un regime autoritario, non si riesce ad assimilare o capire quello che e’ la capacita’ di valutazione ne’ il contrasto di idee, perche’ questa gente semplicemente, e mi riferisco al governo, ha un’unica ottica, un solo pensiero ed una sola voce. Percio’ non si attacca solamente il messaggero, ma anche il mezzo, quando invece quello che sarebbe veramente intelligente, democratico e sensato sarebbe fare una buona lettura di queste cifre e correggere le irregolarita’ che sicuramente ci possono essere.

Purtroppo, e lo dico con dolore, questo regime autoritario, che si definisce rivoluzionario e bolivariano, ha fatto della menzogna il suo sistema di governo. La realta’ e’ evidente, gli indicatori sono li’. Basterebbe passare dagli ospedali per vedere come centinaia di pazienti muoiono per l’incapacita’ di essere curati o per la mancanza di medicinali.

VIOLENZA E DISOCCUPAZIONE

Nel 1997 le cifre di morti per violenza in Venezuela erano 4.306 persone all’anno. Nel 2003 questa cifra e’ salita a 10.576 morti per violenza. Cioe’ un aumento del 145%. Un’altro dato e’ la disoccupazione. Ad esempio nel 1997 la cifra di disoccupati era del 10,3%. Nel 2004 la disoccupazione si colloca in un 20% della popolazione economicamente attiva che si calcola in 11 milioni 800 mila persone. L’economia informale e’ un altro indicatore che ci rivela l’inettitudine e l’incapacita’ del regime di migliorare la qualita’ di vita dei venezuelani. Nel 1997, il 40% della popolazione economicamente attiva si trovava nell’economia informale. Nel 2004 questa cifra e’ del 56,3%. Questo vuol dire che il 70% della popolazione economicamente attiva venezuelana, si trova nell’economia informale o e’ disoccupata. Questa e’ una grande realta’. Allora, o assumi la tua incapacita’ di migliorare le condizioni di vita dei venezuelani, o semplicemente cerchi di non considerare le campanelle d’allarme che ci stanno danno il messaggio ed il messaggero. Purtroppo la rivoluzione bolivariana opta per il secondo.

Le inchieste sono fondamentalmente uno strumento democratico. Farle tacere e’ una tentazione dei regimi di pelle sensibile e portati ad attuare. Avete ricevuto, lei o CECA queste minacce?

La risposta e’ un categorico SI. Certo che c’e’ pressione. Quando osservi che il regime, attraverso le sue pagine ufficiali, come aporrea.org, annuncia che Victor Manuel Garcia sara’ denunciato penalmente davanti al Fiscale Generale della Repubblica, per essere un golpista che promuove lo smembramento del territorio nazionale, sta mettendo in atto un meccanismo di pressione, utilizzando misure coercitive per silenziare, soffocare e coartare quello che in definitiva e’ la voce del popolo. Se teniamo conto che la voce del popolo e’ la voce di dio, vox populi, vox dei, le inchieste non fanno altro che da intermediario tra la voce di coloro che non hanno accesso ai mezzi di comunicazione e questa verita’ da fastidio. Non solo a questo regime ma anche ai governi precedenti dava fastidio quando pubblicavamo un’inchiesta che non li favoriva, con la differenza che quelli non ci minacciavano con denunce davanti ad un organismo penale, ne’ aggredivano i nostri agenti come invece lo stanno facendo ora.

Note: traduzione Barbara Bessone
originale in spagnolo:
http://www.cifrasonline.com/infor_cif/infor28/la_pobre.htm

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