Latina

La campagna è stata promossa dai Sem Terra per aiutare le famiglie brasiliane in difficoltà

Brasile: Piantare solidarietà, raccogliere resistenza

Ha aderito il fotografo sociale Giulio Di Meo. Per donare un contributo occorre acquistare il libro fotografico “Sem Terra: 30 anni di storia”
3 agosto 2021
David Lifodi

campagna “Plantar Solidariedade, Colher Resistência!”

“Plantar Solidariedade, Colher Resistência!” (Piantare solidarietà, raccogliere resistenza) è la campagna lanciata dal Movimento dos Trabalhadores Sem Terra (Mst) a cui ha aderito il fotografo sociale Giulio Di Meo per aiutare economicamente le famiglie brasiliane maggiormente in difficoltà. Autore del libro fotografico Sem Terra: 30 anni di storia, 30 anni di volti, pubblicato nell’ottobre 2014, di fronte alla drammatica situazione economica e sanitaria che sta attraversando il Brasile, Di Meo si è adoperato per raccogliere fondi devoluti al Mst che li utilizzerà per le proprie iniziative solidali.

La campagna “Plantar a solidariedade, Colher Resistência!” è sostenuta in Italia da diversi gruppi solidali (Comitato Amig@s MST-Italia, Arci Bologna, Làbas, Witness Journal, Ya Basta Bologna). Attraverso le mostre, i proventi del libro Sem Terra: 30 anni di storia, 30 anni di volti e la rassegna “Reportage in cortile“ , una serie di incontri e proiezioni con la partecipazione di fotografi che si sono tenute nei mesi giugno e luglio a Bologna, sono stati già raccolti i primi 500 euro donati al Movimento Sem Terra.

Grazie alla campagna “Plantar Solidariedade, Colher Resistência!” i contadini del Mst hanno donato oltre 4.000 tonnellate di alimenti, 700.000 cestini per il pranzo e oltre 20.000 mascherine protettive, nel solo 2020.

 “Sem Terra: 30 anni di volti”

Il fotografo Giulio Di Meo è un amico storico dei Sem Terra. Fu infatti il più grande movimento sociale del continente latinoamericano ad invitarlo, nel febbraio 2014, in qualità di ospite, al VI congresso, dopo che lo stesso Di Meo, fin dal 2014, aveva lavorato ad un progetto fotografico sui senza terra. È in questo contesto che nacque il libro Sem Terra: 30 anni di storia, 30 anni di volti, pubblicato sia in Italia sia in Brasile, e il cui ricavato dell’edizione italiana è stato inviato alla Scuola Nazionale Florestan Fernandes allo scopo di sostenere ragazze e ragazzi nel loro percorso di formazione.

Sono gli stessi contadini senza terra a definire Giulio Di Meo un fotografo sociale: il suo lavoro, dissero allora, “assume un ruolo politico di estrema importanza per la lotta contadina brasiliana, dando voce e vita a una popolazione disprezzata dai mass media conservatori”.

Del resto Giulio è senz’altro un fotografo di strada, e, come si legge sul suo sito, "la macchina fotografica è il suo strumento di lotta e il suo arnese d’amore”. A dimostrarlo i suoi tanti lavori legati al sud del mondo e in particolare all’America Latina, a partire dal Brasile, paese a cui aveva già dedicato Pig Iron, una pubblicazione del 2013 che denunciava le ingiustizie ambientali e sociali commesse dalla multinazionale Vale negli stati del Pará e del Maranhão.

“Sapere che le mie fotografie”, spiega Giulio Di Meo, “oltre a poter raccontare o informare, possono diventare strumento di azioni concrete, le rende maggiormente utili. Sapere che una semplice fotografia può garantire un pasto, una spesa, un libro, un percorso di istruzione a chi ne ha bisogno, la rende maggiormente sociale. Questa è la mia idea di fotografia sociale, una fotografia che racconta e al tempo stesso agisce nelle realtà che documenta”.

I volti che incontriamo nelle pagine del libro rappresentano un mosaico delle lotte sociali del Brasile contemporaneo. “Attraverso le fotografie di Giulio”, non mancava di sottolineare João Pedro Stedile, uno degli esponenti storici dei Sem Terra, “è possibile conoscere le persone che formano il Mst. Chi siamo, volti e nomi. Le nostre espressioni di lotta e di allegria. La nostra esperienza e la nostra speranza”.

Pur se risalente al 2014, il libro merita di essere acquistato non solo per sostenere la campagna “Plantar a solidariedade, Colher Resistência!”, ma anche perché rappresenta un segno di speranza e di solidarietà verso tutte le organizzazioni popolari brasiliane. All’epoca nessuno immaginava che il virus bolsonarista, intriso di fascismo, razzismo e negazionismo della pandemia avrebbe travolto il paese, per questo gli stessi senza terra si autodefiniscono ancora oggi come i “nuovi quilombos, simbolo di resistenza e lotta per costruire un nuovo modello di produzione e di società, liberi da ogni oppressione” e lottano per una società “in cui uomini e donne possano vivere valori fraterni e solidali”.

La campagna “Plantar Solidariedade, Colher Resistência!” sarà attiva fino a fine anno: in autunno Giulio Di Meo organizzerà ulteriori incontri ed eventi con fotografi a Bologna e in altre città per sostenerla.

Tutti coloro che sono interessati a sostenere la campagna possono farlo attraverso le seguenti modalità:

– acquistando una copia del libro “Sem Terra: 30 anni di storia, 30 anni di volti”

– facendo una donazione al progetto “Plantar Solidariedade”

– partecipando e contribuendo ai prossimi eventi che verranno organizzati

Per ricevere ulteriori informazioni sulla campagna e per avere dettagli su come partecipare occorre scrivere a: info@giuliodimeo.it

Note: Articolo realizzato da David Lifodi per www.peacelink.it
Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte e l'autore.

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