Vivi li rivogliamo!
È in questo scenario che Thomas Aureliani, ricercatore in Sociologia all’Università di Milano, ha condotto un coraggioso lavoro sul campo per dar vita a Vivi li rivogliamo! La mobilitazione dei familiari dei desaparecidos in Messico, un libro che cerca di indagare sulle cause alla base del costante aumento delle persone scomparse, rivolgendo la sua attenzione, in particolare, al collettivo Fuerzas Unidas por Nuestros Desaparecidos en Cohauila y en México (FUUNDEC-FUNDEM).
La militarizzazione della sicurezza pubblica dello Stato messicano è culminata nel fallimento della guerra alla droga scatenata all’epoca della presidenza di Felipe Calderón (2006-2012), contraddistinta dalla crescita dei casi di tortura, dei trattamenti inumani perpetrati dallo Stato stesso, senza ottenere alcun risultato, ma anche dalla paramilitarizzazione della criminalità organizzata e dei suoi pericolosi legami con i funzionari dei governi locali e con le polizie municipali e statali.
«Le conseguenze più raccontate dai familiari messicani dopo la sparizione del proprio caro sono le sensazioni di isolamento e la stigmatizzazione delle vittime, due questioni intimamente correlate», scrive Aureliani, ricordando le difficoltà dei familiari che sono costretti ad affrontare due nemici difficili da battere: da un lato la criminalità organizzata, dall’altro uno Stato fin troppo silente e/o colluso, tanto da guardare con una certa disillusione anche verso l’attuale presidente del paese Obrador, il quale, alla fine, non è riuscito ad adottare delle misure reali contro impunità, corruzione e violenza in un contesto comunque non facile.
In più, l’opinione pubblica, spesso, condanna a prescindere i desaparecidos e i loro familiari. Se la persona coinvolta finisce per essere vittima della criminalità, significa che en algo andaba, cioè si trovava senza dubbio in traffici loschi. Thomas Aureliani analizza nel dettaglio il senso di colpa con il quale gli stessi familiari sono costretti, per anni, a fare i conti, ma contemporaneamente dà voce alla lotta dei parenti delle persone scomparse che, da ricerca solitaria diviene lotta collettiva. È da queste premesse che è nato il collettivo Fuerzas Unidas por Nuestros Desaparecidos en Cohauila y en México, le cui attività di “búsqueda incansable” hanno preso esempio dalle Madres de la Plaza de Mayo argentine: le azioni di «protesta, lobbying e advocacy» rivendicano infatti verità e giustizia per i desaparecidos.
Il mancato ritrovamento dei desaparecidos ha spinto lo stesso collettivo ad elaborare competenze di attivismo, impensabili singolarmente, dalla capacità di raccogliere informazioni al parlare in pubblico fino a prendersi lo scenario pubblico e politico messicano, esigendo che «la giustizia di uno diventasse la giustizia di tutti, inchiodando lo Stato messicano ai suoi doveri e ai suoi obblighi».
Pur consapevole di prendersi dei rischi, come testimonia la comunicazione via e-mail pubblicata da Aureliani in cui un ricercatore messicano lo mette in guardia a proposito della pericolosità di Cohauila («Non è un luogo dove arrivi e fai quattro domande e via… in una ricerca devi valutare anche la fattibilità, la sicurezza e l’integrità… cosa che Cohauila non garantisce»), l’autore si è reso testimone di quello che, nell’introduzione, Nando Dalla Chiesa definisce come «un urlo possente e disperato», quel Vivi li rivogliamo! rivendicato dalle mogli, dalle madri, dai padri e dai fratelli degli scomparsi in un paese militarizzato dalla presenza dell’esercito, della polizia e dalla criminalità organizzata, per appoggiare la richiesta di giustizia allo stato messicano da parte dei familiari dei desaparecidos e denunciare l’alto tasso di violenza e impunità presente in Messico.
Vivi li rivogliamo!
di Thomas Aureliani
Meltemi, 2022
Pagg. 353
€ 25
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