Latina

Honduras: dopo 17 giorni di protesta...

Il racconto della lotta della Coordinadora Regional de Resistencia Popular dalla voce dei protagonisti
Le autorità, messe alle strette dalle proteste popolari della Coordinadora Regional de Resistencia Popular, inviano una commisione per il dialogo. La gente intanto aspetta, vigila e continua la resistenza.
15 maggio 2004
COPINH
Fonte: Consejo Cívico de Organizaciones Populares e Indígenas de Honduras (COPINH) - 12 maggio 2004

La Esperanza (Municipio piú che altro ladino) e Intibucá (Municipio più che altro indigeno) sono due città in una, con due amministrazioni distinte, ma con gravi problema comuni.
Da 15 giorni la zona é in fermento, diversi edifici municipali sono stati occupati in segno di protesta specialmente dal popolo indigeno Lenca, organizzato in un movimento sotto l’insegna della Coordinadora Regional de Resistencia Popular che raggruppa oltre alle organizzazioni indigene e campesine (contadine), anche maestri, lavoratori nel campo della salute, produttori agricoli, patronati e la chiesa, tutte appartenenti al Departamento di Intibucà, nella zona occidentale di Honduras dove é concentrata la maggior parte del popolo Lenca.

Le richieste della gente sono legittime e dovute, in un planteamiento (insieme di proposte e richieste) unico si chiede:

- il maneggio sostenibile dei boschi e non lo sfruttamento illegittimo e di contrabbando che vige ora, avallato dalle autorità (si sono formati due blocchi stradali che non permettono il passaggio ai camion carichi di legna)
- che la educazione non sia politicizzata, né corrotta e che si aprano scuole nelle comunitá che nonnle hanno (si é occupata la Direccion Dep.tal de Educación)
- una rete fognaria adeguata, visto che l’attuale é a cielo aperto, migliori infrastrutture, trasparenza dell’amministrazione e un secco no alle privatizzazioni dei servizi pubblici (si é occupato il Municipio di Intibucá)
protezione per i produttori di patata (qui si produce il 70% del paese) e quindi il divieto dell’entrata di semenza transgenica e straniera (si é occupata la Secreteria de Agricultura y Ganaderia)

Questi sono i 4 punti principali, ma nel documento di negoziazione ce ne sono una 30ina e tutti richiedenti maggior responsabilità e trasparenza da parte delle autorità locali e nazionali ed il rispetto dei diritti dei cittadini.

Le occupazioni sono iniziate in maniera pacifica e rapida all’alba del 26 di aprile, cogliendo tutti di sorpresa, e seguono tuttora. Le persone, a turno, passano giorno e notte in queste installazioni dove il tempo corre frenetico e ricco di attività di ogni genere: si organizzano assemblee, momenti culturali (arrivano ogni giorno gruppi musicali ad appoggiare la “resistencia”!), di spiritualità, di incontro, di informazione, ecc…
In ogni occupazione c’é una commissione di disciplina, una di sicurezza, una di igiene, ecc
Ovviamente ci sono infiltrati e spie (orejas=orecchie), ma il movimento non ha nulla da nascondere,anzi.
Si sono tentate manovre sporche, come ad esempio quella di mettere in giro voci allarmanti a nome del movimento del tipo “domani bruceremo il mercato”, “ammazzeremo il governatore”, ecc.
Nel Municipio di Intibucá la commissione di sicurezza ha bloccato il secretario del sindaco, riuscito ad entrare da una porta secondaria, con in mano documenti del municipio stesso. L’intento probabilmente era quello di accusare gli occupanti di furto o forse erano documenti scottanti? Il secretario é stato tenuto “prigioniero” dalla commissione e poi consegnato alla polizia, non si é saputo nulla del contenuto dei documenti.

Dal 05 di maggio si sono uniti alla lotta anche i maestri di tutte le sezioni del departamento, integrandosi nell’occupazione della Direccion Dep.tal de Educación e da altri departamenti continuano ad arrivare notizie di proteste ed occupazioni.
Tutto questo movimento é apolitico, nonostante alcuni partiti stiano solidarizzando con la lotta, ma il grande della solidarietà sta arrivando da tutti i settori.
Il quartier generale é un grande casolare, centro di formazione della chiesa. Qui le donne indigene, venute dalle comunità per appoggiare il movimento, dalle 5 del mattino cucinano colazione, pranzo e cena per tutte le persone che stanno nelle varie occupazioni. La maggior parte di mais, café, fagioli, zucchero, verdura, ecc. che arrivano, é contributo delle comunità indigene. Il movimento non ha nessun finanziamento, quindi tutto é dovuto all’immenso sforzo delle organizzazioni promotrici e dalla solidarietà del popolo.
In una sala del casolare in ogni momento ci sono riunioni o assemblee del gruppo che sta coordinando la protesta, gruppo composto da dirigenti delle varie organizzazioni (é la prima volta che si ottiene una unione così forte ed incondizionata), ma soprattutto da persone della base.
In questi giorni, oltre alle occupazioni si sono svolte altre attività che hanno attirato l’attenzione del paese: cinque donne indigene della comunità di Montaña Verde hanno chiesto asilo politico nell’ambasciata del Brasile, che poche ore dopo é stato rifiutato. Un gruppo di persone, venerdì notte é riuscito a bloccare due camion carichi di sacchi di semenza di patata olandese, marcia e comunque contaminata. Dopo pochi giorni una delegazione del movimento si é recata nella capitale, Tegucigalpa, ed ha scaricato il contenuto dei sacchi sotto la sede del Congresso Nazionale, accompagnati da cartelli di protesta e da una conferenza stampa. La notizia é uscita su tutta la stampa nazionale in prima pagina.
Si sono bloccati camion carichi di legna appena tagliata e si sono scaricati ai bordi della strada.
Si sono fatte carovane per le strade di La Esperanza e Intibucá, oggi stesso si é fatta una marcia per le vie cittadine, semplicemente cantando. E per i prossimi giorni già si stanno preparando azioni nuove e ben creative.
La determinazione della gente é fortissima: “¡hasta el final!” (fino alla fine) É la parola d’ordine e si respira un’aria di allegria e fratellanza incredibile.

L’atteggiamento delle autorità locali non é diverso da quello delle autorità nazionale e la loro strategia é quella dell’indifferenza.
Il governo honduregno é amministrato da un gruppo di ricchi corrotti e marionette degli USA. Stanno portando il popolo alla povertà estrema, approvando progetti nefasti come l’ALCA, TLC, PPP, ecc, stanno svendendo le innumerevoli risorse naturali del paese alle multinazionali straniere invece che pensare alla possibilità di una vita più umana e degna per tutta la popolazione. Si stanno praticamente regalando concessioni alle grande imprese straniere, molte delle quali sono italiane.
Senza contare la forte repressione con sistematici assassini di leaders popolari, con leggi antiterrorismo, con un forte incremento della militarizzazione (Plan Colombia?) e la rinascita (!) degli squadroni della morte o della “limpieza social” (pulizia sociale).

Sia il governo che le autorità locali non hanno ancora risposto alle richieste dei protestanti. Le loro uniche dichiarazioni sono state ovviamente contro il movimento popolare. Un esempio per tutti, il Ministro de Educación oltre ad offendere il movimento dei maestri chiamandoli terroristi, li ha minacciati di esonerarli dal lavoro, ma questa é una storia vecchia ormai. Hanno accusato il movimento di voler destabilizzare il governo. Ma facilmente si dimenticano che ogni bambino che nasce ha già un forte debito estero che mai potrà pagare, o che una grande percentuale di bambini muore per denutrizione o che l’accesso all’istruzione non é per tutti e tantomeno quello alla salute. L’unica cosa che pare gli interessi é la sfrenata corsa alla privatizzazione.
La gente comunque non ci sta più, ogni giorno ci sono proteste in ogni angolo del paese. Per il primo di maggio sono scese in piazza decine di migliaia di persone e la richiesta piú forte é stata quella di smettere di essere burattini manovrati da Bush ed il rifiuto totale ai Trattati di Libero Commercio.
Fonti ufficiali ci hanno riferito che le autorità stanno preparando lo sgombero forzato, ma la gente é pronta anche a questo e non si lascia certo intimidire, anzi segue più decisa di prima perché sa che é nel giusto. Nel suo piccolo e nella sua disperazione, il popolo di Intibucá, formato nella stragrande maggioranza da indigeni Lenca, ha deciso il suo ¡YA BASTA! E con grande sacrifici, ma anche con grande dignità e determinazione, sta affrontando questa lotta a testa alta, deciso ad andare fino in fondo, qualunque sia la conseguenza. In fondo cosa hanno da perdere? “Peggio di così non si può….é ora di cambiare” dicono in una sola voce.
Le loro facce, fortemente solcate dal duro lavoro dei campi, hanno comunque un’espressione di serenità. Sanno che non otterranno risposte a tutte le loro esigenze, ma quello che stanno vivendo é un momento storico che li ha portati ad unirsi in una lotta di tutti e per tutti. Da tutto ciò forse può iniziare una nuova era per il popolo indigeno, da sempre emarginato e dimenticato dalle autorità.

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Ma da ieri qualcosa é cambiato.
Mentre si sono mantenute le occupazioni di Intibucá con circa 100 persone per ogni punto, altri 1500 indigeni Lenca si sono mossi verso Tegucigalpa e dalle 6,00 del mattino é stata occupata la strada principale del paese all'altezza di Siguatepeque, strada che conduce dalla capitale alla zona industriale del nord. Sempre in nome della Coordinadora Regional de Resistencia Popular, questa occupazione é una ulteriore azione escogitata dal movimento che da ormai due settimane, sta facendo notizia e sta entrando in tutte le case creando discussioni, creando solidarietá, ma anche dissensi.
L'occupazione era stata annunciata a tempo indeterminato, ma giá dopo poche ore una commissione del governo si é messa in contatto con i protestanti offrendo il dialogo. Nel frattempo la polizia stava minacciando lo sgombero violento, schierandosi con i militari ed i corpi antisommossa con scudi e lacrimogeni. Qualche metro piú in lá, dove la gente non poteva vedere, hanno bloccato due auto della Coordinadora che stavano portando acqua e cibo agli occupanti. Hanno picchiato il conducente di una delle due auto e sequestrato il cibo, dicendo che per colpa dei manifestanti gli tocca stare in mezzo ad una strada sotto al sole cocente, dicendo: "certa gente non merita di mangiare, noi abbiamo il diritto di mangiare questo cibo."

Un gruppo di curiosi ha assistito alla scena ed immeditamente sono venuti ad avvertire l'avamposto della Coordinadora. Una delegazione é andata a parlare con la polizia, in presenza di un giudice che li stava accompagnando. Il conducente malmenato ha sporto denuncia ed il cibo e l'acqua sono stati restituiti.
Intanto la commissione del governo era in viaggio dalla capitale verso l'occupazione. Arrivati al punto, si sono subito riuniti con la Coordinadora.
Da questa riunione non é uscito nessun accordo. Si é solo ottenuto che la Coordinadora terminasse il blocco stradale in cambio che una comissione di alto livello si presenti a La Esperanza, Intibucá.

In realtá oggi é arrivata la commissione del governo, non proprio di alto livello perché la maggior parte dei ministri (presidente compreso, che tra l'altro il 16 maggio arriverá in Italia) sono fuori dal paese, ma per lo meno inizierá il dialogo.
12 maggio 2004

EL DIALOGO…..

Il giorno 11 maggio la Coordinadora Regional de Resistencia Popular ha occupato la strada principale di Honduras per diverse ore, creando il blocco quasi totale del paese.

Con l’arrivo di una commissione del governo, i manifestanti hanno deciso di interrompere l’occupazione in cambio dell’apertura del dialogo. La commissione governamentale si é impegnata a trasferisrsi in Intibucá il giorno 12 per iniziare i lavori di negoziazione con la Coordinadora.

Il 12 é arrivata ad Intibucá, accompagnata da un battaglione dell’esercito, la commissione del governo, non di alto livello come si era chiesto, ma rappresentata da:
Viceministro Della Secretaria de Agricultura e Ganaderia – José Maria Ordoñes;
Viceministro del FHIS (Fondo Hondureño de Inversion Social) – René Raudales;
Viceministra de Educación – Mercedes Sofia Ferrufino,
Viceministro de SOPTRAVI (Secreteria de Obras Publicas, Tranportes y Viviendas) - Mauricio Alvarado;
Incaricato del INA (Instituto nacional Agrario) – Ernesto Martinerz;
Incaricato del CODEHFOR (Corporación de Desarrollo Hondureño Forestal) - Ever Mejia.

Le due comissioni hanno iniziato il dialogo dal mattino. Nella riunione sono stati toccati parecchi punti del planteamiento unico, ma in conclusione non si é arrivati quasi a nulla di concreto e verso le 2 e30 della notte le due comissioni si sono ritirate con il proposito di seguire il dialogo nei prossimi giorni con funzionari statali di livello superiore, visto che la commissione del governo non ha dimostrato la capacitá di prendere nessuna decisione, né posizione.

Mentre le due comissioni discutevano i problemi del departamento, il resto della Coordinadora ha organizzato una fiaccolata, accompagnata da un gruppo musicale e da tamburi. Hanno marciato per le vie della cittá e giunti davanti al luogo in cui si stava svolgendo la riunione delle comissioni si sono fermati. Migliaia di indigeni e persone di altre organizzazioni che in questi giorni si sono integrate alla lucha, hanno intonato l’inno nazionale, poi canzoni allegre, gridato slogan appoggiando i compagni della commissione negoziatrice, poi pregato e poi gridato nuovamente.

Sono stati momenti veramente emozionanti e mistici, specialmente quando uno dei dirigenti della Coordinadora, Padre Celso (primo sacerdote indigeno), di fronte alle persone, tutte sedute, con la candela in mano e nel silenzio piú assoluto, ha iniziato a parlare dei diritti dei popoli, includendo il diritto alla protesta ed esigendo il rispetto e la giustizia. Ha parlato dell’importanza e della storicitá di questo momento, dell’impegno che si dovrá assumere ognuno dei presenti per dare un seguito concreto a questo movimento popolare, a prescindere dal risultato del dialogo. Dopo di lui altri hanno preso la parola, quasi tutti compromettendosi personalmente o a nome della comunitá che rappresentano, ad andare avanti HASTA EL FINAL Y MAS ALLÁ! (fino in fondo, e oltre!).

Quando alle 2 e 30 le comissioni hanno interrotto i lavori, la gente era ancora fuori dall’installazione con l’intento di piantonare il posto fino a negoziazione ultimata. Appena uscito il portavoce della Coordinadora é stato subito circondato dalla gente, avida di notizie positive che purtroppo non sono arrivate. Il portavoce ha raccontato lo svolgersi della riunione nei particolari e nonostante l’orario si é fatta un’assemblea per decidere le prossime strategie. Nonostante la mancanza di notizie entusiasmanti, la gente non ha perso animo, anzi si stanno giá pianificando ulteriori azioni……….

Note: Consejo Cívico de Organizaciones Populares e Indígenas de Honduras (COPINH)
copinhonduras@yahoo.es

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