Brasile: partita la campagna contro i femminicidi
È proprio per questo motivo che il governo brasiliano, tramite la ministra Cida Gonçalves, che si occupa delle questioni di genere e dei diritti delle donne, ha promosso la campagna “Feminicídio Zero” chiedendo che si siano le stesse società calcistiche ad adoperarsi per farsi portavoce della mobilitazione contro i casi di femminicidio.
Alla campagna ha immediatamente aderito l’Articulação Nacional pelo Feminicídio Zero che ha già creato manifesti, video di sensibilizzazione e promosso conferenze su questa tematica. Tra i club del campionato di calcio brasiliano, finora, hanno aderito Corinthians, Flamengo, Vasco da Gama e Bahía. A questo proposito è significativa l’adesione del Corinthians, poiché, lo scorso anno, un candidato alla presidenza del club aveva pubblicato dei contenuti machisti e misogini sui propri canali social e in precedenza, nel 2018, dal profilo ufficiale dell’allora twitter della società paulista alcuni post si facevano beffe della campagna social promossa dal Palmeiras per i diritti delle donne.
Anche i dati pubblicati dall’Anuário Brasileiro de Segurança Pública segnalano la crescita dei casi di femminicidio, violenza e minaccia contro le donne. Nel solo 2023, le vittime di femminicidio sono state 1.467 rispetto alle 1.455 dell’anno precedente.
Nell’ambito della campagna “Feminicídio Zero”, che fin dallo scorso mese di agosto ha visto iniziative in tutto il paese e il coinvolgimento di istituzioni e società civile, il mondo dello sport ha aderito tramite il ministro André Fufuca e Athirson Mazolli, segretario dell’associazione Futebol e Defesa dos Direitos dos Torcedores.
Non si tratta del primo accordo tra il ministero delle Donne e quello dello Sport. Già nel novembre 2023 era stata promossa una campagna congiunta contro la misoginia e tutte le forme di violenza e discriminazione contro le donne in ambito sportivo e, la scorsa primavera, aveva riscosso un certo successo la mobilitazione “Brasil sem misoginia”, poi mutuata in “Futebol sem misoginia”. In occasione della Copa do Brasil e del Campeonato Brasileiro feminino, oltre che nei campionati statali di Goias, Pernambuco e Marañhão, collettivi femministi, torcedores e le federazioni dei singoli campionati avevano lanciato lo slogan “Cartão vermelho para a misoginia”.
In quell’occasione, prima degli incontri calcio, si erano tenute iniziative pubbliche di confronto per discutere sulla ricerca diffusa nel 2022 dall’Instituto Avon dal titolo “Violência contra as mulheres”.
Inoltre, la campagna “Feminicídio Zero” segue l’accordo di cooperazione già sottoscritto dai ministri Cida Gonçalves e André Fufuca, volto a promuovere eventi e iniziative di carattere educativo, informativo e di orientamento sociale focalizzati intorno a quattro aspetti ineludibili: prevenzione dei casi di femminicidio e violenza sessuale, impegno per dar vita ad ambienti di lavoro liberi dalle discriminazioni, lotta alla violenza online contro le donne e sostegno negli spazi decisionali.
Tutto ciò si riflette anche in ambito sportivo dove, al pari dei luoghi di lavoro, si registrano enormi disuguaglianze nell’accesso alle opportunità, persiste la differenza salariale tra uomini e donne e sono costanti luoghi comuni e stereotipi sul genere femminile in cui è incorso anche il presidente Lula.
In occasione della presentazione della campagna “Feminicídio Zero”, la ministra Cida Gonçalves ha infatti stigmatizzato la battuta del presidente che, giorni prima, pur definendo inaccettabile il tasso di violenza sulle donne che si registra in tutto il paese, aveva ironizzato, in qualità di tifoso del Corinthians, sostenendo che solo se la moglie avesse tifato per la sua stessa squadra per lei non ci sarebbero stati problemi. Lo scivolone era stato subito utilizzato dai giornalisti per chiedere a Cida Gonçalves cosa ne pensasse e la ministra ha risposto che nessuno si può permettere di scherzare su questo argomento.
Un episodio che fa capire quanto sia ancora lunga la strada da percorrere per affermare i diritti delle donne, soprattutto anche alla luce della denuncia nei confronti di Silvio Almeida, ministro dei Diritti umani, da parte di Me Too Brasile, che lo ha accusato di molestie sessuali tanto da essere rimpiazzato da Macaé Evaristo, petista, prima donna nera ad occuparsi di istruzione a Belo Horizonte, già deputata nel Minas Gerais nel 2022.
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