Rendere giustizia alle comunità garifuna honduregne
Lo scorso aprile, centinaia di membri delle 47 comunità garifuna dell’Honduras hanno raggiunto la capitale e si sono accampati nei pressi del Parlamento. Chiedevano il rispetto e l’immediata esecuzione delle sentenze emesse dalla corte interamericana a favore di tre comunità e la fine della violenza contro il loro popolo.
Secondo L’Organizzazione fraterna nera honduregna (Ofraneh), negli ultimi anni almeno 50 membri delle comunità garifuna sono stati assassinati, altri 300 sono stati criminalizzati e imprigionati e cinque giovani sono stati vittima di sparizione forzata.
Le tre condanne inflitte allo Stato dell’Honduras sono frutto delle violazioni subite negli anni dalle comunità di Triunfo de la Cruz, Punta Piedra e San Juan.
Un lungo percorso
Nel 2015, i giudici internazionali ordinarono allo Stato dell’Honduras di delimitare le terre ancestrali su cui le comunità hanno ottenuto la proprietà collettiva, in pieno dominio e con occupazione garantita.
Hanno inoltre sollecitato la restituzione del territorio comunale usurpato, attuando procedure di esproprio e trasferimento degli occupanti illegali.
Nel caso specifico della comunità di San Juan, la cui sentenza risale all’anno scorso, la Corte ha ordinato diverse misure di riparazione, tra cui la concessione di una proprietà collettiva alternativa della terra e la demolizione del complesso turistico Honduras Shores Plantation.
Finché la terra non sarà delimitata e titolata a favore delle comunità, lo Stato deve astenersi dal commettere atti ostili contro gli abitanti. Deve anche preservare la loro sicurezza di fronte a possibili aggressioni da parte di terzi.
Gran parte di queste terre sono state usurpate da imprenditori e gruppi di potere per sviluppare progetti turistici, espandere la coltivazione della palma africana e di altre colture e per la costruzione di case private o per scopi turistici.
Per 9 anni i governi prosecutori del colpo di Stato civile-militare del 2009 hanno ignorato le sentenze internazionali e sono arrivati perfino a disconoscere lo status di popolo originario dei garifuna.
Una commissione di alto livello
Con la creazione, a marzo di quest’anno, della Commissione intersettoriale di alto livello per il compimento delle sentenze internazionali (Ciancsi, per la sua sigla in spagnolo) mediante decreto esecutivo pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il mese scorso (PCM 03-2024), l’Honduras ha fatto storia.
La suddetta Commissione è il massimo organo incaricato di coordinare, eseguire e supervisionare il rispetto delle sentenze di cui hanno beneficiato le comunità garifuna.
Il giuramento dei membri e il loro insediamento ha avuto luogo all’interno dell’accampamento spontaneo sorto nei pressi del Parlamento.
Durante la cerimonia, il ministro degli Esteri Eduardo Enrique Reina, in rappresentanza della presidente Xiomara Castro, ha assicurato che la volontà del governo è quella di rispettare queste sentenze “che vengono a risarcire i danni storicamente cagionati ai popoli garifuna e indigeni”.
“Popoli”, ha proseguito Reina, “che sono stati vittime di esclusione, discriminazione e spoliazione arbitraria dei loro territori ancestrali”.
Dopo oltre vent’anni dall'inizio di questa lotta e dopo quasi un decennio dalle sentenze della IACHR, le autorità honduregne stanno compiendo un primo importante passo.
Rispettare il popolo
“È una cosa che non ha precedenti e che permette di unirci in uno sforzo congiunto per garantire l’adempimento delle sentenze (…) Sono anche i primi risultati concreti della Ciancsi, creata per volontà politica della presidentessa Castro”, segnala una nota della Procura generale della Repubblica.
Rony Castillo, rappresentante della Ofraneh, ha ricordato che la comunità di Punta Piedra ha lottato per più di 20 anni per la restituzione delle terre ancestrali.
“Oggi è un giorno storico, importante, non solo per il popolo garífuna, ma per tutti i popoli indigeni e neri del mondo”.
Durante tutta la giornata, la delegazione di funzionari statali, con in testa il ministro Reina e il Procuratore generale Díaz Galeas, ha percorso il territorio della comunità di Punta Piedra per dare inizio al processo esecutivo della sentenza.
“Ciò significa risanamento, restituzione e recupero dei territori per i quali, come Ofraneh e comunità garífuna, abbiamo lottato per anni”, ha sottolineato Castillo.
“È il punto di partenza di uno sforzo che dovrà convertire in atti concreti la volontà politica della presidentessa Castro, adempiendo così ai nostri obblighi internazionali. Solamente così sarà resa giustizia a queste comunità vulnerate, la cui storia è parte centrale della storia honduregna, e la cui vita e cosmovisione arricchiscono l’Honduras multietnico e multiculturale che vogliamo”, ha concluso il procuratore Díaz Galeas.
Foto: PGR Honduras
Fonte: LINyM (spagnolo)
Traduzione: Adelina Bottero
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