Latina

Abbandonate al loro destino i movimenti sociali che si battono per far luce sulle sparizioni forzate

I desaparecidos del Messico

Di fronte ad un governo balbettante, allo scarso interesse della presidenta Claudia Sheinbaum e alla crescita della narcoviolenza, le organizzazioni popolari sono costrette a portare avanti, senza alcun appoggio istituzionale, le loro istanze di giustizia
22 dicembre 2024
David Lifodi

I desaparecidos del Messico

Sono più di 200 i femminicidi avvenuti sotto l’amministrazione del governatore Salomón Jara nello stato messicano di Oaxaca, dove la cifra delle desaparecidas ha raggiunto il numero di 686. In generale, in Messico, la crescita delle sparizioni forzate sembra non avere sosta, ma la nuova presidenta Claudia Sheinbaum, da pochi mesi a Los Pinos, ancora non ha presentato un piano di azione per affrontare il problema, né ha ricevuto i familiari delle e dei desaparecidos che pure, da tempo, le hanno richiesto un incontro per promuovere, in ogni stato del paese, delle politiche serie per la ricerca delle persone scomparse.

Sheinbaum, accusa il Movimiento por Nuestros Desaparecidos en México, si è limitata a dichiarare che avrebbe proseguito nel rafforzare la Comisión Nacional de Búsqueda governativa, senza però dar seguito ad azioni concrete. A fare scalpore, nello stato di Oaxaca, tra i mesi di ottobre e novembre, gli omicidi delle lottattrici sociali del Movimiento Unificador de Lucha Triqui Virginia e Adriana Ortiz García e la sparizione di Sandra Domínguez, dell’etnia indigena mixe. Sui casi di femminicidio e sparizioni aleggia una sostanziale impunità, soprattutto per l’incapacità dello Stato nel garantire la vita e la sicurezza delle donne e, più in generale, di militanti per i diritti umani, attivisti, indigeni ed esponenti delle organizzazioni popolari in tutto il Messico.

La situazione, durante il sessennio che ha visto alla presidenza del paese Andrés Manuel López Obrador, è andata progressivamente peggiorando. In Messico gli attentati contro i lottatori sociali sono stati 252, incluse sparizioni forzate, omicidi ed esecuzioni extragiudiziali. Il 51% di questi casi sono avvenuti negli stati di Oaxaca, Guerrero e Chiapas, in particolar modo nei confronti di coloro che si battono per difendere il diritto alla terra, l’ambiente, i diritti civili, politici e la libertà di associazione. Inoltre, un’ampia maggioranza di coloro che sono stati uccisi appartenevano alle organizzazioni contadine o facevano parte delle comunità indigene.

I dati del rapporto “Educa Oaxaca”, diffuso all’inizio di novembre con il significativo titolo “Todos sus nombres, Todas sus luchas“, relativo al periodo 2018-2024 e frutto di una violenza strutturale, razzismo ed esclusione sociale, evidenzia il fallimento della gestione della sicurezza sotto la Cuarta Transformación obradorista. Anche la campagna permanente “Alas y Raíces del Movimiento Social en Oaxaca“ denuncia l’inazione della giustizia a tutela dei movimenti sociali che fanno delle azioni di resistenza e della conflittualità territoriale i loro punti di forza.

Altrettanto complessa è la situazione del Chiapas, assediato da una spirale di violenza associata al narcotraffico. Anche in questo caso, i dati relativi al sessennio 2018-2024 sono preoccupanti. Oltre seimila omicidi, 177 casi di femminicidio, poco meno di un migliaio di abusi sessuali e, ancora, estorsioni, sequestri e desplazamientos. Di fronte ai ritardi dello Stato, crimine organizzato, multinazionali e narcoviolenza ormai spadroneggiano in contesto in cui si inserisce la guerra sporca di contrainsurgencia contro lo zapatismo e le comunità in resistenza.

Sheinbaum, spiega il Movimiento por Nuestros Desaparecidos en México, per ora ha eluso la richiesta di un incontro per definire un’agenda di priorità, a livello nazionale, relativa alle tematiche della ricerca, dell’identificazione dei desaparecidos e della difesa dei lottatori sociali, nonostante sia alla guida di un paese che, secondo il Registro Nacional de Personas Desaparecidas y No Localizadas, ha 117.138 vittime di sparizione forzata, di cui il 45% corrisponde al sessennio presidenziale obradorista.

Durante i primi 30 giorni della presidenza Sheinbaum, in Messico sono sparite 1.120 persone. La priorità di Obrador, quella di trasformare la ricerca delle persone desaparecidas nell’asse portante della sua presidenza, è rapidamente arretrata, in contemporanea con lo smantellamento del Centro Nacional de Identificación Humana e del Mecanismo Extraordinario de Identificación Forense.

In questo contesto, la mancata volontà, da parte di Sheinbaum, anche all’epoca di governatrice di Città del Messico, di incontrare le madres buscadoras, fa pensare che il tema delle sparizioni forzate difficilmente assumerà una particolare rilevanza. Il suo predecessore, Obrador, si era limitato ad incontrare un paio di volte i familiari dei desaparecidos e, in alcune circostanze i genitori dei normalistas di Ayotzinapa, ma il fatto che la nuova presidenta, su questo aspetto, non abbia mai dichiarato il suo impegno concreto, fa pensare che per le sparizioni forzate non ci sarà mai giustizia.

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