Latina

Dall’8 novembre scorso la donna sembra essere sparita nel nulla

Cile: desaparecida la dirigente mapuche Julia Chuñil

Sospetti sul Conadi (Corporación Naciona de Desarrollo Indígena), distintosi per la sua posizione ambigua, e su un imprenditore forestale dedito al taglio e al commercio illegale di legname.
23 gennaio 2025
David Lifodi

Cile: desaparecida la dirigente mapuche Julia Chuñil

Dallo scorso 8 novembre non si hanno più notizie di Julia Chuñil, dirigente mapuche di 73 anni ed una vita trascorsa come lottatrice sociale in difesa della sua comunità, quella di Putraguel, ubicata nella comuna di Máfil, regione di Los Ríos, nel Cile centrale.

Ad essere interessato alle terre ancestrali di Putraguel l’imprenditore forestale Juan Carlos Morstadt Anwandter e il Conadi (Corporación Naciona de Desarrollo Indígena), fin troppo compiacente nei confronti dello stesso Morstadt eche, non casualmente, non ha rilasciato alcuna dichiarazione sulla sparizione della donna. Un mese dopo la scomparsa di Julia Chuñil si è mosso anche il presidente cileno Gabriel Boric, insieme alla sottosegretaria ai diritti umani Daniela Quintanilla, ma l’inquilino della Moneda si è limitato a dare indicazioni affinché le ricerche fossero più serrate, senza però assumersi un impegno in prima persona, anche per la posizione quantomeno contraddittoria del governo cileno sulla lotta dei mapuche.

La dirigente mapuche è stata tra coloro che ha rivendicato con maggior forza, fin dal 2014, il diritto alle terre mapuche di fronte al Conadi. Il taglio e il commercio illegale del legname delle terre mapuche, di cui è responsabile, da anni, Morstadt Andwanter, era culminato, nel 2018, nella distruzione di un ponte che Julia attraversava quotidianamente insieme ai comuneros.

Julia Chuñil era cosciente che la sua vita fosse in pericolo. A ricordarlo il figlio Pablo, che ha rimarcato come più volte la donna avesse avvertito: “Se mi accade qualcosa sapete chi è stato”. L’altro figlio di Julia spiega che la madre è sparita a poco più di un chilometro da casa. Sul caso della scomparsa di Julia si invoca l’applicazione dell’Acuerdo de Escazú, ratificato nel 2018 in Costarica e a cui il Cile ha aderito nel 2022. Il trattato, tra le altre cose, dedica una particolare attenzione al protocollo di tutela dei difensori dei diritti umani e dell’ambiente, ma proprio il Cile, pur avendo aderito due anni fa, ancora non lo ha messo in pratica.

Se il governo cileno attribuisse la priorità all’attivazione dell’Acuerdo de Escazú, forse questo avrebbe rappresentato un deterrente nella tutela di Julia Chuñil, sparita nel nulla mentre si prendeva cura dei suoi animali. Inoltre, occorre ricordare che Juan Carlos Morstadt è un personaggio ben conosciuto dalla Conadi, con il quale l’ente era entrato in relazione nel 2000 per l’acquisto di un territorio mapuche con fondi pubblici: si tratta del cosiddetto Fundo California, da cui scoppiò il caso denominato “Escándalo Conadi”.

Orietta Llauca, avvocata e anch’essa lottatrice sociale, riferendosi alla desaparición di Julia Chuñil, spiega che le imprese utilizzano le peggiori pratiche per intimidire chi difende l’ambiente e il diritto delle comunità alla terra. Vittima lei stessa di minacce, Llauca evidenzia che spesso la giustizia preferisce non indagare per non danneggiare la credibilità e l’immagine delle imprese, ma è fortemente critica anche verso le istituzioni che non hanno mai creduto nell’applicazione del trattato di Escazú.

Intanto, mentre i familiari di Julia invitano il governo cileno ad insistere con le ricerche della donna e cercano di tenere alta l’attenzione sulla sua sparizione, il grande latifondo tace e si manifesta soltanto mostrando il suo volto peggiore, quello del sicariato.

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