Latina

Colombia, si incrina la “Pace totale” del governo Pedro

Colombia, violenze diffuse nella regione del Catatumbo al confine col Venezuela.
Il Governo colombiano dichiara lo stato di emergenza e invia l'esercito. Al centro delle violenze il gruppo armato ELN e le dissidenze FARC.
24 gennaio 2025
Pietro Anania

Una crisi umanitaria è in corso, da circa una settimana, nella regione del Catatumbo posta alla frontiera con il Venezuela, a causa dei combattimenti tra ELN e  FARC, due gruppi armati non governativi. Registrati finora oltre 80 morti e più di 30.000 persone sfollate. Questo nuovo conflitto interno vede contrapposte due formazioni di guerriglieri presenti nella regione: l’ELN (Esercito di Liberazione Nazionale) e gruppi di dissidenti FARC (Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane)  appartenenti al Frente 33.

La violenza è iniziata con una operazione militare lanciata dal ELN, gruppo armato di ispirazione marxista-leninista attivo nella zona dal lontano 1970 e basato nel lato venezuelano della frontiera, ora apparentemente coinvolto in attività legate alla coltivazione di coca e all'estrazione di minerali preziosi nella regione.

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L’obiettivo dichiarato dell’operazione del ELN sarebbe la cattura di Richard Suarez, uno dei leader delle FARC nella regione e tesoriere del gruppo locale. Lo stesso “Richard” (nome di battaglia) fu firmatario nel 2016 degli accordi di pace con il Governo colombiano, ma avrebbe ripreso le armi in seguito. 

Di 464 persone firmatarie degli accordi di Pace che oggi abitano nella regione del Catatumbo, 5 sono state uccise, 11 sono disperse e 102 sarebbero sfollate, afferma Alejandra Miller, direttrice della Agenzia per la Reincorporazione, ente governativo incaricato di coordinare la reintegrazione civile dei e delle guerrigliere già appartenenti a gruppi armati.

La regione del Catatumbo è centrale per comprendere le dinamiche del conflitto armato in Colombia. Solo in questa regione l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC) stima, nel suo ultimo rapporto 2023 sui territori di produzione di coca, quasi 44 mila ettari dedicati a questa coltivazione. La lotta tra gruppi armati nella zona si configura quindi nel quadro di un conflitto per il controllo della produzione e dell’esportazione di questo prodotto. 

Il Presidente colombiano, Gustavo Petro, che aveva ripreso i dialoghi di pace con l’ELN nel novembre del 2023, ha dichiarato sospese il 17 gennaio le trattative di pace con l’ELN, dichiarando lo stato di emergenza nella regione e scrivendo su X, in data 20 gennaio: “Hanno perso il senno. La rivoluzione si può fare solo con il popolo e senza violenza. La bandiera rivoluzionaria è la pace, bandiera di vita.”. Nel frattempo, circa 5000 militari delle forze armate colombiane sono stati inviati nella zona, la cui posizione frontaliera complica ulteriormente le operazioni. 

L’evolversi della violenza nel Catatumbo rappresenta un grave ostacolo alla politica di “pace totale” lanciata nel 2022 da Gustavo Petro, basata su una ripresa dei tavoli di negoziazione con diversi gruppi armati, tra cui il ELN, di cui sarebbe stato riconosciuto uno “status politico”. La politica di Pace Totale, sancita dalla legge 2272 del 4 novembre 2022, ha istituito: una riduzione delle pene per i guerriglieri che avrebbero restituito beni acquisiti con attività illecite e fornito informazioni sulle rotte del narcotraffico; l’attribuzione di nuovi poteri al Governo e all’Alta Commissione per la Pace per la negoziazione diretta con i gruppi armati; un Servizio Sociale per la Pace, per i giovani colombiani che desiderino una alternativa al Servizio Militare Obbligatorio; e un fondo per la pace, creato per realizzare grandi interventi di alfabetizzazione, promozione della cultura, dell’ambiente e delle persone vulnerabili, nelle regioni colpite dalla violenza. ELN

Già nell’aprile del 2024 un comunicato della organizzazione umanitaria colombiana INDEPAZ (Istituto di studio per lo sviluppo e la pace) segnalava i limiti della politica della “pace totale” indicando la difficoltà di condurre contemporaneamente 9 tavoli di dialogo per la pace con gruppi armati spesso differenti tra loro per modalità di azione, geografie e ideologia, segnalando l’incremento nel 2023 del numero di municipi colombiani controllati dalle FARC (da 230 a 299) e del numero di effettivi del ELN (da circa 4000 a circa 5000 stimati), sostenendo che “la Colombia non può continuare a naturalizzare la violenza”. 

Note: https://www.bbc.com/mundo/articles/cwyev560zgxo

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