Latina

Da San Cristobal de las Casas, una importante celebrazione nel centro di diritti umani "FrayBa"

Chiapas: compiono 30 anni le Brigate Civili di Osservazione sui Diritti Umani

Le storiche Brigate Civili di Osservazione sui Diritti Umani, che hanno visto decine di migliaia di partecipanti dal 1995 ad oggi, compiono trent'anni. Una breve contestualizzazione storica - e le sfide per il futuro.
2 marzo 2025
Pietro Anania

Compiono trent’anni le BriCOs, Brigate Civili di Osservazione, promosse dal centro di diritti umani FrayBa - Fray Bartolomé de las Casas. Fondata nel 1989 su iniziativa del leggendario vescovo di San Cristobal, Don Samuel Ruiz García, in carica dal 1960 al 1999, FrayBa fu concepita fin dal principio come uno spazio laico e aperto ad accogliere le richieste di aiuto qualsiasi individuo o collettività appartenente al mondo indigeno chiapaneco, rispondendo a tre diritti cardine, indicati a quel tempo dall’assemblea diocesana: dignità, giustizia e pace

Questa indicazione potrebbe sembrare generica, tuttavia non era per affatto scontata nel contesto di allora in Chiapas: una regione fra le più ricche di acqua e terre coltivabili in tutto il Messico, abitata da una costellazione di etnie indigene, di origine maya e non; una regione profondamente segnata dalle cicatrici della colonizzazione e dal portato di diseguaglianza, apartheid ed esclusione sociale a carico delle fasce più marginali della popolazione. 

CHIAPAS, TRA LATIFONDISMO e PARAMILITARISMO

Va infatti notato che il Chiapas rimase - insieme a Yucatan e Quintana Roo, altri due Stati vicini appartenenti alla Federazione messicana, ai margini della Rivoluzione degli anni 1910-1920; e a causa di questo, la regione fu dominata per un periodo più lungo che altrove dallo strapotere dei finqueros, i grandi proprietari terrieri. Questi, progressivamente sfavoriti dalle riforme agrarie messicane del 1915, 1934 e 1955 - in quest’ultimo anno si proibì esplicitamente l’esistenza del latifondo - passarono alla controffensiva, assoldando gruppi di pistoleros denominati guardias blancas. L’obiettivo principale di questi gruppi, il cui periodo di maggiore formazione è compreso tra il 1954 e il 1968, fu di esercitare il controllo sulle terre coltivabili e sulle comunità di indigeni o di contadini che reclamavano allora una forma di controllo su di esse, in concordanza con i principi della Costituzione federale del 1917, che prevedeva esplicitamente la ripartizione e redistribuzione delle terre di latifondo.

Le guardie bianche persistettero in Chiapas fino al principio degli anni ‘80, quando il governatore Patrocinio González Garrido “legalizzò”, queste forze di polizia irregolari creando le cosiddette “Unioni di Difesa Cittadina” (Uniones de Defensa Ciudadana) nei municipi di Ocosingo, Yajalón, Salto de Agua, Tila, Tumbalá, Sabanilla, Altamirano, Chilón, y Sitalá. Il problema delle forze paramilitari non fu quindi risolto, ma soltanto “legalizzato” e le violenze continuarono, mentre, fuori tempo massimo, il latifondo prolungava la sua esistenza a costo di ulteriori sofferenze per le fasce più fragili della popolazione rurale. 

Negli anni ‘80 si osserva, in ogni caso, una progressiva conversione delle guardias blancas in paramilitari, direttamente dipendenti, a livello di formazione, logistica e catena di comando, da persone rivestite di incarichi governativi o politici, all’interno delle formazioni partitiche maggioritarie (PAN e PRI). In alcuni casi, è documentato che alle persone integranti questi gruppi fossero a loro volta promesse cariche governative. 

L’INSURREZIONE ZAPATISTA DEL 1994

In questo contesto va inserita l’insurrezione armata del EZLN portata avanti nei primi giorni del 1994, in varie zone del paese. Uno degli obiettivi dichiarati dell’insurrezione fu procedere, finalmente, a una ripartizione giusta delle terre agricole, e comportò la liberazione, a partire dalla fine del 1994, di centinaia di migliaia di ettari di terre agricole, a beneficio dei contadini senza terra e delle comunità indigene.

La reazione dello Stato all’insurrezione zapatista fu inizialmente durissima e comportò l’invio, in pochi giorni, di numerosi contingenti militari (oltre a quelli già presenti nella regione), fino a raggiungere l’enorme numero di 70 mila effettivi militari schierati in Chiapas. In seguito a numerose mobilitazioni a favore della pace della società civile e degli studenti universitari in Chiapas e in tutto il Messico, il Governo federale ritrattò la controffensiva, dichiarando un cessate il fuoco unilaterale dopo soltanto 12 giorni di conflitto aperto.

A termine del 1994, l’EZLN assicurò il controllo - in seguito alla campagna “Pace, Dignità e Giustizia per i popoli indigeni” di 38 municipi nello Stato di Chiapas, alcuni dei quali cambiarono nome su decisione dell’assemblea degli abitanti. Da questo momento, l’EZLN compie la sua funzione offensiva e dichiara che eserciterà una funzione puramente difensiva, contro eventuali attacchi di militari e paramilitari. 

Durante il 1994, comincia in Chiapas la ripartizione delle terre guidata dal EZLN, secondo la proposta di legge agraria zapatista pubblicata nel 1993 dal Despertador Mexicano, organo di stampa dell’EZLN, la quale proibisce - in accordo con i dettami della legge agraria rivoluzionaria del 1915 - l’esistenza di proprietà terriere di estensione superiore ai 100 ettari. 

LA GUERRA DI BASSA INTENSITÀ 

È a partire dal questo momento che si sviluppa in Chiapas un conflitto di bassa intensità - per il controllo politico dei municipi e territoriale, dei campi coltivati - che vede coinvolte forze governative, paramilitari, EZLN e gruppi di autodifesa cittadini. In risposta a questo conflitto e consapevole dell’importante ruolo che la società civile ha esercitato e può continuare a esercitare nel trattenere l’esplosione di violenze nella regione, il vescovo di San Cristobal de las Casas, Samuel Ruiz, lancia una convocatoria nazionale e internazionale per rafforzare la presenza civile sui fronti di conflitto. A partire dal 1995, sono creati numerosi campi di osservazione civile, dove integranti di nazionalità messicana o straniera si dirigono, in gruppi, per periodi della durata fissa di 15 giorni per ogni gruppo. Viene redatto un manuale per la formazione dei volontari e delle volontarie e sono nominati dei responsabili di gestione e formazione a San Cristobal de Las Casas e nelle comunità che chiedono di ospitare la presenza delle BRICOs.  

Da trent’anni, le BRICOs costituiscono uno degli strumenti fondamentali dell’associazione per i diritti umani FrayBa. L’organizzazione di FrayBa non si limita alla formazione e invio di brigate civili di osservazione, ma gestisce settimanalmente una mole di dati e informazioni raccolte da volontari e volontarie, provvedendo alla stesura periodica di bollettini e report, fondamentali per comprendere la situazione in Chiapas e contribuire - sostenendo il FrayBa o altri progetti con la propria presenza o con donazioni - alla costruzione di una società meno dominata dalla violenza e del sopruso. 

LA CONFERENZA PER L’ANNIVERSARIO

Alla conferenza organizzata in data 28 febbraio 2025, nella sede in Calle Brazil n. 14, San Cristobal de Las Casas, per la commemorazione dell’anniversario di questa iniziativa fertile e longeva hanno partecipato, oltre al direttivo di FrayBa, portavoce di progetti partner da Austria, Finlandia, Euskal Herria (ES) e Italia. 

Nell’occasione, è stato evidenziato il grande valore che le Brigate di Osservazione hanno rivestito negli ultimi anni nel rompere il cerchio dell'informazione mainstream intorno ai diritti umani e la necessità di adattare questo strumento a una situazione in cui il conflitto perdura, ma è sempre più dominato da un nuovo attore: i gruppi armati narcotrafficanti operanti nelle zone di frontiera tra Chiapas e Guatemala (Erwin Alejandro - Colectivo Armadillo Suomi) e la necessità di rafforzare l’internazionalismo in Chiapas, storicamente presente ma caratterizzato attualmente da una fase di reflusso e diminuzione della partecipazione (Javier Herran - Lunatik Euskal Herria). Importante, secondo i partecipanti, il coinvolgimento di nuove realtà partner in Europa e in altre regioni del Mondo. 

All’incontro ha partecipato anche Francesca, titolare di una libreria a San Cristóbal de Las Casas e integrante del collettivo Nodo Solidale, che ha letto una toccante lettera, di cui riporto alcuni passaggi: “Il Nodo Solidale, nato a Roma nel 1997, si autodetermina come collettivo per la vita, radicato nei movimenti e negli spazi sociali dal basso in Italia e in una presenza costante in Chiapas. Il Nodo Solidale promuove la complicità globale e la tenerezza come base di partenza per la mobilitazione dal basso. Di fronte all’attuale contesto di reflusso, osservabile nei movimenti dal basso in Europa e anche in Messico, e alla postura di chiusura dello zapatismo rispetto all’esterno, abbiamo reagito come Nodo Solidale rafforzando la nostra presenza urbana e i vincoli con le reti di Kurdistan e Palestina. Ciononostante, le BRICOs restano importanti strumenti di ascolto e apprendimento nelle comunità e di decostruzione dell’eurocentrismo e del paternalismo.”


FrayBa resta aperta, come organizzazione, all’apertura di partenariati con organizzazioni e associazioni oltreoceano. Chi fosse interessatə a stabilire un partenariato con l’obiettivo di raccogliere fondi o inviare volontari e volontarie civili internazionali, è incoraggiatə a inviare una richiesta di informazioni (preferibilmente in spagnolo) ai contatti dell’organizzazione.

La locandina dell'evento dello scorso 28 febbraio. San Cristobal de las Casas, Chiapas.

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