Nicaragua:la lotta continua
Bananeros, la lotta continua. Circa un mese e mezzo fa i bananeros nicaraguensi, dopo aver ottenuto dal governo la firma di un accordo che tutelasse i loro diritti e desse nuova voce alle loro rivendicazioni contro le multinazionali, posero fine alla lunga protesta che li aveva visti protagonisti di una straziante marcia e di una coraggiosa occupazione delle strade di Managua.
I termini dell’accordo di marzo prevedevano l’istituzione di una commissione interistituzionale che si occupasse delle questioni giudiziarie connesse al complesso caso Nemagon e l’avvio di un serio programma sanitario volto ad accertare, attraverso un censimento, la reale portata del problema e ad intraprendere un servizio di assistenza medica gratuita per gli ammalati, a carico del ministero della sanità. La commissione, formata da avvocati nicaraguensi e nord americani dei bananeros, dai leader degli ex lavoratori e lavoratrici e da membri del governo e della procura della repubblica, si è regolarmente riunita tre volte nell’ultimo mese, con l’obiettivo di preparare un accordo extragiudiziale da presentare poi alle multinazionali sotto accusa.
A causa delle contro-denunce pendenti sulla gran parte degli ex lavoratori, le normali vie legali restano difatti impercorribili e variamente ostacolate: accusati di frode negli Stati Uniti, i bananeros ammalatisi per causa del diretto contatto con il fertilizzante utilizzato dalle compagnie ortofrutticole statunitensi non possono far appello ai tribunali nordamericani, ed alcuni tra i loro difensori, magistrati e leader, in seguito all’applicazione di una nuova legge voluta dal governo Bush, si sono visti negare ultimamente l’ingresso negli USA (una pratica questa estesa anche ad altre personalità nicaraguensi diversamente avverse alla politica statunitense) perché accusati di corruzione.
Il lavoro della commissione, che si riunirà per la quarta volta in giugno, quando verranno sottoposte all'attenzione dei suoi membri le firme raccolte nel corso della campagna di informazione intrapresa dai vari enti ed associazioni internazionali, continuerà dunque in Nicaragua alla ricerca di possibili soluzioni dell’intricato problema giudiziario. Una nuova denuncia è però stata presentata in aprile dall’avvocato Juan Jose Dominguez, presso il Tribunale Superiore dello Stato della California, contro le seguenti multinazionali: Dole Food Co, Dole Fresh Fruit Co., Standard Fruit Co., Standard Fruit & Steamschip Co, The Dow Chemical Co, Occidental Petroleum Corporation, Occidental Chemical Co., AMVAC Chemical Corporation. La denuncia è stata in tale occasione regolarmente presentata e riconosciuta valida dal tribunale della California, che tra il 15/17 maggio si riunirà per decidere, con le multinazionali imputate, modalità e luoghi del processo.
I denunciatari sono in questo caso venticinque ex lavoratori che non facevano parte delle cause precedenti e che richiedono equi indennizzi per gli effettivi e riscontrabili danni loro arrecati. Le multinazionali dovranno dunque decidere se affrontare il singolo processo negli USA oppure in Nicaragua (stato del quale però affermano di non riconoscere le leggi, in particolare la 364) o se affrontare l’intera questione Nemagon, sedendosi finalmente al tavolo delle trattative. Per quanto riguarda invece la questione sanitaria l’emergenza è sempre altissima, il numero delle vittime cresce di giorno in giorno e le misure sin ora prese dal ministero della sanità, che ha dato avvio al programma di assistenza medica gratuita per coloro i quali risultino affetti da patologie direttamente connesse al contatto con il Nemagon, non sono tuttavia sufficienti a garantire la totale copertura delle spese mediche che i malati più gravi sono costretti ad affrontare.
Il ministero, che per il 2004 stanzierà approssimativamente 22 dollari a persona per le spese sanitarie (contro i 33 previsti dalla organizzazione mondiale del commercio), non sarà in grado di fornire i medicinali necessari e di coprire le spese delle operazioni che necessitano le numerose persone affette da differenti forme tumorali. L’aiuto delle Ong e degli organismi internazionali risulterà dunque necessario e indispensabile per limitare ed arginare quanto possibile l’emergenza.
La situazione, pur in assenza di stime precise, (il censimento previsto non è ancora stato effettuato, il 10 di giugno si terrà la riunione definitiva che ne stabilirà l’inizio) appare gravissima. Le 770 vite spezzate e le condizioni di chi lotta ancora e con coraggio per la sopravvivenza e la giustizia, in un Paese in cui si intrecciano gli interessi delle oligarchie nazionali e degli investimenti stranieri, reclamano attenzione e solidarietà.
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