Bolivia: Mesa vuole soffocare la protesta con la repressione
- 08 giugno 2004
Il governo neoliberale di Carlos Mesa ha dato il via, martedi' scorso, ad una serie di azioni punitive nei confronti degli organizzatori dei blocchi stradali e ad operazioni di polizia nei confronti dei dirigenti sindacali, nel tentativo di soffocare con la forza le proteste sociali sviluppatesi nello scorso mese di maggio a causa della nazionalizzazione del gas e del petrolio. All’alba, diversi reggimenti di polizia guidati dal comandante Jairo Sanabria, hanno caricato gli agricoltori e gli insegnanti che bloccavano la strada che collega La Paz alla localita' di Desaguadero, al confine col Peru' Risultato dello scontro, che e' andato avanti per diverse ore, il ferimento di alcuni contadini, colpiti da proiettili di piccolo calibro e intossicati dal gas lacrimogeno. Anche tra gli agenti di polizia si e' registrato un certo numero di feriti, a causa delle pietre lanciate con le fionde dai dimostranti.
Nelle prime ore del pomeriggio questa strada verso l'altipiano e' stata ripristinata e piu' di 400 veicoli pesanti, che erano rimasti fermi per piu' di una settimana, hanno potuto proseguire il viaggio per il Peru', ha comunicato il generale Sanabria, dopo gli scontri con gli agricoltori, da lui descritti come molto aspri ,anche se non paragonabili, in quanto a intensita' e violenza, a quelli avvenuti una settimana fa a causa dei blocchi stradali nel nord del paese, nel corso dei quali sono morti un militare, due agricoltori e decine sono stati feriti.
Dopo il passaggio della carovana di veicoli, gli agricoltori seguaci di Mallku Felipe Quispe, leader della Confederazione sindacale unitaria degli agricoltori della Bolivia (CSUTCB), sono ritornati ad occupare la strada per Desaguadero, bloccando il traffico con grossi macigni.
Sulle altre strade che collegano La Paz al Peru' passando dal lago Titicaca e delle regioni del nord, nello Yungas, i blocchi non sono stati rimossi e non sono state riportate azioni della polizia. Gli organizzatori dei posti di blocco, cioe' gli agricoltori, i colonizadores e gli insegnanti rurali, chiedono che venga posta attenzione alle loro richieste socioeconomiche come la nazionalizzazione del gas e del petrolio, emblema della lotta della Central Obrera Boliviana, fin dal primo giorno di maggio. La lotta della COB ha cominciato ad espandersi anche ad altri settori, come gli agricoltori, gli operai, sindacalisti ed altri, sebbene maggior seguito lo abbia trovato negli insegnanti sia delle aree rurali che cittadine, che con le loro iniziative e mobilitazioni hanno movimentato notevolmente diverse citta' tra le quali La Paz. In questa citt?le marce ed i blocchi stradali in pieno centro sono all’ordine del giorno ed il governo cerca di porvi un argine con azioni di polizia.
Martedi' scorso, ad esempio, una pattuglia della polizia ha fermato Jose Luis Alvarez, membro esecutivo della Federazione degli insegnanti urbani di La Paz e lo ha incarcerato con l’accusa di rapimento del vice ministro dell' istruzione, Celestino Coque. Altre accuse fatte al sindacalista riguardano la sedizione e incitamento ad infrangere la legge. Dozzine di altri dirigenti sono stati fermati ed interrogati. Venerdi?scorso gli insegnanti di La Paz avevano trattenuto per diverse ore il vice ministro, richiedendo una soluzione immediata al conflitto che si sta prolungando da pi?di un mese.
Nonostante la detenzione del loro dirigente, gli insegnanti urbani hanno marciato di nuovo oggi chiedendo oltre a maggiore liberta' anche un aumento degli stipendi, condizioni pi?vantaggiose per il pensionamento, un aumento del budget stanziato per l’istruzione e, inoltre, la nazionalizzazione del gas.
Fino ad' ora tutti i tentativi per porre fine allo sciopero con l'uso della forza e delle minacce, non hanno prodotto alcun risultato nei distretti piu' radicali di La Paz come Oruro, Potosi e Cochabamba, dove si sono verificati blocchi stradali e manifestazioni.
Anche in altri distretti, nel sud della Bolivia, i blocchi stradali non sono mai stati rimossi, specialmente a Tupiza e Villamontes. In queste zone, particolarmente alle porte di Tupiza, sono fermi almeno un centinaio di camion, mentre i dimostranti chiedono a gran voce nuovi impianti di elettrificazione e la costruzione di nuove strade.
A Villamontes e' in atto un blocco stradale perche' il governo non ha dato una risposta favorevole al progetto dell' autostrada Villamontes- Eulogio Ruiz, al confine col Paraguay.
Traduzione di Patrizia Messinese a cura di Peacelink.
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