America Latina: Il "richiamo" dell'Europa
AMERICA LATINA:
GINEVRA, 25 giugno 2004 (IPS)
La presenza di importanti comunita' risultate dalle precedenti diaspore latinoamericane in Europa contribuira' a incrementare il flusso di persone, ha osservato Adela Pellegrino, esperta all' universita' pubblica della Repubblica di Uruguay e autrice del rapporto della OIM.
La circolazione di migranti diretta per secoli dall' Europa verso i paesi del continente americano ha cambiato orientamento negli anni ' 80 e ' 90, al punto che il numero di persone provenienti da America Latina e Caraibi e' aumentato notevolmente in Spagna e Italia.
Per esempio, la popolazione di latinoamericani e caraibici e' passata in Spagna da 92.642 persone nel 1995 a 514.485 nel 2003. I maggiori afflussi di nuovi immigrati si sono avuti negli ultimi tre anni, e le cifre sono ancora maggiori se si tiene conto delle persone con doppia nazionalita' e quelle sprovviste dei documenti necessari per la registrazione.
Gli aumenti si sono registrati anche in altri paesi europei, soprattutto Italia e Portogallo. e' aumentato anche il numero di ingressi di cittadini caraibici in Gran Bretagna, segnala il rapporto " emigrazione dall'america Latina verso l' europa: tendenze e sfide politiche " diffuso a meta' giugno nella versione inglese dalla sede della OIM di Ginevra.
Tra i fattori che hanno contribuito ad intensificare il fenomeno, l' autrice segnala la crisi economica in America Latina e l' inasprimento dei controlli migratori e sui visti di ingresso per gli Stati Uniti (Usa) dopo gli attentati terroristici dell' 11 settembre 2001 a New York e Washington.
Tali circostanze hanno reso l' europa una meta piu' seducente. D' altra parte, le informazioni analizzate da Pellegrino indicano che le migrazioni di latinoamericani e caraibici verso l' europa continueranno ad aumentare nei prossimi anni.
I lavori in cui gli immigrati sono piu' richiesti in Europa rientrano nell' ambito dei servizi personali e domestici, hotel e ristoranti, e il settore edile.
L' accademica uruguaiana ha esposto le teorie che attribuiscono un' estrema importanza alla domanda e alle relative risposte politiche nel recente processo di incremento delle migrazioni in Spagna.
Pur considerando che nel 2002 sono peggiorate le condizioni di vita in Argentina e Colombia, e non sono certo migliorate in Ecuador e Peru' e' stato il fattore della domanda e in particolare il mercato del lavoro spagnolo ad attirare gli immigrati, afferma il ricercatore ispanico Antonio Izquierdo, citato nel rapporto della OIM.
Lo studio afferma d' altra parte che i rapporti tra i diversi Stati creano un vincolo che stimola i flussi migratori. Questi rapporti possono essere economici o politici ma dipendono anche dal contesto internazionale e dagli equilibri di potere tra i vari paesi.
In tal senso, le relazioni degli Usa con i paesi dell' america Latina sono un perfetto esempio del peso dei rapporti di potere e dell' egemonia di Washington su questi paesi, come si riflette sulle migrazioni, sostiene Pellegrino.
Quanto all' europa, la sua influenza sull' america Latina e' assai minore, ma i vincoli storici sono molto presenti e assumono rilevanza nel momento in cui si prendono decisioni politiche ed economiche, stabilisce il rapporto.
L' autrice ritiene che la strategia dei paesi europei sia stata di impegnarsi per ristabilire ed approfondire i legami con l' america Latina. Tendenza che si e' evidenziata , prosegue il rapporto, con l' attuale fase di liberalizzazione e con la concorrenza per la conquista dei mercati e il reclutamento di mano d' opera specializzata.
Il lavoro di Pellegrino attribuisce molta importanza alle rimesse inviate alle famiglie e ai parenti dei paesi d' origine. Niurka Piñeiro, portavoce dell' agenzia, ha dichiarato che anche la OIM da rilevanza a questo flusso e chiede, insieme ad altre istituzioni multilaterali, che questi fondi possano essere orientati verso lo sviluppo.
L' importo medio delle rimesse individuali provenienti dall' europa supera quelle in uscita dagli Stati Uniti. Nel volume totale sono tuttavia minori, poiche' la comunita' di latinoamericani e caraibici radicata negli Usa e' molto piu' popolosa.
In tutto il mondo, il numero di emigrati e' passato da 75 milioni nel 1965 a 175 milioni nel 2002. Nel 1980, le rimesse globali ammontavano a 43 miliardi di dollari, mentre hanno superato gli 80 miliardi nel 2003.
Le organizzazioni intergovernative intendono ridurre il prezzo pagato dagli emigrati per inviare soldi nel loro paese, intorno ai 10 o 20 dollari per una rimessa dai 200 ai 300 dollari. A Hong Kong, la concorrenza tra imprese finanziarie ha portato a una riduzione dei costi, raggiungendo appena 2,5 dollari ad operazione.
Questo fa aumentare i fondi che finiscono nei paesi in via di sviluppo, ha spiegato Piñeiro.
In ogni caso, America Latina e Caraibi hanno ricevuto la fetta piu' grande - con circa 38 miliardi di dollari - sul totale delle rimesse inviate dagli emigrati in tutto il mondo nel 2003. Le rimesse "in uscita" dagli Stati Uniti sono state di circa 30 miliardi di dollari.
Il rapporto di Pellegrino ha riportato cifre del 2002, che mostrano invii di rimesse per 2,5 miliardi di dollari dal Giappone, 1 miliardo dalla Spagna, circa la stessa cifra dal Canada e altri 1,5 miliardi che passano da un paese all' altro nella stessa regione di arrivo di America Latina e Caraibi.
L' autrice esalta un aspetto significativo dei flussi migratori dall' america Latina, ossia la "femminizzazione" del fenomeno. Questo aspetto si nota maggiormente nei flussi di popolazione provenienti da Repubblica Dominicana e Colombia, e in minor misura dall' Ecuador e dai paesi del Cono Sud della regione.
La "femminizzazione" coincide con la crescente partecipazione della donna nel mercato del lavoro. La migrazione della donna ?in gran parte autonoma, poiche' non si caratterizza piu' come ' accompagnatrice del marito o della famiglia ' ma nella ricerca di un lavoro e di strategie per incrementare le entrate.
In tutti i paesi della regione il numero di donne migranti supera il 50 per cento del totale e in alcuni casi, come la Repubblica Dominicana, arriva al 68 per cento, segnala Piñeiro. (FINE/2004)
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