Messico: la giunta zapatista "Gli errori ci miglioreranno"
"Compañero, il tuo lavoro e il tuo sacrificio non sono inutili. Stiamo dimostrando al mondo intero che, sì, è possibile. Sappiamo che abbiamo commesso errori ma questi errori ci miglioreranno. Abbiamo fatto passi avanti in alcuni dei nostri bisogni primari, come la salute. Ora abbiamo cinque cliniche e ne mancano due. Nel campo dell'istruzione abbiamo promotori nei sette municipi e sei scuole municipali".
Dopo aver elencato le campagne di vaccinazione e di disinfestazione, la giunta ha fatto "tanti auguri a tutti noi", e ha ringraziato "i presenti e i non presenti", le basi di appoggio zapatiste, le giunte, il subcomandante marcos e la società civile nazionale e internazionale.
Gli indigeni della regione Tzotz Ch'oj hanno commemorato con tre giorni di manifestazioni sportive e culturali e balli per tutta la notte il primo anno di funzionamento della propria giunta, Corazón del Arcoiris de Nuestra Esperanza, in questo caracol in cui si sono dati appuntamento più di mille persone, le basi di appoggio dell'EZLN.
Provenienti dai sette municipi che costituiscono il caracol Torbellino de Nuestras Palabras, (17 novembre, Che Guevara, Miguel Hidalgo, Primero de Enero, Olga Isabel, Vicente Guerrero e Lucio Cabañas), questi contadini tzeltales e tojolabales sono in un certo senso precursori della struttura autonoma che diede forma alle cinque giunte di buon governo zapatiste.
La somma delle diverse esperienze dei municipi ribelli, che trasformarono un anno fa gli aguascalientes in caracoles, si è alimentata di lavori e di progetti collettivi. La regionalizzazione di questi sette municipi (dell'area Comitán-Altamirano-Ocosingo-Chilón) si è accompagnata agli insegnamenti della pratica concreta nella selva (La Realidad e La Garrucha), los Altos (Oventic) e la zona nord (Roberto Barrios).
Oggi e evidente che le giunte di buon governo non sono solo una forma di organizzazione dei ribelli. Sono fattori ineludibili della governabilità dei territori indigeni del Chiapas. Lo sanno bene molti municipi ufficiali, come anche il governo federale e quello statale.
Una festa di tutti
Sul far della notte, sette tamburi e un flauto cominciano a interpretare una danza rituale interminabile accanto ad uno strettissimo altare circondato da fiori e aghi di pino. Il suolo dell'auditorio del caracol Torbellino de Nuestras Palabras è ricoperto di edera fresca. I musicisti, anziani e secchi, dissimulano la propria presenza nella penombra.
Fuori, a pochi passi da questa cerimonia privata, hanno luogo i tornei sportivi e la giornata di celebrazioni. Due gruppi di ragazze tojolabales e tzeltales giocano a pallacanestro con la passione che rese famose, proprio in questa regione, le donne di San Miguel Chiptic nelle foto di Sabastiao Salgado. In piena stagione olimpica, i loro sforzi possono apparire rudimentali, pretecnologici, però, nei loro vestiti (rossi, azzurri, gialli, arancioni, violetti), i tratti arrotondati del loro volto, coperti di sudore, sono un inno all'allegria.
Con questa mescolanza sui generis di "ribelli primitivi" ma all'avanguardia nella comunicazione e nella resistenza globale, da ieri, domenica, e per la prima volta, una parte dei festeggiamenti degli zapatisti nelle montagne chiapaneche sono state trasmesse in diretta via internet da Indymedia Chiapas; la narrazione includeva video, documenti e, "a sprazzi", nelle parole della stessa Indymedia, il segnale di Radio Insurgente, che da lì ha potuto raggiungere attraverso la FM qualunque apparato radio del mondo.
A prescindere dalle condizioni di povertà delle popolazioni in resistenza, l'autonomia poco a poco rende possibili scuole proprie, la produzione di energia elettrica, esperimenti di sanità alternativa, commercio equo, e per finire l'infiltrazione diretta in canali mediatici di portata planetaria. Due risultati che non sono tanto preliminari: le popolazioni ribelli ce la fanno da sole e, per di più, non sono sole.
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