Ecuador - Quinto incontro dei negoziati del TLC a Guayaquil
I negoziati del Trattato del Libero Commercio (TLC) tra gli Stati Uniti e i paesi andini - Colombia, Perù ed Ecuador - sono arrivati al suo momento decisivo. Di fronte alla realizzazione del quinto incontro dei negoziati del TLC , a Guayaquil, Ecuador, a partire da oggi, le organizzazioni sociali annunciano anche la realizzazione di manifestazioni di protesta contro il trattato fino al 28 di questo mese.
La "Confederaciòn Nacional Campesina de Ecuador" (CONFEUNASSC) ha convocato migliaia di uomini e donne delle campagne e delle città a partecipare alla consultazione popolare sul TLC e sulla costruzione di "un'altra integrazione possibile". L'apertura delle giornate di protesta sarà nel palazzo universitario di Guayaquil. Da oggi fino a mercoledì i manifestanti parteciperanno ai dibattiti che culmineranno nelle giornate di mobilizzazione a partire dal 27 pomeriggio.
La CONFEUNASSC e altre organizzazioni sociali componenti della "Mesa Agraria" hanno previsto nella mattina del giorno 27 nel aula magna della Facoltà di Educazione Fisica, a partire delle ore 10, una concentrazione per portare avanti un "tavolo della Concertazione Agraria", nella quale parteciperanno diversi settori e attori sociali, che cercheranno di preparare un manifesto pubblico da opporre ai negoziati del TLC.
César Cabrera, della CONFEUNASSC, mette in discussione la legittimità del presidente ecuadoriano Lucio Gutiérrez nel condurre i negoziati del TLC dato che i candidati del suo partito sono stati sconfitti nelle recenti elezioni municipali. Cabrera chiede se i negoziatori rappresentano gli interessi del paese, e quali sono i veri interessi che si nascondono dietro questo negoziato. "Non è più sensato prima stabilire gli obiettivi del paese?;
Non é più sensato portare avanti la proposta d'integrazione regionale e latinoamericana?", domanda il dirigente contadino. Per lui, il negoziato è imposto dal governo statunitense e le corporazioni multinazionali.
La CONFEUNASSC sostiene che le manifestazioni saranno pacifiche e chiede alle autorità di non reprimere il diritto alla protesta.
Il maggiore esempio del fallimento di un TLC con gli Stati Uniti, citato dalle organizzazioni sociali latinoamericane nel giustificare le proteste, è quello del Messico. L'accusa è che il TLC firmato dal Messico con gli Stati Uniti e Canada si è realizzato in funzione degli interessi delle grandi multinazionali.
Un'articolo della rivista "Insurreccion de Colombia" dichiara che il TLC si è venduto in Messico come la possibilità che avevano i messicani di trasformarsi in un paese sviluppato ed entrare a far parte del gruppo eletto dei grandi paesi industrializzati.
Ma dopo 10 anni i risultati sono drammatici.
Attualmente il 70% della popolazione messicana vive sotto la soglia della povertà e alcuni studiosi dell'argomento calcolano che ci sono 40 milioni di messicani che vivono in condizione di estrema povertà. Nelle campagne, il 60% della popolazione infantile è affetta di denutrizione acuta.
Il capitale che era arrivato nel paese era principalmente speculativo e le imprese straniere che arrivarono lo fecero per acquistare alcune imprese nazionali già esistenti. Si calcola che l'investimento produttivo, cioè, l'investimento che non è indirizzato ai mercati speculativi, diminuì dal 22% del PIL, al 18% tra il 1994 e il 2003, mentre che negli anni 70 era del 30% del PIL.
Per quanto riguarda l'occupazione la situazione è ancora più grave. Tra il 1994 e il 2003, la forza lavoro messicana aumentò di circa 9 milioni di persone, e nello stesso periodo si sono creati soltanto 3 milioni di posti di lavoro . Questo vuol dire che l'economia del TLC assorbì soltanto il 30% della mano d'opera che usci a cercare lavoro in quegli anni.
Secondo l'articolo: "Questo è l'esempio più chiaro che si poteva esporre riguardo gli effetti nefasti che questo tipo di trattati porta alle economie sottosviluppate. L'integrazione svantaggiata che si genera porta inevitabilmente alla perdita dei posti di lavoro, all'aumento della povertà, alla caduta delle entrate e soltanto traggono beneficio le multinazionali e i grossi impresari nazionali".
traduzione di Alejandra Bariviera a cura di Peacelink
Articoli correlati
- Il paese latinoamericano rischia di trasformarsi in una colonia Usa
Ecuador: tornano le basi militari
Il Proyecto de Reforma Parcial a la Constitución voluto dal presidente Daniel Noboa intende togliere il divieto sancito dall’articolo 5 della Carta costituzionale in merito alla presenza di basi militari straniere in territorio ecuadoriano.15 ottobre 2024 - David Lifodi - Foglio di via per la podcaster di origine cubana a causa delle sue pungenti critiche al governo
Ecuador: cacciata la giornalista Alondra Santiago
Il presidente Noboa ha deciso di revocare il permesso di soggiorno alla giornalista residente da 20 anni nel paese. Da quando la destra neoliberista è tornata a Palacio de Carondelet sono stati molti i reporter costretti a lasciare il paese.5 agosto 2024 - David Lifodi - Il Sofa – Status of Forces Agreement è un accordo militare capestro
Gli Usa militarizzano l'Ecuador
Approvato da Guillermo Lasso e poi ratificato dall’attuale presidente Daniel Noboa, l'accordo permetterà agli Stati Uniti di gestire la sicurezza sul territorio ecuadoriano trasformando il paese latinoamericano in una sorta di colonia10 giugno 2024 - David Lifodi - La strategia repressiva di Noboa non è servita a fermare la violenza dei cartelli della droga
Ecuador: il fallimento della militarizzazione
La criminalità organizzata, nonostante i numerosi arresti dell’ultimo periodo, si è impadronita del paese sfruttando le politiche neoliberiste da cui è derivata la crescita di imprese offshore e delle attività di riciclaggio di denaro sporco che le hanno permesso di ramificarsi tra le istituzioni.19 febbraio 2024 - David Lifodi
Sociale.network