Nicaragua: sfilata di Innocenti...
che gli concede gli arresti domiciliari.
Arnoldo Alemàn è stato dichiarato innocente, come tutti gli altri implicati, per il caso del canale televisivo statale, Canal 6, che oramai non esiste. Rimane ancora implicato nel caso della "huaca" per il quale è stato condannato a 20 anni di prigione per vari delitti, tra essi riciclaggio di denaro sporco, peculato e malversazione di fondi pubblici durante il suo mandato. Dopo tanto parlare di lotta contro la corruzione, il primo caso si chiude con nessun colpevole. Tutti sono innocenti e non si sa che fine ha fatto il quasi milione e mezzo di dollari che é uscito dalle casse dello Stato ed è sparito... (n.d.T.)
Alla giustizia è successo lo stesso che succede ai
canali televisivi quando smettono di trasmettere.
Venerdì scorso l'ex Presidente Arnoldo Alemàn è
tornato a casa sua, come un giorno l'avevano fatto
Sidney Pratt, Salvatore Quintanilla, Roberto Duarte,
Mario Medrano e tutti quelli che la Procura aveva
segnalato come colpevoli di defraudare più di un 1,3
milioni di dollari del Canal 6 nel marzo del 2002.
La prima denuncia per atti di corruzione contro ex
funzionari pubblici è stata il 11 di marzo del 2002,
solo 61 giorni dopo l'inizio del mandato del nuovo
presidente Enrique Bolaños.
Ora nessun ex funzionario rimane in prigione. Alcuni
sono stati "perdonati", Alemàn assolto ed altri sono
latitanti. Ma ora che tutti sono liberi e che i più
"grandi" sono "innocenti", dove sono e chi si è
impadronito dei dollari?
La giudice supplente Gertrudis Arias, dal parlare
tranquillo, di aspetto umile e senza fama di essere
frutto del Patto Liberal-Sandinista del 1999, è
stata la prima ad aprire il primo processo
giudiziale contro l'ex presidente Arnoldo Alemàn il
21 marzo del 2002. Il processo era per una frode di
1,3 milioni di dollari nei confronti del Canal 6, lo
stesso per il quale è stato assolto venerdì scorso.
Alemàn, che allora era presidente dell'Assemblea
Nazionale, si era rifiutato di dichiarare come
testimone nello stesso caso ed Arias si era
presentata inaspettatamente a casa del mandatario a
El Crucero, a sud di Managua, per sentire la sua
dichiarazione prima che l'ex mandatario andasse in
ferie in Grecia. Ore prima Alemàn aveva deriso il
procuratore Alberto Novoa, quando questi lo aveva
cercato nel suo ufficio in Parlamento.
Ore prima di ordinare l'apertura del processo contro
Alemàn, l'ex Ministro del Tesoro, Esteban
Duquestrada e i deputati David Castillo e Martha
McCooy, Arias aveva richiesto l'arresto di Roberto
Duarte, ex segretario di comunicazione della
Presidenza ai tempi di Alemàn; Sidney Pratt, ex
direttore del Canal 6 e Dagoberto Rodríguez, ex
finanziere della stazione televisiva.
La richiesta era anche contro Mayra Medina ed il
messicano Alejandro López Toledo e Ricardo Galán
che, attraverso le società Casco S.A. e Servicios de
Infrastructuras (Sinfra), ricevevano denaro che
varie istituzioni statali trasferivano al canale
televisivo, per poi depositarlo alla Fondazione
Democratica Nicaraguense (FDN), proprietà di Alemàn,
dell'ex direttore della Direcciòn General de
Ingresos (DGI), Byron Jerez e di familiari di
questi, secondo Novoa.
Galàn era stato ambasciatore del Messico in
Nicaragua e fuggì dal paese insieme a López Toledo
il 7 marzo del 2002, dopo che la Polizia l'aveva
interrogato per i suoi contratti col Canal 6. Fino
ad oggi non si sa nulla di loro e non hanno mai
risposto per il delitto di frode. Il Ministero degli
Esteri ha chiesto la loro estradizione, che non é
mai stata concessa.
Come è stato il saccheggio?
Alemàn, nella sua dichiarazione come testimone, ha
detto che ordinava che si spostasse denaro per il
Canal 6 a titolo di pubblicità, perché voleva
migliorare la copertura che il canale aveva nel
paese. Ma i più di 1,3 milioni di córdobas non sono
mai stati usati per migliorare la stazione
televisiva. Secondo Novoa, i messicani depositarono
parte del denaro in conti della FDN.
Quando il governo di Bolaños iniziò il suo mandato,
si rese conto che il canale aveva debiti per
macchinari e apparati tecnologici che non si
trovavano negli studi televisivi. Chiesero allora
aiuto alla Direzione di Indagini Economiche della
Polizia Nazionale e scoprirono la frode.
Il Canal 6 consegnò, per ordine di Rodríguez e
Pratt, tra agosto ed ottobre del 2001, un milione di
dollari a Servicios Integrales Casco S. A., senza
che esistesse una reale giustificazione.
Nel dicembre di quell'anno, Duarte sottoscrisse un
contratto con detta impresa per 5 mila dollari
mensili, per concedere programmi al Canal 6 da
trasmettere in tutto il paese.
Il Canale 6 non aveva la capacità economica per
pagare quelle somme di denaro e per questo i
pagamenti si fecero con denaro dell'Impresa
Amministratrice degli Aeroporti Internazionali
(EAAI), di Enitel, dell'Istituto Nicaraguense di
Turismo (Intur) e del Ministero del Tesoro e delle
Finanze, secondo l'indagine svolta dalla Contraloría
General de la Repubblica (CGR) nel 2002.
Con parte del denaro trasferito si aprirono due
conti: uno nel Banco de America Central (BAC) ed
un'altro nel Caley Dagnall. I due conti erano
gestiti da Pratt e Rodríguez e non risultavano dalla
contabilità del Canal 6, precisa l'indagine.
Con le due imprese dei messicani si firmarono altri
contratti, nei quali figuravano come intermediari di
una relazione tra TV Azteca del Messico ed il Canal
6. Il potente canale televisivo messicano avrebbe
somministrato materiale ed altre attrezzature
tecnologiche per migliorarlo e per la copertura in
tutto il paese.
TV Azteca firmò con le società dei messicani un
contratto affinché si commercializzassero i suoi
programmi per mezzo del Canale 6. Il pagamento
sarebbe avvenuto con una parte delle vendite, ma
López Toledo e Galàn non rispettarono il contratto.
Alemàn, nella sua dichiarazione davanti alla giudice
Arias, disse che aveva ordinato la capitalizzazione
e l'ampliazione della copertura del Canale 6 per
"motivi di sovranità nazionale" perché glielo aveva
suggerito il suo comitato di sicurezza.
Uno degli argomenti di Alemàn era che le
trasmissioni del canale dovevano arrivare fino alle
popolazioni vicino alle frontiere con Costa Rica e
Honduras, per i problemi che il paese aveva con
quelle nazioni limitrofe.
Duarte, che l'11 gennaio del 2002 aveva tentato di
ritirare dalla banca 200 mila dollari che rimanevano
su un conto del Caley Dagnall, disse nelle sue
dichiarazioni che aveva realizzato bonifici e
firmato contratti per ordine di Alemàn e Martha
McCoy, che aveva ricoperto il suo stesso incarico .
Tuttavia, la CGR decise che Alemàn non era
responsabile per quei bonifici. Altri funzionari
vennero dichiarati colpevoli solo per responsabilità
amministrativa e solo per Duquestrada e Pratt si
chiese la responsabilità penale. Per quest'ultimo,
però, la Corte d'Appello decise la sospensione del
giudizio.
Ma la risoluzione della CGR avrebbe avuto validità
solo se la giudice l'avesse presa in considerazione,
se non fosse passata inavvertita e si basava sulle
altre prove somministrate dalla Procura.
La seconda parte del giudizio
Il 4 aprile del 2002, mentre il Canal 6 veniva
chiuso definitivamente per illiquidità, l'allora
Procuratore speciale e oggi Procuratore generale,
Alberto Novoa, accusò Alemàn, che a suo tempo era
stato uno degli uomini più potenti del Nicaragua, il
deputato David Castillo, ex Segretario della
Presidenza, e Martha McCoy, per aver ordinato ai
Ministri e Direttori di entità autonome statali di
trasferire il denaro da queste istituzioni al Canal
6.
Per aver girato assegni a favore del Canal 6 vennero
accusati, tra i funzionari di secondo rango,
Ausberto Narváez, Mario Medrano, David Robleto Lang,
Esteban Duquestrada e Salvador Quintanilla.
In totale furono 16 gli accusati. Di questi, solo a
Castillo e McCoy non fu aperto un processo, in
quanto godevano dell'immunità parlamentare perché
deputati della Asamblea Nacional e del Parlamento
Centroamericano.
Da aprile fino al 12 di dicembre di quell'anno, si é
sviluppata una lunga lotta per privare i tre
deputati dell'immunità. Alla fine solo Alemàn é
stato privato di tale privilegio e il 22 dicembre è
stato condannato dalla giudice Ileana Pérez.
Quello stesso giorno la giudice - ora magistrata -
Juana Méndez emise un'altra sentenza contro Alemàn
per il delitto di riciclaggio di denaro sporco.
Entrambe le giudici decisero di concedere ad Alemàn
gli arresti domiciliari.
Tutti liberi
A partire da quel momento, tutti gli imputati
vennero rilasciati. Quintanilla e Mayra Medina
uscirono pagando la cauzione il 23 da dicembre del
2002. Precedentemente erano usciti Pratt, Narváez e
Medrano.
Intanto Novoa era stato rimosso dall'incarico di
Procuratore speciale e fu con il nuovo Procuratore,
Eduardo Boza, che gli imputati cominciarono a essere
liberati.
Lo stesso presidente Bolaños intercedette per alcuni
imputati che stando in prigione si erano "ammalati".
Lo stesso fece Boza e quando vennero liberati, non
fece nulla come Avvocato dello Stato.
Ora che anche Alemàn è stato assolto, sono pochi
quelli che rimangono con responsabilità. I due
messicani e Duquestrada che sono latitanti, Medina,
libera su cauzione e alcuni funzionari minori.
CIFRE DEL SACCHEGGIO
Ministero del Tesoro e delle Finanze 500.000 dollari
Istituto delTurismo 350.000 dollari
aeroporto 150.000 dollari
nitel 571.000 dollari
Totale 1.571.000 dollari
* Di questo denaro, 1.3 milioni di dollari é stato
trasferito a Casco S.A. e sono stati recuperati
220.150 dollari. La perdita è stata di 1.350.848
dollari. Fonte: CGR
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