Ecuador/Colombia: Pioggia natalizia di diserbanti
Torna l’incubo fumigazioni in territorio ecuadoriano. Lunedì 20 dicembre cinque aerei e due elicotteri statunitensi della Dyncorp, in forze presso l’esercito colombiano, hanno sorvolato per otto ore i villaggi ecuadoriani al confine con la Colombia, con l’obiettivo dichiarato di distruggere le piantagioni di coca ed assestare un duro colpo al narcotraffico.
Si tratterebbe così del quinto ciclo di fumigazioni in territorio ecuadoriano dall’avvio del Plan Colombia, il primo dopo l’impegno del governo colombiano a non fumigare ad una distanza inferiore ai 10 km dalla frontiera con l’Ecuador.
A denunciare l’accaduto è stato David Reyes, membro del Comitato Interistituzionale contro le fumigazioni, secondo il quale “il vero obiettivo di questa strategia non è la coca ma i contadini”, accusati di sostenere la guerriglia colombiana.
La denuncia si basa sulle testimonianze di alcuni contadini ecuadoriani della Federazione di Organizzazioni Contadine della zona di Frontiera Ecuadoriana di Sucumbìos (FORCCOES).
Raggiunto telefonicamente, il presidente di FORCCOES Daniel Alarcòn, oltre a confermarci la notizia, ha aggiunto che è stato chiesto l’intervento della Chiesa Cattolica nel tentativo di dare un rifugio alle centinaia di famiglie che stanno fuggendo dai villaggi colpiti, in particolare Puerto Escondido, Puerto Mestanza, 5 de Agosto, 18 di Novembre, a pochi chilometri dal confine colombiano.
Attraverso il cosiddetto “cammino della coca”, via di accesso all’Ecuador preferita dai narcotrafficanti, nonché la zona dove si verificano la maggior parte dei sequestri da parte delle Forze armate rivoluzionarie di Colombia (FARC), avevamo raggiunto questi villaggi poche settimane fa, per verificare le conseguenze dell’ultima ondata di fumigazioni avvenuta lo scorso agosto. Gli abitanti delle comunità contadine ci avevano mostrato i loro campi, coltivati a mais, riso, yucca, banane e papaye. Nessuna traccia di coltivazioni di coca, nonostante ci fosse stata concessa la possibilità di rimanere alcuni giorni e visitare le zone circostanti senza nessuna limitazione negli spostamenti
Eppure dal gennaio del 2001 anche l’Ecuador è vittima della “guerra alle droghe”. Una guerra chimica che si inserisce all’interno del Plan Colombia e che viene condotta attraverso l’utilizzo di potenti erbicidi dalle gravi conseguenze sulle persone, sugli animali e sull’ambiente.
Gli abitanti dei villaggi colpiti raccontano di questi aerei che arrivano all’alba e fumigano per tutto il giorno. “Inizialmente i bambini pensavano fosse un gioco ed inseguivano gli aerei”, ci dice Segundo Rodendo Andrade della comunità “5 de Agosto”, il cui figlio è morto a causa delle fumigazioni. “Quando hanno sofferto i primi disturbi – continua il signor Andrade – e alcuni di loro sono morti, hanno capito che non era un gioco e adesso si nascondono non appena sentono passare un aereo sopra le nostre case”.
I danni causati in quattro anni di fumigazioni sono incalcolabili. Raccolti distrutti in pochi minuti, terreni che diventano neri e rimangono improduttivi per un periodo che varia dai quattro mesi ai tre anni, fiumi e pozzi contaminati per anni, allevamenti decimanti. Ma le conseguenze peggiori le soffrono gli abitanti delle comunità fumigate: tumori alla pelle, alterazioni del sistema nervoso, asma, disturbi alla vista e all’apparato digerente.
Un recente studio effettuato da Acciòn Ecologica, storica Ong ambientalista ecuadoriana, ha dimostrato che il 100% delle donne ecuadoriane e colombiane che vivono in zone fumigate, presentano lesioni genetiche nel 36% delle loro cellule, cioè cinque volte di più rispetto alle donne che vivono ad 80 km dal confine.
Glifosato: la morte viene dal cielo
Dal 1978, anno in cui sono state effettuate le prime fumigazioni in territorio colombiano, si sono sperimentati diversi erbicidi, fino ad utilizzare a partire dal 1986 il glifosato, la cui formula Roundup, di proprietà della multinazionale statunitense Monsanto.
Il Roundup tradizionale miscela il glifosato con una sostanza chimica (POEA) che ne amplifica gli effetti. L’inefficacia di questa formula nella lotta alle coltivazioni illecite, spinse però il governo colombiano, su consiglio nordamericano, ad utilizzare una formula ancora più potente, il Roundup Ultra. Questa nuova composto, utilizza un nuovo agente chimico che quadruplica gli effetti del Roundup tradizionale, e di conseguenza anche la sua tossicità, tanto che negli Stati Uniti se ne raccomanda l’uso in una concentrazione dell’1% e con adeguate attrezzature di protezione. In Colombia invece le fumigazioni di Roundup Ultra raggiungono concentrazioni del 26%.
Un altro agente utilizzato nelle fumigazioni è il fungo Fusarium Oxisporum, manipolato geneticamente per attaccare esclusivamente le piantagioni di coca. Studi recenti hanno però dimostrato che si tratta di un fungo fortemente instabile che potrebbe mutare attaccando anche altre coltivazioni; ed il caldo umido della foresta amazzonica potrebbe moltiplicarne gli effetti a tal punto che gli studiosi sottolineano il rischio di una grave catastrofe ambientale.
In Unione Sovietica, durante gli ultimi anni della seconda guerra mondiale, in seguito ad una intossicazione da cereali causata da una varietà del fungo Fusarium che comportò la morte di centinaia di migliaia di persone, alcuni scienziati studiarono le tossine del fungo e dimostrarono che non si dissolvono nell’acqua. Contemporaneamente, studiosi francesi e inglesi giunsero alla conclusione che 4 o 5 milligrammi sono sufficienti per uccidere una persona.
Tutto ciò ha obbligato buona parte della popolazione che vive nella zona di frontiera ad abbandonare le proprie case ed i propri villaggi. Quello dei profughi costituisce infatti uno degli impatti nascosti del Plan Colombia e delle fumigazioni.
Nella provincia ecuadoriana di Sucumbìos, la più colpita dalle fumigazioni, circa il 60% dei contadini ha abbandonato le sue terre. Alle fumigazioni si aggiungono, inoltre, le frequenti incursioni da parte della guerriglia che oltrepassa il confine in cerca di cibo e soldi, nonché le visite e le minacce dei paramilitari. Pochi giorni fa un intero villaggio ecuadoriano è stato abbandonato dagli abitanti in seguito alle minacce di morte dei paramilitari che li accusavano di essere alleati con le FARC.
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