Nicaragua: Herty Lewites, sindaco uscente di Managua: "Ho diritto ad essere presidente"
Ha terminato il suo mandato al Comune di Managua con un indice di popolarità molto alto tra la gente della capitale ed ora vorrebbe fare il grande salto.
Personaggio storicamente legato al Frente Sandinista fin dai tempi della guerra di liberazione contro la dittatura somozista, è stato Ministro del turismo durante gli anni 80, mantenendo un profilo basso e lontano dalla dirigenza sandinista che condusse le sorti del Nicaragua ai tempi della Rivoluzione.
Imprenditore di discreto successo, estremamente pragmatico, ha condotto l'amministrazione comunale in modo efficiente, rispettando quanto aveva detto all'inizio del suo mandato: "Da oggi metto nel cassetto l'amata bandiera rojinegra e sarò il sindaco di tutti i managuas, indipendentemente dal colore politico".
Questa dichiarazione aveva creato subito frizioni con la dirigenza del partito.
Ha moltiplicato le entrate del comune, ha cominciato a tassare i settori della borghesia nicaraguense per le innumerevoli proprietà di cui godono. Ha gestito molto bene la problematica della spazzatura e della pulizia di Managua ed ha distribuito migliaia di titoli di proprietà, iniziando la legalizzazione dei quartieri spontanei (asentamientos) sorti con il continuo flusso di nicaraguensi che hanno abbandonato il nord del paese e le campagne in crisi.
Ha saputo gestire il drammatico problema dei trasporti a Managua, scontrandosi spesso con il settore delle cooperative del trasporto che gestiscono in modo selvaggio e monopolico l'unico vero mezzo di spostamento della maggioranza degli abitanti della capitale.
Mentre il suo partito iniziava lo scontro con il potere esecutivo, Lewites ha mantenuto un buon rapporto con il Presidente Bolaños, cosa che ha destato un certo risentimento all'interno del Fsln.
Molti lo inseriscono tra la schiera di quel settore imprenditoriale sandinista vicino all'ex generale Humberto Ortega, oggi fuori dal partito, ma personaggio molto influente che propugna da anni un accordo nazionale tra le principali forze del paese in un'ottica socialdemocratica e che vedrebbe con buon occhio un allontanamento dalla politica nazionale del fratello Daniel.
All'interno del Frente Sandinista la sua figura è vista con sospetto, in quanto persona poco controllabile. Su di lui pesa il fatto di aver abbandonato (anche se non ufficialmente) il partito nel 1995 quando ci fu la scissione che portò alla nascita del Movimiento de Renovaciòn Sandinista (MRS) di Sergio Ramìrez e di aver poi partecipato alle elezioni del 1996 come a candidato a sindaco di Managua con il Movimiento Sol, da lui formato.
La sua figura si scontra oggi con quella del Segretario del Fsln, Daniel Ortega, che si profila per l'ennesima volta come candidato per le prossime elezioni, dopo aver perso le ultime tre (1990-1996-2001).
Da alcuni mesi sono iniziati attacchi verbali alla sua persona che mettono in dubbio la sua "autenticità sandinista". Sotto a tutta questa diffidenza esiste probabilmente la preoccupazione di vedere eletto un personaggio che, una volta presidente, si stacchi da qualsiasi logica di partito e ricrei la situazione che Bolaños ha creato con il Partido Liberal.
Uno scontro che appare impari, in quanto a favore del leader storico del sandinismo si schiererà la macchina elettorale e l'intera struttura del partito.
Lewites, però, spera di poter contare con l'appoggio della gente e di quella società civile che da anni si è staccata dal partito.
A partire dal 30 gennaio inizierà la sua campagna e un giro per l'intero paese per sondare gli umori della gente.
A quasi due anni dalle prossime elezioni, la lotta interna al Frente sandinista è già aperta.
(Giorgio Trucchi)
di Josè Adàn Silva - La Prensa
"Che cosa ha pianificato Herty Lewites una volta uscito dal Comune di Managua?
Mi rimangono circa due settimane di grossa pressione perché dovrò aspettare che la Contraloría General della Republica mi dia l'approvazione sulla presentazione dei conti della mia amministrazione. Ciò è molto importante prima di lasciare l'incarico. Devo anche mettere in ordine l'inventario di quello che consegno al nuovo sindaco Dionisio Marenco e mi rimangono circa sette od otto opere da inaugurare ancora, consegnare più di circa quattro mila titoli di proprietà e consegnare la fascia di sindaco e ritirarmi del lavoro.
E una volta fuori?
Ho preso la decisione di non ritirarmi dalla politica, perché avevo due strade: continuare nella politica o ritirarmi. Ho già preso la decisione di continuare ed il giorno 17 gennaio chiamerò i mezzi d'informazione per far sapere quale sarà la mia posizione all'interno del Frente Sandinista (FSLN), perché credo che il Fsln possa vincere le elezioni del 2006 e bisogna che uno dia tutto quello che ha.
Dopo tutto esco con buon capitale politico, con un'approvazione molto buona non solo a Managua, esco con un 84 per cento di apprezzamento a livello nazionale. Questo è un fenomeno che non si guadagna tanto facilmente, perché un politico entra sempre con una percentuale di gradimento alta e alla fine ne esce con una bassa. Qui è stato il contrario: sono entrato con il 50 per cento e ho finito con oltre l'80 per cento. Credo che il mio partito debba analizzare bene questo capitale di cui gode uno dei suoi militanti, saperlo sfruttare e prendere decisioni con molta pazienza, molta saggezza perché, come abbiamo vinto le elezioni municipali, esiste una gran opportunità di vincere quelle generali.
La sua popolarità ha risvegliato una certa gelosia nel circolo di persone più vicine al comandante Daniel Ortega. Non ha paura che lo boicottino per non fare ombra al comandante Ortega?
Io parto dal fatto che la leadership del Segretario generale Daniel Ortega nel partito è indiscutibile, chi lo mette in dubbio è fuori dalla realtà. Ha una leadership molto grande e come Segretario del partito, ha anche una forza coercitiva molto grande al suo interno.
Daniel ha anche dimostrato che nelle due elezioni anteriori è andato sul sicuro nelle elezioni primarie del partito. Ora, è normale che i gruppi che circondano sempre i dirigenti gli stiano raccontando solo cose positive e Daniel, in questo modo, ascolta solo cose buone.
Allora il dirigente, con buone intenzioni, segue quella strada e quello che succede dopo è che la gente incomincia a dire che quel gruppo sta consigliando male il leader.
Io credo che il comandante abbia vicino un gruppo abbastanza grandicello che non gli dice come stanno le cose veramente e questo non aiuta a democratizzare il partito.
Questo è il lavoro che bisogna fare all'interno del partito.
Se c'è già stato un grosso processo di democratizzazione, io continuerò a farlo e mi presenterò a una elezione primaria tranquillamente, perché il comandante si è già presentato a due Primarie ed ha vinto in tutte. Nella prossima sarò lì insieme a molti altri militanti...
È sicuro che nelle prossime Primarie, chi ha maggiore opportunità di vincere sono Lewites e Ortega?
Il comandante Ortega ha una grande forza in Nicaragua, come Segretario generale del partito e questo tipo di forza non la potrò avere. La mia è una forza che è nata in questi quattro anni e che vedremo se si manterrà da ora in avanti.
Il lavoro che devo fare è enorme e non è un lavoro molto facile da fare attraverso le strutture del Frente, dove io dovrò vedere se c'è ricettività o no.
Se ci fosse un certo grado di accettazione, perfetto, se non ci fosse dovrò attenermi alle decisioni nella votazione della militanza sandinista.
Lewites pensa unicamente ad una candidatura alla Presidenza o accetterebbe una Vicepresidenza?
Il partito è già stato molto chiaro. Ho ascoltato le dichiarazioni di Álvaro Baltodano, che è il coordinatore della Convergencia Nacional e che mantiene la comunicazione ufficiale del comandante Ortega con la Convergencia. E' stato molto chiaro dicendo che Herty non può essere candidato per la Convergencia perché non è della Convergencia.
Io non sono della Convergencia, io sono militante del Frente Sandinista, pertanto ho scartato la possibilità di essere candidato alla Vicepresidenza (secondo gli accordi, durante le prossime elezioni presidenziali, il candidato alla Presidenza sarà del Fsln e quello alla Vicepresidenza sarà della Convergencia, l'insieme di personalità e piccoli partiti che appoggiano da vari anni il Frente Sandinista n.d.r.).
È l'unica cosa che mi rimane ancora da fare dopo 25 anni di militanza nel Frente Sandinista e ho diritto ad essere presidente per il Fsln.
Siccome le stanno chiudendo le porte o almeno così sembra... non ha pensato alla possibilità di cercare rifugio in una terza forza o in un altro partito?
La prima cosa che mi domando è: perché dovrebbero chiudermi le porte se non l'hanno fatto in precedenza con altri candidati alle Primarie? Perché a me? E' ancora presto per dirlo e non voglio nemmeno pensarci.
La mia decisione è quella di presentarmi alle Primarie e aspetto che si riunisca il Congresso Sandinista per decidere quando saranno.
Esiste o no la possibilità di un'alleanza con gente che non sia del FSLN, come per esempio Eduardo Montealegre, del Partido Liberal Constitucionalista (PLC)?
No, credo di no, non ci ho nemmeno pensato, soprattutto quando Eduardo dice che sta tentando di essere il candidato del PLC. Lui sta facendo il suo lavoro per essere il candidato liberale ed io farò il mio per esserlo del Frente. Siamo molto lontani ed è difficile che si possa convergere.
Si è discusso, dentro la linea ortodossa affine al comandante Ortega, l'appoggio che Lewites gode da parte dell'ex Generale Humberto Ortega. Come si manifesta quest'appoggio?
Guarda, è completamente falso che il generale Ortega mi abbia detto che mi dà o non mi dà il suo appoggio. Abbiamo parlato di varie cose e gli ho anche detto della mia aspirazione. Lui mi ha risposto di pensare bene a come lancerò la mia candidatura perché la struttura del Frente è ben organizzata. Mi ha detto che mi aspetta un lavoro duro e che è una mia decisione e punto.
Dice quindi che esiste un appoggio tacito di Humberto Ortega?
Non c'è niente di tutto questo. Fino ad oggi, il generale Ortega non ha detto niente, può essere che domani dica che sono il suo candidato o che sia un altro, ma fino ad oggi non ha detto niente. L'ho visto una sera di queste, il 25 dicembre, e abbiamo conversato di molte cose, principalmente sul dialogo nazionale, ma la mia candidatura l'abbiamo appena toccata.
In questo tema del dialogo, è dell'opinione che le principali forze politiche debbano sedersi per affrontare i problemi del Nicaragua?
Io credo che sarebbe l'errore più grande nella storia del Nicaragua se le tre forze, perché ci sono tre forze politiche, non si sedessero a dialogare quest'anno. Io credo che se queste forze non si riuniranno dopo il 10 gennaio le conseguenze saranno molto gravi, molto, molto costose, non per le forze politiche, bensì per il Nicaragua. Così non ci sarebbe una strada per risolvere le cose importanti per il popolo e il popolo potrebbe prendere decisioni molto forti. Ha già dimostrato varie volte che è un popolo tranquillo, ma ribelle, e quando prende delle decisioni, prende decisioni molto forti.
È quello che è successo a Somoza. Non ha voluto iniziare un dialogo e che cosa è successo è risaputo.
Noi nel periodo della rivoluzione ci rendemmo conto che dovevamo andare ad un dialogo con la Contra e abbiamo considerato che la soluzione migliore fosse quella delle elezioni. Le abbiamo fatte, abbiamo perso, abbiamo consegnato il potere e abbiamo evitato un bagno di sangue.
Credo che se ora non si arriva a un dialogo ci potrebbe essere uno scontro tra chi non è d'accordo con il tipo di politica in atto e chi la sta portando avanti.
Ha parlato di queste cose al comandante Ortega?
Abbiamo conversato di tutto, così come ho parlato con il presidente Enrique Bolaños a cui ho detto che è la persona con la maggiore responsabilità perché è il Presidente di tutti i nicaraguensi ed è lui che deve aprire tutte le porte per vedere la cosa più positiva di cui ha bisogno il paese.
A suo parere, che cosa sarebbe la cosa più positiva per il Nicaragua?
Per prima cosa bisogna recuperare la fiducia. Un paese dove non c'è fiducia è un paese che si paralizza e adesso la fiducia si è persa. La gente è in una situazione in cui non sa dove sta andando, che cosa sta succedendo... Si parla di tante cose che inquietano la popolazione e bisogna dare stabilità alla popolazione e agli investimenti. La stessa fiducia bisogna darla a chi investe nel paese. Bisogna definire le priorità a beneficio della popolazione".
Dopo questa intervista che si è svolta poco prima dell'inizio del nuovo anno, il tono dello scontro è cresciuto. Lo stesso Daniel Ortega ha dichiarato pubblicamente che Herty Lewites non potrà essere candidato presidenziale per il Frente Sandinista in quanto ha abbandonato il partito nel 1996 partecipando alle elezioni municipali con un altro movimento, ma soprattutto che non è una persona affidabile in quanto ha la stessa mentalità del Presidente Bolaños.
A tali dichiarazioni, Lewites ha alzato il tono dello scontro interno al partito.
“Spiritualmente mi sento bene come non mai e quindi non ho paura di nessuno, anche se spero di non dovermi scontrare con Daniel che è un mio grande amico da più di 30 anni.
Nelle ultime tre elezioni ha sempre perso, per cui è ora di cambiare e di pensare con la testa e non con il cuore.
So già che inizierà una campagna sporca per cercare di togliermi prestigio, ma sono in molti quelli che mi appoggiano e il 30 gennaio usciranno allo scoperto e si schiereranno con me sul palco".
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