Dittature in America latina: Dopo anni di impunità cominciano a tremare apparati militari e governi compiacenti
L'Unità: "Il sociologo che ha svelato le torture di Pinochet"
Patricia Verdugo, giornalista cilena che tramite le sue inchieste ha contribuito all'arresto di Pinochet, parla legittimamente di miracolo nel descrivere il processo che stavolta il dittatore non riuscirà ad evitare. Di miracolo si può parlare anche per altri paesi coinvolti nell'Operazione Condor: in Argentina, Uruguay e Paraguay i responsabili delle torture, delle fucilazioni e dei voli della morte stanno cominciando a tremare, dopo anni e anni in cui hanno goduto della protezione di apparati militari e governi compiacenti.
In Argentina la svolta è stata determinata dal Presidente Kirchner, dopo che i precedenti inquilini della Casa Rosada si erano guardati bene dal mettere in discussione le leggi di Punto Finale e Obbedienza Dovuta, che di fatto avevano continuato a garantire i militari da qualsiasi indagine. Di certo la società civile ha fatto la sua parte nel mantenere viva la memoria sui crimini e le torture commesse dal triumvirato Masera-Videla-Scilingo, basti pensare al puntuale lavoro di denuncia condotto dalle Madres de Plaza de Mayo e alle frequenti forme di escrache organizzate dai figli dei desaparecidos, ma è stato soprattutto l'annullamento per incostituzionalità delle leggi di obbedienza dovuta ad impaurire la casta militare argentina, che, se confermata dalla decisione della Corte Suprema, riaprirà definitivamente il caso-desaparecidos e riuscirà perlomeno a restituire giustizia alle famiglie degli scomparsi.
Anche la società civile uruguayana attende significative novità sull'Operazione Condor, condotta all'epoca dal presidente Juan Marìa Boardaberry. Il neoletto Tabarè Vasquez sembra aver già voluto dare un segnale molto forte in proposito nominando tra i ministri del suo governo numerosi ex esiliati e detenuti politici: Eduardo Bonomi (Ministro del Lavoro), Victor Rossi (Ministro dei Trasporti), Josè Mujica (Ministro dell'Agricoltura), José Diaz (Ministro degli Interni), ma soprattutto Azucena Berruti (Ministro della Difesa), già avvocata dei detenuti politici. Nonostante l'ex presidente Boardaberry stia per salvarsi dall'accusa di attentato alla Costituzione per aver favorito l'avvento della dittatura nel 1973 per prescrizione dei termini, Azucena Berruti, sostenuta dalle associazioni per i diritti umani, non sembra scoraggiarsi, tanto che ha dichiarato fin dal suo insediamento il suo impegno nel portare avanti le indagini sul periodo del regime uruguayano, al contrario del Partido Blanco e Colorado, che mai si erano dimostrati disponibili a fare luce sugli anni bui vissuti nel piccolo paese sudamericano. Per il momento, rivela selvas.org, l'ex Presidente della Repubblica Sanguinetti è stato convocato dal giudice per farsi spiegare il motivo per cui nel 1989 applicò la legge di "Caducità della Pretensione Punitiva dello Stato" agli assassini dei deputati Zelmar Michelini ed Héctor Gutiérrez Ruiz, uccisi nel 1976 a Buenos Aires.
L'uccisione degli oppositori politici che si trovavano fuori del loro paese di appartenenza era un fatto comune nell'ambito dell'Operazione Condor, così come l'interrogatorio dei prigionieri ad opera di militari argentini, cileni, brasiliani, uruguayani, boliviani e paraguayani. Proprio un paraguayano, il sociologo Martin Almada (arrestato con l'accusa di "rivolta intellettuale"), risulta essere nelle inchieste di Patricia Verdugo una delle maggiori spine nel fianco dei regimi militari. Scappato dall'ospedale dove era ricoverato dopo uno sciopero della fame organizzato dai detenuti politici e chiesto asilo politico all'ambasciata di Panama, decise nel 1989 di querelare Stroessner, il generale che ha governato con il pugno di ferro il Paraguay per ben 35 anni. Dopo numerose ricerche alla fine Almuda riesce a trovare in una casa trasformata dalla polizia in un carcere di tortura documenti che testimoniano l'organizzazione dell'Operazione Condor: Condor Uno, sottolinea Patricia Verdugo, è il nome in codice di Pinochet.
Anche di questo sarà chiamato a rispondere il generale cileno al processo, e forse riusciranno ad ottenere giustizia tutti quei familiari dei desaparecidos che durante la dittatura presentarono più di quindicimila ricorsi ai tribunali cileni che li respinsero tutti.
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