Il forum sociale mondiale e le storie di due presidenti: Chavez del Venezuela e Lula del Brasile
Porto Alegre, Brasile. Criticato da alcuni per essere poco più di un circolo di discussione ed un "centro commerciale per la sinistra", il Forum Sociale Mondiale di quest'anno, alla sua quinta edizione, a Porto Alegre, in Brasile, ha aperto una breccia decisiva all'interno del Forum. Ha rappresentato un'occasione di cruciale importanza per il dibattito e la critica delle strategie politiche, sociali ed economiche progressiste volte a rendere "possibile un mondo alternativo". Trecentocinquantadue proposte ed appelli per attività sono emersi da oltre 2000 gruppi di esperti e workshop tenutisi all'interno del forum. Al termine del Forum, un gruppo di 19 capi fondatori del Forum Mondiale Sociale (WFS) ed il suo Comitato Internazionale hanno pubblicato un manifesto denominato il Consenso di Porto Alegre, esortando le 120.000 persone iscritte al Forum Mondiale Sociale di apporre la propria firma sul Manifesto se vi vedevano rispecchiato il loro lavoro, le loro idee e i loro progr!
ammi per il futuro.
Forse altrettanto importante è stato il fatto che leader politici, come ministri di governo e presidenti, abbiano preso parte al forum per sottoporre le proprie idee e i propri progetti alla discussione ed al dibattito. Il Presidente Hugo Chavez del Venezuela, più di ogni altro leader politico, ha riflettuto sulla influenza crescente del forum sulla politica globale. Nel suo discorso allo stadio Gigantinho di Porto Alegre, ha definito il forum "l'atto politico più importante al mondo" e ha proseguito presentando per la prima volta il percorso "socialista" che egli prefigura per la rivoluzione boliviana.
Al terzo Forum Sociale Mondiale tenutosi a Porto Alegre nel 2003 il Presidente Ignacio "Lula" da Silva aveva tenuto un discorso al forum di Porto Alegre, appena poche settimane dopo aver preso la fascia presidenziale. Allora le speranze si erano levate alte e si era creduto che Lula ed il Partito dei Lavoratori da lui fondato potessero realizzare riforme profonde e sfidare la stretta neo-liberista di Washington sull'economia del Brasile. La folla aveva applaudito con entusiasmo al suo annuncio che al primo posto delle sue priorità stesse la risoluzione del problema della fame in Brasile.
Al Forum Sociale di quest'anno sembrava che la folla ancora simpatizzasse per Lula, dato che ripetutamente è stato intonato lo slogan di solito cantato negli stadi di calcio adattato in suo onore, "ole, ole, ole, Lula, Lula." Ma nello stadio si è percepito un palpabile senso di disillusione nei confronti di Lula. Pur avendo appoggiato politiche internazionali progressiste come l'opposizione a Bush riguardo alla guerra in Iraq, la politica economica del suo governo nel complesso ha seguito gli atteggiamenti neo-liberisti dei suoi predecessori, per la gioia di capitali stranieri e di grandi banche.
Persino il suo programma anti-fame è in difficoltà, fornendo poco più che miseri sussidi assistenziali mentre la riforma agraria, la vera chiave per la risoluzione del problema della malnutrizione in Brasile, sta languendo. I suoi vecchi alleati, il Movimento dei Lavoratori senza Terra, si trovano ora in contrasto con Lula e premono affinché mantenga le sue promesse. Per sollevare la pressione, 200.000 membri senza terra si sono accampati per le strade principali con lo scopo di rendere consapevole l'opinione pubblica della loro situazione disperata. Quando Lula ha annunciato che l'indomani si sarebbe recato a Davos, in Svizzera, per partecipare al Forum Economico Mondiale, la riunione dei ricchi e dei potenti, dichiarando di voler essere una sorta di "ponte" tra i due forum, la parola "traditore" è risuonata nello stadio tra i fischi.
Fuori dal padiglione dove Lula parlava è scoppiata una zuffa tra ex-membri del Partito dei Lavoratori che stavano protestando. Venti persone sono state arrestate.
Tre giorni dopo, la folla al Gigantinho era in piedi ad ascoltare il discorso militante di Hugo Chavez che ha denunciato la "egemonia" degli USA e proclamato il "socialismo" come obiettivo del suo movimento politico. "Solo con il socialismo noi possiamo trascendere il capitalismo.". Un ex ufficiale militare populista eletto alla presidenza nel 1998, Chavez si è imbattuto in un sistema di partiti politici corrotti e nella oligarchia locale spalleggiata dagli Stati Uniti. Egli ha aumentato la spesa sociale e si è mosso per esercitare il controllo statale sulle entrate ricavate dall'industria petrolifera. Chavez è stato per breve tempo estromesso da un colpo di stato ad opera di civili e militari nel 2002 appoggiati dall'amministrazione Bush. Ma dopo due giorni è ritornato al potere grazie a frange di militari a lui fedeli e ad una insurrezione popolare.
Durante la prima parte del suo discorso, slogan come "Chavez si, Lula no" hanno riecheggiato tra il pubblico. Ma Chavez ha fatto segno di smettere e ha invitato a formare un ampio "fronte anti-imperialista". Chavez, alludendo alle condizioni del Venezuela, ha dichiarato che "adesso è giunto il momento" per un attacco al neo-liberismo e che il socialismo è all'ordine del giorno. La folla ha dimostrato la sua approvazione con fragorose grida di entusiasmo.
Forse qualcuno potrebbe affermare che quanti oggi elogiano Chavez rimarranno presto delusi, così come è accaduto a chi aveva creduto in Lula due anni prima. Tuttavia le misure che sono state concretamente messe in pratica dalla rivoluzione boliviana a partire dal colpo di stato del 2002 indicano che forse una profonda rivoluzione sociale sia in atto.
Chavez ha sottolineato di aver già dirottato 4 miliardi di dollari ricavati dall'industria petrolifera nei programmi sociali e di avere intenzione di fare molto di più. (Si noti che gli Stati Uniti hanno devoluto soltanto 350 milioni di dollari per le vittime dello Tsunami in Asia.) Programmi di sanità pubblica e di medicina, alloggi per chi ha redditi bassi; questi e molti altri progetti sono in procinto di essere realizzati in Venezuela. Durante la mattinata precedente al discorso tenutosi al Gigantinho, in un incontro con lo MST in una delle cooperative della campagna, Chavez ha proclamato che "fino a quando esisterà il capitalismo, sarà impossibile eliminare la povertà."
Lula nella sua presentazione il primo giorno al Gigantinho ha fatto un appello per l'"istituzionalizzazione" del forum in Brasile. Il Comitato Internazionale del forum ha ignorato la sua proposta, preferendo un indirizzo internazionalista per il Fondo Mondiale Sociale. Nel 2006 il forum verrà decentralizzato e forum regionali avranno luogo in varie zone del mondo. Il luogo designato per il "Forum delle Americhe" è Caracas, in Venezuela.
Con lo scontro sempre più aperto tra Chavez e Bush e l'occupazione in Iraq che continua, si prospetta che il forum di Caracas possa segnare un passo avanti per il Fondo Mondiale Sociale, dato che si affronteranno questioni critiche di portata mondiale e sarà una piattaforma per i leader che stanno scuotendo il mondo con nuove e profonde alternative al neo-liberismo e all'imperialismo degli USA.
Tradotto da Cristina Pezzolesi per www.peacelink.it
Il testo e' liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la
fonte e l'autore
il filmato dell' intervento di Hugo Chavez
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