Venezuela: la corsa agli armamenti?
La decisione di Chavez, di inziare il suo giro mondiale da Mosca ha allarmato parecchi paesi che hanno inziato a preoccuparsi di una presunta corsa agli armamenti nella regione.
Il primo giornale a denunciare che il Venezuela " si stava armando fino ai denti" è stato il quotidiano conservatore brasilaino "O Estado de Sao Paulo" che segnalava le preoccupazioni del governo brasiliano per il massiccio acquisto di armi da parte del governo venezuelano nell'ultima settimana e sopratuitto quello di 50 mig 29 STM Fulcrum russi armati di tutto punto per un valore di 5 mila milioni di dollari.
In più il governo venezuelano ha in progetto l'istallazione di un sistema radar avanzatissimo ai confini con la Colombia e il Brasile
La questione dell'acquisto dei Mig ha dei retrocena abbastanza lontani nel tempo: è da anni che il governo USA tiene sotto osservazione Chavez per quello che fa e quello che dice in giro per il mondo, mentre il governo colombiano chiede da tempo l'istituzione di una commissione che riveli le intenzioni del vicino. Nel 2001 Chavez, nel suo primo viaggio a Mosca, firmo' un trattato di assistenza militare e al contempo l'acquisto di MIG per 2 mila milioni di dollari.
La denuncia del periodico paulista sono le stesse espresse già dalla Colombia, paese confinante con il Venezuela, che negli ultimi due anni ha avuto una esclalation di scaramucce diplomatiche fino al richiamo dei rispettivi rappresentanti.
In sostanza la Colombia accusa il vicino di preparare un piano offensivo nei propri confronti.
Strane possono invece apparire le preoccupazioni brasiliane perchè parte del rinnovamneto della flotta aerea venezuelana passa attraverso un contratto con il Brasile di circa 500 milioni di dollari, mentre nello steso tempo la Colombia avrà tra poco 43 aerei militari comprati dalla Spagna, al tempo di Aznar.
L'analista venezuelano Alonso Moleiro de El Nacional dichiara ad Adital che in neassun modo questi acquisti possono mettere in pericolo la sicurezza nell'area; l'esercito venezuelano, che era stato molto forte nel passato, aveva avutro un momento di indebolimento agli inizi degli anni '90 ed ora
mirava a migliorare le proprie dotazioni belliche.
Il giornalista venezuelano segnala l'intenzione del governo di rinformare le frontiere per contrastare il narcotraffico, il contrabbando e le incursione dei guerriglieri colombiani.
Più dubbioso appare il giornalista Manuel Malaver sulle volontà di pace del governo Chavez, che secondo lui, si starebbe ergendo a bandiera della
"resistenza antimperialista".
Alle critiche per la decisione di Chavez di comprare armi si è aggiunto il Segretario Aggiunto degli Stati Uniti per l'America latina, Roger Noriega, vecchia conoscenza per le sue dichiarazioni considerate vere e proprie interferenze nelle politiche dei paesi latinoamericani.
Eggli ha dichiarato recentemente al CSIS che comprende l'intenzione del governo venezuelano di modernizzare il prorio esercito ,ma bisaognerebbe chiedere al popolo se ne e' soddisfatto , visto che il governo si è impegnato a relaizzare molti progetti sociali.
Il canelliere cileno Ignacio Walker ha ribattuto alle analisi di Noriega, affermando che ciascun paese è sovrano nelle prprie decisioni, ma ha anche avanzato le preocccupazioni per gli equilibri nella zona ed ha auspicato che di questi temi si discutesse nell'ambito dell' OEA.
Il viaggi odi Chavez in Spagna, Russia, Libia, Irán, Ucrania e Cuba ha avuto il significato non solo di rinforzare la posizione internazionale del governo venezuelano e di firmare alciuni accordi di acquisto di armi, ma il principale tema è stato tenuto nascosto dai media internazionali e cioè la ricerca di fonti di finanziamento internazionali ed alleati commerciali al di fuori dell'orbita statunitense.
Ne è esempio l'accordo tra Russia e Venezuela nel campo petrolifero, attraverso la parrnership tra la russa Lukoil e la PDVSA. al quale si aggiungerà quello con il gigante Gazprom, che presto presenterà un progetto per un gasdotto da costruire in Venezuela .
Tutti questi accordi implicano un investimento di 5 mila milioni di dollari nei prossimi cinque anni, dentro un piano più grande di investimenti previsto per il Venezuela di 40 mila milioni di dollari con la partecipazione di imprese straniere, la maggior parte delle quali non sono statunitensi e questo rappresenta sicuramente per il governo Bush il pericolo maggiore.
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