Latina

Brasile: la "grilagem", piaga dell`Amazzonia

L`appropriazione indebita di terre ha costretto il governo a leggi speciali a protezione del patrimonio
13 febbraio 2005
Luca Bellina ( è stato coordinatore dei progetti Aifo in Brasile)
Fonte: Musibrasil http://musibrasil.net

L’Amazzonia è per tradizione considerata in Brasile luogo di avventurieri, ma anche regione in cui durante la colonizzazione si è riversata gente senza scrupoli e in cerca di ricchezza. L’appropriazione indebita di terra è stata un fenomeno talmente diffuso da necessitare di leggi speciali a livello federale a protezione del patrimonio. A causa delle distanze, dell’isolamento dei latifondi (fazendas) e della impossibilità di effettuare controlli da parte delle autorità, vengono perpetrati crimini contro il patrimonio forestale e l’umanità.

Conosciuta come grilagem o falsificazione di certificati di proprietà delle terre, l`indebita appropriazione viene spiegata quasi come una tradizione locale: allevare grilli in una scatola per alcune settimane in un ambiente creato per la loro sopravvivenza e nel quale viene posto anche il documento falsificato in questione gli garantirebbe quell’effetto di invecchiamento necessario per dargli credibilità. In questo modo è possibile attestare la legittimità di una proprietà terriera dimostrandone il possesso da anni e facendolo risalire, per esempio, alla propria ascendenza. Il termine grilagem è oggi diventato sinonimo di appropriazione indebita di latifondi.

Inoltre non esistendo un catasto nazionale delle terre, la proprietà è sancita dal semplice possesso di un atto notarile. Il fenomeno ha raggiunto livelli tali da spingere a provvedimenti a livello nazionale per l’espropriazione delle terre indebitamente acquisite (si veda in proposito il sito dell’Incra (Instituto nacional de colonização e reforma agraria). Varie personalità in vista e influenti sono tuttora sotto accusa o processo, come l’ex governatore dello stato del Parà, accusato di aver acquisito attraverso grilagem varie migliaia di ettari di terra.

Il Brasile è paese di enormi contrasti: se per certi aspetti è un paese moderno, per altri non si è discostato dalla mentalità feudale. Non pochi fazendeiros sono insospettabili cittadini che vivono con le famiglie una vita normale all’europea a São Paulo o Goiânia traendo altrove grandi introiti dallo sfruttamento della foresta amazzonica. Esistono vere organizzazioni al loro servizio con guardie armate ed elementi con ruoli particolari , come i gatos, procacciatori di mano d’opera a basso costo. Quest`ultima è abbondante anche a causa di una migrazione interna al Brasile di persone che fuggono dalla miseria del sertão, area semiarida del nordest corrispondente a stati come il Maranhão e Tocantins.

I gatos adescano i potenziali lavoratori con il miraggio di un lavoro, persone lontane da ogni contatto familiare e sociale, di cui – nell’eventualità – nessuno reclama la scomparsa. Purtroppo non sono rari i fazendeiros che praticano l’illegalità. Solo nel 2002 dal lavoro schiavo sono stati liberati più di 9mila lavoratori nella cosiddetta fascia nord di disboscamento amazzonico, che va da Rondônia al Mato Grosso al Tocantins, Pará e Maranhão.

Altro aspetto preoccupante collegato alla deforestazione e all’impiego illegale di manodopera è l’uso di dare fuoco alle sterpaglie: chi si avventurasse in terra amazzonica nel periodo di settembre–ottobre farebbe bene a lasciare a casa i sogni di cieli blu tersi e sterminati orizzonti verdi, essendo possibile trovare piuttosto uno scenario che si avvicina al noto sfondo di intenso smog delle serate nelle periferie metropolitane. E’ facile incappare in aree dove l’atmosfera è surreale: aria pesante, odore di legna bruciata, occhi e gola che cominciano a dare fastidio e a bruciare. Pure le statistiche confermano - relativamente a questo periodo - un incremento delle malattie respiratorie nella popolazione locale.

La minore frequenza delle piogge fa sì che il calore sia più secco anche in un bacino umido come quello amazzonico, consentendo a coloro che sfruttano la foresta di terminare l’opera di disboscamento e ripulire il terreno per la conversione in pascoli per bovini. Queimadas appunto sono gli incendi che seguono al disboscamento, attività conseguente alla grilagem. Purtroppo succede che gli incendi sfuggano al controllo dell’uomo e distruggano anche parti di foresta vergine. «Estate in Amazzonia è sinonomo di fuoco», scrive Helena Palmquist in un articolo su `O Paraense` del settembre 2002, giornale del Parà, stato solcato dall’immensa foce del Rio delle Amazzoni.

A partire dal 1998 - anno storico di un incendio nel vicino stato di Roraima e che cambiò la politica del paese nell’ambito della politica dell’Ambiente - furono istituite nuove agenzie di controllo: Proarco (Programa de prevençao e controle às queimadas e aos incendios florestais no arco do desflorestamento) e Prevfogo (Sistema de prevençao nacional e combate aos incendios florestais), che agiscono assieme all’Ibama, Istituto brasiliano dell’Ambiente finalizzato a localizzare e perseguire gli incendiari. Da allora il controllo si è fatto più serrato, con l’aiuto del satellite, che registra le aree a maggior calore del territorio in questione, realizzando così un monitoraggio continuo delle queimadas.

Già nel 2002 si è registrato un decremento degli incendi che sono scesi da a 81mila ai 46mila registrati nel 2001 (Inpe, Instituto nacional de pesquizas espaciais). In base alla mappatura dei dati ricevuti via satellite, l’Ibama è in grado di identificare fino alla proprietà rurale di origine dell’incendio. In genere, chi ha disboscato in un dato anno, è pronto alla queimada l’anno successivo. Incrociando i dati dei due eventi, se non si riesce a perseguire i responsabili dopo il taglio abusivo, lo si fa in occasione della queimada.

Note: ulteriori informazioni ai link:
http://www.incra.gov.br/_htm/serveinf/_htm/grilagem/grilagem.htm
http://www.obt.inpe.br/prodes
http://www.dgi.inpe.br/CDSR

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