Un accordo in 17 punti sigla l'intesa tra Brasile e Venezuela
Sia Chavez che Lula hanno parlato di alleanza strategica al termine dell'incontro che li ha visti riunirsi alcuni giorni fa al palazzo presidenziale di Miraflores a Caracas.
La riunione tra i due capi di stato è stata suggellata da un accordo in 17 punti tra i quali è stato inserito il rifiuto all'Alca di entrambi i paesi, da sempre tra i maggiori oppositori al trattato che provocherebbe gravi ripercussioni non solo su Brasile e Venezuela, ma su tutta l'America Latina.
Tutti i commentatori politici si sono immediatamente spinti a sottolineare come quest'intesa brasiliano-venezuelana troverà numerosi ostacoli negli Stati Uniti, che più di una volta hanno cercato di destabilizzare Miraflores (prima con il sostegno all'industriale Carmona in occasione del golpe e poi in occasione del referendum dello scorso agosto) e che di certo non vedono di buon occhio il blocco che sta cercando di costruire Chavez tra i governi progressisti latinoamericani.
In particolare a Caracas è stata rilanciata l'idea, già espressa al social forum di Porto Alegre, di un sistema di informazione alternativo, la cosiddetta Telesur, che sia indipendente dai grandi mezzi di comunicazione che in Brasile non perdono occasione per mettere in cattiva luce i Sem Terra e in Venezuela sono compatti tuttora nel condurre una campagna apertamente contraria al governo bolivariano.
Oltre a Telesur si è discusso anche della creazione di un'unica compagnia continentale, la Petrosur, che permetta di estromettere gli Stati Uniti come fornitore privilegiato di petrolio, consentire alla Petrobras di cercare il greggio in Venezuela e approvare la costruzione di una raffineria in Brasile ad opera della Pdvsa.
La crescente preoccupazione degli Stati Uniti è rafforzata anche dalla volontà di entrambi i governi di stringere accordi e alleanze con altre nazioni del continente, tanto che Chavez in persona ha immediatamente ratificato un accordo di cooperazione con l'Argentina di Kirchner proprio per quanto riguarda la costituzione di un polo informativo indipendente, che, nei piani del presidente venezuelano dovrebbe avere la sede centrale a Caracas e corrispondenti in tutto il continente sudamericano. Inoltre l'integrazione latinoamericana prevede anche la creazione di un comune Banco del Sur nel quadro degli accordi presi tempo fa a Cuzco in occasione della nascita dell'Unione Sudamericana fino alla promessa di Chavez di garantire il suo voto favorevole all’Onu per la concessione al Brasile di un seggio permanente al Consiglio di Sicurezza. La crescente opposizione all'Alca, di cui si fa promotore anche l'Uruguay di Tabarè Vasquez che tra alcuni giorni prenderà riceverà ufficialmente il mandato per governare il paese, unita alla rete di accordi stretti da Chavez con altri paesi latinoamericani, ha lo scopo di difendersi dalle ingerenze di Bush, che ormai può vantare tra i pochi bastioni rimasti in suo sostegno solo il colombiano Uribe, peraltro coinvolto nell' episodio poco chiaro in cui si era verificato l'arresto di Rodrigo Granda, guerrigliero delle Farc catturato a Caracas grazie ad un'operazione condotta dall'esercito colombiano in collaborazione con elementi corrotti della polizia venezuelana.
Adesso si tratterà di osservare quali saranno le prossime mosse del gigante statunitense nello scacchiere latinoamericano.
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