Il Plan Colombia coinvolge anche Panama e Venezuela
Hernando Calvo Hospina ha evidenziato, nel suo ultimo articolo per Le Monde Diplomatique, non solo gli effetti nefasti del Plan Colombia sulla popolazione di questo paese, ma anche una pericolosa destabilizzazione sulle nazioni vicine. L'inviato di Le Monde ha analizzato soprattutto i casi di Panama e Venezuela, che, loro malgrado, sono stati costretti a fare i conti con l'internazionalizzazione del Plan Colombia. Spinti ad emigrare da una situazione di povertà ed instabilità della regione molti colombiani sempre più frequentemente hanno deciso di trasferirsi a Panama che improvvisamente si è trovata a dover fronteggiare anche la crescente tensione tra immigrati e abitanti locali, che vedevano in loro un nuovo pericoloso concorrente in un mercato del lavoro dove già una buona parte di panamensi è attualmente disoccupata.
Inoltre il piccolo paese centroamericano ha dovuto fare i conti con gli sconfinamenti dei guerriglieri colombiani (sia per fuggire dall'esercito che per approvvigionarsi di armi) e soprattutto con quelli dei paramilitari, alla ricerca di presunti fiancheggiatori della guerriglia panamensi e colombiani. In questo contesto si collocano le uccisioni, negli ultimi anni, di appartenenti all'etnia panamense dei kuna e il rapimento di profughi e rifugiati colombiani. Sottoposto a forti pressioni da parte del governo statunitense, alla fine Mireya Moscoso (ex presidente fino al 2004 quando è stato eletto Martin Torrijos) è arrivata a decidere di proteggersi dal "terrorismo internazionale" avallando i continui arresti e deportazioni dei cittadini colombiani rifugiatisi a Panama fino a riportarli proprio nelle zone da cui erano fuggiti per il terrore dei paramilitari. Dopo aver professato per molto tempo neutralità verso il conflitto colombiano, Panama ha denunciato pressioni sempre maggiori da parte di Colombia e Stati Uniti per coinvolgere il paese nel Plan Colombia e costringerlo a sostenere il piano. Utilizzando la scusa di esortare Panama a difendersi da "una possibile invasione dei narcoterroristi colombiani", gli Stati Uniti si sono installati nel paese per studiare nuovi meccanismi nella protezione delle frontiere, anche se in realtà i guerriglieri non hanno mai intralciato le attività della regione, pur essendo soggetti a frequenti sconfinamenti.
L'amministrazione americana cerca di sfruttare il Plan Colombia anche per creare un clima di destabilizzazione politica in Venezuela, tanto che Hernando Calvo Hospina cita un articolo del quotidiano "El Especatdor" di Bogotà in cui si dichiara apertamente che "i paramilitari rappresentano l'asse di proiezione in territorio venezuelano". Un esempio evidente di questa strategia si è avuta in occasione del famoso arresto di un gruppo di paras colombiani in territorio venezuelano il cui scopo era probabilmente quello di eliminare il presidente Chavez. Sembra che il sostegno logistico ai mercenari colombiani sia stato fornito da autorità civili e militari contrarie a Chavez e che l'operazione sia stata organizzata dal generale dell'esercito di Bogotà Sandoval, il cui fallimento gli sarebbe costato il posto nonostante sia tra i principali sostenitori del Plan Colombia.
Quindi, non solo il Plan Colombia metterebbe in pericolo la sovranità di Panama, ma anche quella del Venezuela, con l'intento di portare ad una situazione di ingovernabilità del paese tale da rovesciare Chavez.
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