Che albero sono oggi?
Un albero alto, con un tronco robusto, dritto ma con i suoi nodi, le sue cicatrici.
Mi sento un albero ricco di foglie, con molti germogli, con piccole e tenere foglioline appena nate, con foglie grandi, di un bel verde, ricche di clorofilla e di vita, ma anche con qualche foglia ormai secca, ingiallita, un po’ rattrappita e stropicciata, pronta a lasciare i miei rami.
Ho molti rami: alcuni forti e proiettati verso il cielo, altri un po’ storti e pieni di nodi. Ma sono tutti lì insieme per sorreggere le foglie e i frutti che verranno.
Una scala a pioli è appoggiata al mio tronco: a volte qualcuno si arrampica fin quassù per raccogliere i miei frutti o i miei fiori ma molto spesso per potare i miei rami secchi, per togliermi gli insetti dannosi che disturbano la mia crescita, il mio cammino, per ammirare da vicino la mia chioma ricca e rigogliosa.
Ai miei piedi si fermano per godere un po’ d’ombra, un po’ di frescura, per riposarsi e ricaricarsi dopo una lunga fatica o una giornata di lavoro, per proteggersi dalla pioggia e dal vento.
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a pensarci bene per i ragazzi degli anni 50, i “baby-boomers” come li chiamano in America, la vita non è andata poi così male, visto che hanno evitato di andare in guerra, quella che hanno tanto combattuto con le loro idee. Idee predicate e soprattutto cantate durante la "Rivoluzione dei fiori nei cannoni", quando parlavano di pace, di libertà, di uguaglianza, di parità tra i sessi .…. E poi sono stati una generazione che ha lottato poco per difendere un onesto lavoro.
Peccato che vivendo sempre in una realtà con i conti perennemente in rosso, non abbiano capito in tempo che, prima o poi, si tirano le somme e qualcuno paga sempre.24 maggio 2012 - Ernesto Celestini
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