Alla scoperta della lettura
www.liatruccosempreinorchestraconte.org - 12 febbraio 2011
Oggi, sul mercato, “libri virtuali”: videogames, computer, i-pod, compagni di gioco e passatempi delle moderne generazioni. Non più le cosiddette “letture classiche”, con le loro pagine ingiallite e scricchiolanti, noiose per molti e comprensibili a pochi, ma “porte tecnologiche” per mondi sconosciuti che soddisfino le aspettative della gioventù … e non solo … Con l’espressione “libri virtuali” si intende qui ovviamente “veicolatori di piacere”, ma non è da escludere che, in un vicino futuro, i maghi della tecnologia possano trasformare quest’illusione in realtà.
Al giorno d’oggi non si sentono più espressioni del tipo “Me lo sono proprio gustato questo libro” o ancora “Che peccato che sia già finito: mi è proprio piaciuto!” Già, è scomparsa quella visione della lettura coma “LOCUS AMENUS”, in cui potersi rifugiare e dimenticare ogni preoccupazione. Certo, non si è ancora giunti al livello della scomparsa vera e propria del leggere ma questa “fine” non è molto lontana. “Dove non c’è passione non c’è vita” dice una famosa frase; si potrebbe aggiungere “Senza il piacere un libro non può esistere”.
Un romanzo non è solo un insieme di pagine stampate e rilegate, coperte di parole asettiche e prive di senso, ma un tramite di emozioni. Il fruscio delle pagine, il mondo sconosciuto in cui mi addentro, il silenzio che si crea quasi magicamente intorno a me, mi fanno sentire viva, risvegliano in me i sensi, rinfrancano la mia mente dalle fatiche di tutti i giorni. Mentre legge una persona può provare la stessa gioia di quando il sole le batte sul viso, il vento gli accarezza i capelli, un paesaggio paradisiaco le si presenta davanti agli occhi. Ora non accade più. Soppiantati dalle moderne tecnologie, i libri vengono dimenticati, con l’unica funzione di fare bella mostra nelle abitazioni.
Oppure manca il tempo, il tempo di mettersi comodi, prendere in mano un bel romanzo e avventurarsi nella lettura, fatto che non desta stupore in una società “trafelata” e “sempre di corsa” come la nostra. Ad una prima analisi delle statistiche, stilanti la percentuale dei lettori in Italia, la situazione non appare così catastrofica: molte sono le persone che leggono, in particolar modo ragazzi e giovani. Ma un recente sondaggio nelle scuole ha fatto affiorare un’altra realtà: più della metà degli studenti legge perché costretta dal suo percorso di studi o dall’insegnate; la parte restante, pur non essendo forzata, appare estranea a quella passione-piacere che un libro può trasmettere.
La situazione non è certamente rosea: se si continua in questa direzione fra non molto il leggere diventerà un semplice “fatto culturale”, fine cioè ad un accrescimento della propria cultura ma “derubato” della sua più preziosa qualità. Ciò non deve accadere: è nostro compito tramandare alle future generazioni la grande ricchezza intrinseca dei libri, perché la sua perdita sarebbe un peccato mortale.
Saluzzo, 20.10.2008
(Quattro giorni prima di morire)
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