Laboratorio di scrittura

Riflessioni sull'attuale mobilitazione operaia

Marx, Gramsci e l'ILVA

Per Marx la classe operaia liberando se stessa libera la società intera. Gramsci immaginava una classe operaia capace di egemonia, ossia di cultura progettuale, capace di guidare i cambiamenti e di porsi alla testa del resto della società. Nulla di tutto ciò si è avverato a Taranto
23 maggio 2020

Lavoratori ILVA il 22 maggio 2020 davanti alla Prefettura di Taranto. Le norme nazionali che prevedono il distanziamento sono disattese, come è evidente. Il Governatore Emiliano nella stessa giornata del 22 maggio aveva ribadito che gli assembramenti sono vietati. La prefetta di Bari, Antonia Bellomo, al fine di contrastare gli assembramenti, aveva stato disposto l'aumento dei controlli.

Vorrei dire chiaramente agli operai di Taranto e di Genova che se rivendicano la sopravvivenza dell'ILVA decotta sono completamente fuori strada e fuori dal mondo.

L'ILVA COSTA PIU' DI UNA GUERRA

ILVA perde 100 milioni di euro al mese (articolo di ieri del Sole 24 Ore). Lo Stato non se la può accollare con tali perdite. Costa più di una guerra (l'Afghanistan è costato all'Italia un milioni di euro al giorno).

Noi cittadini siamo solidali e disponibili con le nostre imposte a sostenere i lavoratori e a garantire un reddito dignitoso in vista di una riconversione. Ma non siamo assolutamente disponibili ad accollarci tutto il peso fallimentare delle perdite di una fabbrica fuori mercato, inquinante e senza futuro. Siamo disposti a spendere 20 milioni di euro al mese per garantire il reddito dei lavoratori ma non cento milioni di euro per coprire le perdite e respirarci contemporaneamente i fumi cancerogeni.

Mobilitazione a Genova il 22 maggio 2020 senza rispettare le norme nazionali per il coronavirus che prevedono il rispetto del distanziamento sociale.

MARX, GRAMSCI E L'ILVA

Diceva Marx che la classe operaia liberando se stessa libera la società intera. Taranto e Genova sono l'esempio opposto di ciò che immaginava Marx. Una classe operaia che rivendica la continuità di una fabbrica come l'ILVA, non solo non libera se stessa ma sostanzialmente tende a costringere - per finalità corporative - un'intera comunità a vivere male per una fabbrica senza futuro. E pretende pure che con il prelievo fiscale venga sostenuto l'inquinamento ambientale. Saremmo di fronte a una triste pagina del tramonto della consapevolezza operaia se la protesta in corso aggregasse la maggioranza dei lavoratori. Perché allontanerebbe i lavoratori dai cittadini.

L'EGEMONIA, QUESTA SCONOSCIUTA

Gramsci immaginava una classe operaia capace di egemonia, ossia di cultura progettuale, capace di guidare i cambiamenti e di porsi alla testa del resto della società, capace di collegarsi agli intellettuali per un cambiamento sociale. Nulla di tale visione gramsciana si è avverato in queste città in cui l'inquinamento si è trasformato in disastro ambientale, costringendo la magistratura a intervenire, mentre a intervenire dovevano essere i sindacati venti anni prima per tutelare gli stessi lavoratori. 

IL CORPORATIVISMO OPERAIO

Quello sta avvenendo con le proteste attuali non è cambiamento sociale: è puro corporativismo. Altro che egemonia gramsciana. E' il tentativo puro e semplice di abbarbicarsi al passato. A un passato che non ritornerà e che ci auguriamo non ritorni mai più. Per il bene di tutti. Un passato che ha creato una strage ambientale. E che non porta neanche più profitto. Vogliamo allora pagare con le nostre imposte la prosecuzione dell'inquinamento ambientale?

LA MATEMATICA DELLE PERDITE

Avevamo detto più volte che ILVA perdeva centinaia di milioni: ma solo adesso che ArcelorMittal va via si sveglia la consapevolezza? Veramente si pensava che le perdite si potessero cumulare all'infinito?

Articoli correlati

  • ILVA, continua la nostra lotta per l'ambiente e la salute pubblica
    PeaceLink
    Lettera ai sostenitori di PeaceLink

    ILVA, continua la nostra lotta per l'ambiente e la salute pubblica

    L’annullamento della sentenza di primo grado rappresenta un passo indietro, causato da questioni procedurali. Ma non equivale a un'assoluzione. La realtà dell’inquinamento dell’ILVA rimane comunque acquisita e il GIP di Potenza Ida Iura ha infatti emesso un nuovo decreto di sequestro degli impianti.
    29 ottobre 2024 - Associazione PeaceLink
  • Lettera di ottobre agli amici di PeaceLink
    PeaceLink
    Ottobre 2024

    Lettera di ottobre agli amici di PeaceLink

    Vogliamo porre al centro il tema del diritto alla felicità. È un tema che dovrebbe toccare ciascuno di noi, invitandoci a immaginare insieme una società futura che combatta la solitudine, che superi la rassegnazione individuale e che riaffermi il principio di speranza e felicità condivisa.
    29 ottobre 2024 - Alessandro Marescotti
  • La buffa cerimonia del ministro Urso
    Ecologia
    La riattivazione dell'altoforno 1 dell'ILVA di Taranto

    La buffa cerimonia del ministro Urso

    Si potrebbe paragonare l'inaugurazione di oggi all'assurdità di una cerimonia in cui la FIAT mettesse in piedi un evento per presentare con orgoglio una Fiat 1100 malconcia di sessant'anni fa, invece di un'auto elettrica moderna e all'avanguardia.
    15 ottobre 2024 - Alessandro Marescotti
  • Un futuro da costruire insieme a Taranto, la riconversione
    Taranto Sociale
    L'inquinamento dell'ILVA va oltre il cambiamento climatico

    Un futuro da costruire insieme a Taranto, la riconversione

    Al termine del corteo dei Friday For Future di Taranto, Roberto ha letto questo testo che esprime le sue preoccupazioni e le sue speranze e che si conclude così: "Uniti possiamo far sentire la nostra voce e costruire un futuro migliore per noi e per le generazioni a venire."
    11 ottobre 2024
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.26 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)