L’amore per lo scrivere
Lo scrivere di sé e per sé diviene introspezione in diari solipsistici, in manoscritti, in saggistiche esplicative coinvolgenti l’umano, che conducono a ampliamenti di ragionamenti interioristici , rapportati con gli eventi esterni con fatti storici e accadimenti politici.
La scrittura, dal diario alla saggistica, può far pensare lo scrivente, il lettore e l’ascoltatore che ampliano, amplificano, riportano e riferiscono i contenuti del testo che può diventare biografico, autobiografico, e semplicemente descrittivo degli eventi storici esterni, parte della vita storica complessiva.
La didattica della scrittura, la competenza dello scrivere nascono da antiche pratiche amanuensi e dalle forme scritte di diari adolescenziali, per poi svilupparsi in ampi e dialettici discorsi elaborati in divenire per se stessi, per gli altri, con gli altri. Perché lo scrivere, come la musica, l’arte si sviluppano solo insieme nei percorsi umani, in collaborazione con l’altro da sé.
La bilocazione cognitiva si evolve tra il testo, lo scrivente, il lettore, l’oratore e coloro che riportano e ricompongono e descrivono quanto scritto, il racconto, il pezzo cronachistico e storico per gli altri insieme agli altri, sia in forma di lettura, sia di ascolto singolo, plurale e collettivo.
La didattica dello scrivente è un esercizio muto della mente che spesso si apre e si evolve in riletture pragmatiche con il singolo ascoltatore e con il lettore. Rilettura di verifica e analisi: analisi di un testo scritto che si trasforma in riassunto, schema, sintesi, parafrasi. Verifica della funzione descrittiva e introspettiva di quanto scritto per portare alla luce e far rivivere verità storiche o evidenze interioristiche e solipsistiche in vari percorsi cronachistici o autobiografici e descrittivi degli eventi storici stessi.
Il testo si sviluppa anche insieme agli altri, ai vari spazi di umano intorno a noi, e può far pensare molte persone che si soffermano sull’identità dello scrivente e sull’analisi del lettore, dell’ascoltatore per amplificare di senso e significato la scrittura che diviene con i nuovi media plurale, collettiva e fonte di commenti e analisi sia pubblici che privati.
L’esperienza diventa anche passione dello scrivere: è un atto d’amore verso se stessi e per gli altri.
È una profonda prova d’amore che coinvolge sentimenti, stati d’animo, emozioni, con il ragionamento dialettico che accompagna la stesura del testo che in base all’investimento emotivo può trasformarsi in metafora poetica di una prassi e di una mitopoietica didatticha del sé, per sé, per gli altri, insieme agli altri.
Una elaborazione solipsistica può trasformarsi in evasione intellettuale e culturale che con i social accomuna le persone e le rende sorelle e fratelli in un comune anelito di espressione interiore plurale e pluralistica di molteplici sé e accadimenti. Dove l’io si amplifica e spesso si mimetizza e riverbera in rimandi subitanei e metaforici che lo nobilitano e ne riconducono in un altrove l’essenza interioristica.
La pluralità di soggetti scriventi è feconda e partorisce vita in una comunità molteplice, analitica del profondo e di ascolto plurale e intellettuale, con la cultura del sé e l’importanza degli eventi non solo interiori, ma anche esterni.
La scrittura prende forma e si dirama in poliedriche metafore e metamorfosi di vita, in esistenze plurime e molteplici dove il libro prende l’essenza di un ricettacolo di pensieri, crogiolo di idee, parole, musica, colori per l’umanità percipiente, che ascolta, osserva e trasmette l’altro da sé e recepisce l’umano insito nello scrivente e che diviene parte di infinito perché esso stesso è umanità. L’amore per lo scrivere è l’atto più nobile nel tramandare all’umanità il proprio sentire, il proprio racconto, l’osservazione degli eventi che si susseguono nel corso della storia o in un determinato segmento epocale.
Scrivo in quanto sono. In quanto amo l’in sé e per sé e l’in sé con gli altri, con l’interiorità, l’emotività dell’umano. L’umanità è in quanto scrive. Dai tempi, per l’eterno.
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