Laboratorio di scrittura

Se avevo sperato che questa emergenza ci avrebbe reso migliori, mi sono sbagliata

Crisi di governo

Questi lunghi mesi mi hanno messa a dura prova, come tante altre persone, ma sono dispiaciuta di essere cambiata dentro, di aver perso fiducia nelle istituzioni e nel prossimo, fatte salve le tante persone di buona volontà. Mi verrebbe la voglia di arrendermi, ma so che non lo farò.
1 febbraio 2021
Adriana De Mitri
La verità è che sono molto arrabbiata, preoccupata, spaventata, delusa, ma per fortuna riesco a sorridere delle piccole felicità, per non morire dentro. Ma il coronavirus non ci doveva rendere migliori?
Questi lunghi mesi mi hanno messa a dura prova, come tante altre persone, ma sono dispiaciuta di essere cambiata dentro, di aver perso fiducia nelle istituzioni e nel prossimo, fatte salve le tante persone di buona volontà, che per fortuna ci sono e fanno la loro parte, ma purtroppo non solo sono lontane dai posti strategici, ma non vengono nemmeno ascoltate.
Quelli e quelle che decidono del nostro futuro sono i teatranti che si stanno esibendo in questi giorni in una squallida sceneggiatura.
Mi verrebbe la voglia di arrendermi, ma so che non lo farò, nemmeno adesso che dopo 50 anni so che ci siamo giocato quel futuro in cui tante e tanti di noi hanno creduto.
Mi sento idiota perché non ho mai cambiato idea. L'Utopia mi ha fatto arrivare fino a qui. Continuerò a seguirla. Anche con le stampelle e senza un braccio.
Chi invece ha cambiato più volte idea per seguire il potente di turno di strada ne ha fatta, eppure tanta, ma credo che prima o poi dovrà dar conto alla propria coscienza, ammesso che ce l'abbia.
Per adesso in tanti e tante si sono smascherati, e questo dovrebbe bastare a decretarne la fine. Almeno in politica... Invece no. C'è sempre uno stuolo di servi, nani e ballerine pronti a seguirli, sempre e comunque.
Se avevo sperato che questa emergenza ci avrebbe reso migliori, mi sono sbagliata, vedo e riconosco dinamiche che sono le stesse che ci hanno portato fin qui.
La sola speranza rimane nella cittadinanza attiva, nella forza di cittadini consapevoli, soprattutto liberi da vincoli clientelari, al soldo di nessun padrone e proiettati solo al benessere collettivo, alla protezione sociale, alla lotta alle disuguaglianze, alla tutela dell'ambiente. capaci di indignarsi e denunciare senza farsi corrompere dalle lusinghe del Potere, questa la mia sola speranza, oltre al sogno utopistico di una reale coesione fra le forze antifasciste di questo Paese.
Sogno al quale mai rinuncerò.
Nel frattempo faccio piccole azioni che insieme ad altre creano processi virtuosi. Le donne e gli uomini di buona volontà esistono per fortuna.
E ancora una volta, come in tanti altri momenti della Mia vita sono pronta a morire sperando di sopravvivere.

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