Laboratorio di scrittura

Francesco perse sua madre Alfonsina (52 anni), la sorella Marta (12), quattro zie e otto cugini

La storia di Francesco Pirini, sopravvissuto alla strage nazifascista

Il 29 settembre 1944, quando iniziò il rastrellamento, le SS, giunte a Cerpiano (in provincia di Bologna), fecero entrare una cinquantina di donne e bambini nel piccolo oratorio. Poi vi gettarono bombe a mano. Chi fuggiva venne falciato, chi si lamentava venne freddato con un colpo ravvicinato
4 dicembre 2022
Udo Gümpel
Fonte: Facebook

Francesco Pirini, testimone della strage nazista di Monte Sole, vicino alla lapide all'ex oratorio di Cerpiano (BO)

Quando ho incontrato Francesco Pirini la prima volta, nel 2002, non si sapeva chi fosse responsabile della morte dei suoi familiari, da leggere sulla lapide all'ex oratorio di Cerpiano, dove furono uccisi circa 50 bambini insieme alle loro suore, da un gruppo di uomini delle SS della 16.ma Divisione Reichsführer SS Heinrich Himmler. Francesco perse nella strage sua madre Alfonsina (52 anni), la sorella Marta (12), quattro zie e otto cugini.


Il suo racconto fatto alla nostra telecamera, sul luogo della strage, insieme a quello del suo amico e all'epoca ragazzino chiuso nell'oratorio, Fernando Piretti, ci aiutò moltissimo ad accendere l'attenzione dell'opinione pubblica sia in Germania che in Italia sulle stragi che dopo la "scoperta" dei fascicoli del cosiddetto "armadio della vergogna" erano nuovamente caduti nel dimenticatoio generale.


In Germania non indagava nessuno, ed eravamo nel 2002, e in Italia, alla nostra domanda alla procura militare di La Spezia sullo stato delle indagini rispetto alla strage di Monte Sole, ci fu detto: "Non abbiamo ancora riaperto il fascicolo".


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Furono i fascisti locali a guidare con grande precisione i militari nazisti in ritirata.

Per i fatti di Marzabotto ci fu anche una coda processuale italiana. Prima della condanna del maggiore Reder, nel 1946, la corte d'assise di Brescia aveva giudicato Lorenzo Mingardi e Giovanni Quadri, due repubblichini (il primo, reggente del Fascio di Marzabotto, nonché commissario prefettizio durante la carneficina), per collaborazione, omicidio, incendio e devastazione. Mingardi ebbe la pena di morte, poi trasformata in ergastolo. Il secondo, 30 anni, poi ridotti a dieci anni e otto mesi. Tutti e due furono successivamente liberati per amnistia.

Fonte

Cosa ci raccontò Francesco quel momento? Che lui, avendo gia 17 anni all'epoca, il 29 settembre 1944, fuggì nel bosco di fronte all'oratorio, mentre il suo amico Ferdinando, cugini suoi e la sua sorella Lidia, rimasero dentro. Arrivò un gruppo di SS, misero una mitragliatrice, a piede abbassato - riferisco le parole del testimone oculare Fernando, dal servizio che abbiamo mandato in onda in Germania, 2002, ripreso più volte anche in Italia- e gli SS sparavano per uccidere tutte le persone assembrate nella chiesetta. Fernando e Lidia rimasero in vita, feriti, sotto i corpi degli altri, per un'intera giornata, mentre Francesco osservò la scena da fuori, da una decina di metri, non muovendosi per tutto il giorno. Vide anche che degli SS lanciarono delle bombe a mano nella chiesetta, perché si sentivano ancora dei lamenti, dei rumori, non tutti nella chiesetta erano morti all'istante.

Dagli atti americani dell'indagine della strage - gli atti italiani ci erano preclusi- avevamo l'indicazione di un nome, di uno dei responsabili, il sotto-ufficiale, dell'eccidio a Cerpiano, un tale "SS Meyer". Un suo collega di compagnia, Wilhelm Kneissl, lo aveva denunciato.


All'inizio 2002 siamo riusciti a trovarlo ad Essen, dove aveva vissuto da allora, dopo la guerra. Certamente il suo nome era un problema per la ricerca, perché "Meyer" è una delle varianti del nome più comune tedesco, il "Rossi" tedesco. Pensate, ancora oggi molti giornalisti non riescono a copiare bene il suo nome dai registri penali, perciò figura come Mayer, Maier, Meyer: invece si chiamava Albert Meier.

Mi fa entrare a casa sua, e fronte alla nostra telecamera è il primo SS che ammette - con un certo orgoglio- di aver partecipato all'eccidio di Monte Sole.
Quando me lo trovai di fronte, era ancora convinto di aver fatto la cosa giusta.


"Ma Signor Meier, perché avete ucciso anche donne e bambini?" "Ci sparavano dai tetti."
"Anche donne e bambini?"
"Erano contro di noi".

Meier non ha più vissuto il suo processo, è morto prima, molti altri invece si. Ma ciò che a Francesco Pirini, Ferdinando Piretti, Ferruccio Laffi, tutti i tre sopravvisssuti dell'eccidio che ho intervistato, interessava, non era una "vendetta", un 90enne in galera, ma stabilire la verità storica.


Fa capire a che cosa l'esser umano è capace, quando toglie all'avversario, al diverso, la qualifica di "esser umano", diventa un "bacillo sinistro" da "ripulire", come si era espresso Meier, il Meier con "ei" e un'anima davvero nazista.
Grazie alla toccante, chiara, fortissima testimonianza, noialtri, il team della tv tedesca, redazione Kontraste, Rene Althammer, l'operatore Fabrizio Trevis, l'assistente Lars Balhorn, la nostra instancabile guida nella ricerca dei documenti storici, Carlo Gentile, che ci avvisò di tutti segreti degli archivi, guidandoci nei meandri della difficile storia, abbiamo potuto svegliare le coscienze, dato il nostro contributo a dare almeno un volto agli assassini - che erano ancora vivi, all'epoca, e non morti, come ipotizzava qualcuno.

Quello che mi ha sempre colpito, incontrando i superstiti, i familiari, che nessuno aveva mai avuto problemi con il sottoscritto, in quanto tedesco, nessuna recriminazione, anzi, direi, erano tutti molto contenti che un team di tedeschi e italiani insieme volessero fare luce su questo periodo più brutto della nostra comune storia.


p.s. Vi ricordo che in primavera, a data da comunicare, presenteremo noi, Carlo e il sottoscritto, il progetto sugli autori delle stragi, fatti nuovi e interessanti, nel "Taeterprojekt". Stay tuned.

Note: LA TRISTE NOTIZIA
Francesco Pirini è morto a 95 anni il 2 dicembre 2022, ed era uno degli ultimi reduci di Marzabotto. "Per tanti anni - si legge sull'ANSA - ha incontrato i gruppi in visita ai luoghi della strage in cui perse 14 familiari, raccontando la storia della sua vita come testimonianza, con parole semplici, ma di grande profondità". "Non voglio la logica dell'odio", diceva.

COSA AVVENNE
Il 29 settembre 1944, quando ha inizio il rastrellamento, gli uomini si nascondono nei boschi. Le SS, giunte a Cerpiano (in provincia di Bologna), fanno entrare una cinquantina di donne e bambini nel piccolo oratorio attiguo alla casa, poi iniziano a gettare dalla finestra e dalla porta delle bombe a mano che lacerano i poveri corpi. Chi tenta di uscire viene falciato, chi si lamenta viene freddato con un colpo ravvicinato.

L'eccidio di Monte Sole è conosciuto in Italia come strage di Marzabotto.

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