“A zi hai pijato foco?"
Gli indifferenti
A furia di vedere da lontano le auto in fiamme, le bombe, i corpi carbonizzati degli uomini in guerra ci siamo dimenticati del reale che sta attorno a noi, arrivando ad osservare la morte indifferenti, come spettatori neutrali.
5 aprile 2023
Domenico Iannacone
Roma, 6 febbraio, Grande Raccordo Anulare, una lunga colonna di fumo si leva alta nel cielo mentre un’auto è in fiamme sulla corsia di emergenza. Dall’abitacolo esce un uomo barcollante, i suoi vestiti hanno preso fuoco, e le fiamme lo stanno avvolgendo senza che possa difendersi.
Mentre in quei pochi, interminabili, terribili secondi si sta compiendo il suo destino da un’auto che sopraggiunge qualcuno osserva la scena e, invece che intervenire, la filma e la commenta: “A zi hai pijato foco? … Senti che callo mamma mia. Questo lo mannamo a Welcome to favelas”.
Come in un piano sequenza di una pellicola dell’orrore, le immagini scorrono e si lasciano alle spalle la vita di quell’uomo avvolto dal fuoco e dall’indifferenza di altri esseri umani. Soccorso e trasportato con un elicottero, spirerà un mese e mezzo dopo per le ustioni riportate.
La Procura, dopo la denuncia dei familiari, ha aperto un fascicolo contro l’autore del filmato accusato di omissione di soccorso.
Una storia assurda, brutale che non dovrebbe farci dormire la notte e che invece forse già abbiamo rimosso.
A furia di vedere da lontano le auto in fiamme, le bombe, i corpi carbonizzati degli uomini in guerra ci siamo dimenticati del reale che sta attorno a noi, arrivando ad osservare la morte indifferenti, come spettatori neutrali. E nessun impulso di umanità ci assale mentre ci ritagliamo finanche il tempo di filmare l’agonia dentro gli occhi di un uomo che muore.
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