“Impegno individuale e bene collettivo”
“Impegno individuale e bene collettivo”
Alessandro Marescotti
Francavilla Fontana
22 aprile 2024
Cari amici,
sono onorato di potervi parlare oggi per celebrare i 10 anni di questa biblioteca scolastica, un luogo che non solo incarna la conoscenza e la cultura, ma che ha anche dimostrato di essere un luogo di impegno individuale per il bene collettivo. Quando penso a queste due parole - impegno individuale e bene collettivo - non posso fare a meno di riflettere su come le abbiamo viste incarnate nella lotta contro l'inquinamento e il disastro ambientale a Taranto e oltre.
- Impegno individuale come cittadinanza attiva. Parlo come cittadino. La salute e l'ambiente sono due facce della stessa medaglia. L'impegno di ciascun individuo per proteggere entrambi è fondamentale per il bene di tutti. Come abbiamo visto nella nostra lotta contro l'inquinamento, ogni azione conta, ogni voce conta. Ogni cittadino che si impegna diventa un custode del bene collettivo.
- Impegno individuale per dare l'esempio. Parlo come educatore. Come docente, ho sentito che il mio ruolo non era solo quello di insegnare ma anche quello di dare l’esempio. Perché i ragazzi ci osservano e ci giudicano. E osservano quella cosa lì: l’esempio buono o cattivo che diamo loro. Ho visto come il pessimismo e la rassegnazione possano insinuarsi tra di loro, minacciando il loro impegno individuale e sociale. Ma so anche che ogni gesto di impegno, ogni parola di speranza, può essere una luce nel buio della sfiducia collettiva. Ho ereditato questa convinzione da mio padre, una persona mite ma forte, che mi ha sempre dato l’esempio a partire. Mi ha lasciato i valori della Resistenza a cui ha partecipato, dando l’esempio e rischiando la vita in prima persona assieme ai suoi compagni. Fra pochi giorni sarà il 25 aprile e Luciano, quello era il nome di mio padre, mi ha insegnato che anche nell'oscurità più profonda, c'è sempre spazio per la speranza. E per dare l’esempio.
- Impegno individuale come resistenza all'ingiustizia. Parlo come genitore. Un riferimento motivazionale fondamentale nella mia lotta contro l'inquinamento è stato mio figlio: non mi sarei mai perdonato se mio figlio si fosse ammalato e io non avessi fatto nulla prima. Se non mi fossi impegnato fino allo stremo per difenderlo come vero genitore. Conosco genitori che si sono impegnati per i loro figli fino allo stremo dopo che si erano ammalati. Io ho deciso di farlo prima che mio figlio si potesse ammalare. Per cui, quando qualcuno mi ha chiesto: perché ti sei impegnato tanto per gli altri…. gli ho risposto: l’ho fatto per egoismo, per un sano egoismo, per difendere mio figlio. Una resistenza preventiva. Difendendo mio figlio difendevo tutti i bambini e i giovani di Taranto. E’ un raro caso di egoismo, di “egoismo buono”, in cui l’interesse del singolo coincide totalmente con l’interesse collettivo. L’impegno individuale combacia in questo caso con il bene collettivo. Questo impegno è stato motivato dal mio essere padre, padre responsabile, sapendo che il futuro dipende dalla nostra capacità di agire oggi e di essere quindi proattivi nella difesa di ciò che ci sta a cuore.
- Impegno individuale come ribellione alla rassegnazione. Parlo come ambientalista. La lotta contro l'inquinamento non è solo una questione ambientale, ma una lotta per la giustizia. A Taranto hanno scaricato l’inquinamento che altre parti d’Italia non volevano più. Lo hanno fatto contro un quartiere scelto appositamente perché non si ribellava, un quartiere spesso rassegnato e privo di difese politiche e culturali. Un caso di razzismo ambientale: lo hanno scritto anche i giudici nella loro sentenza. Dobbiamo trasformare questa lotta contro l’inquinamento in un movimento per la giustizia ambientale, dove ogni individuo possa godere veramente dell’articolo 3 della Costituzione, il diritto all’uguaglianza. Il diritto a respirare aria pulita indipendentemente da dove si nasce, indipendentemente da quale quartiere si abita, indipendentemente dalla condizione sociale di appartenenza. Il diritto di tutti all’eguaglianza ambientale, a un ambiente sano e sicuro non può essere negato. Non può essere negato ai bambini nati in quartieri condannati a essere, come ha detto l’ONU, “zone di sacrificio”. E’ ripugnante pensare che vi siano “zone di sacrificio”. E’ ripugnante pensare che la speranza di vita alla nascita sia inferiore in alcuni quartieri rispetto ad altri per ragioni sociali e per scelte economiche. Hanno scelto che qualcuno dovrà morire prima in quel quartiere e questo non è accettabile, è disumano, è un’aberrazione, è una forma estrema di ingiustizia che tocca il bene supremo: la vita.
E infine vorrei aggiungere qualche parola sulla rete telematica in cui ci impegnamo per il bene collettivo: PeaceLink. Fin dal 1991, PeaceLink è stata una rete per l'informazione libera e la promozione della pace. Attraverso questa rete, ho avuto il privilegio di conoscere migliaia di persone eccezionali, rare, preziose. PeaceLink non è solo una rete telematica, ma una comunità che ha resistito al pessimismo e alla rassegnazione, sperimentando utopie progettuali, utopie digitali per un mondo migliore. Il nostro è stato un percorso che ha anticipato il futuro. E oggi, insieme a Pax Christi, sta aprendo nuove strade con il primo corso di educazione all'Intelligenza Artificiale generativa per la pace e il bene comune.
Metà della mia vita è stata influenzata da questa esperienza. Quando mi sento deluso e sfiduciato, penso che è sempre il momento di ricominciare: mi rimetto alla tastiera, e penso, e scrivo, e ritorno a sperare in un cambiamento possibile, ragionevolmente possibile.
Oggi celebriamo non solo il decimo anniversario di questa biblioteca, ma anche la Giornata Mondiale della Terra. Celebriamo l'impegno per una tutela globale, per il futuro migliore, per tutti noi. Possiamo guardare al nostro passato per ispirarci, e la scuola è custode del passato e della memoria, ma è nel presente che dobbiamo agire. Ogni parola che diciamo, ogni azione che compiamo, qui nella scuola, può essere un seme di cambiamento. Diceva Gandhi: “Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. Il mondo che i ragazzi desiderano vedere ha bisogno del nostro esempio. Se noi li tradiamo, e spesso li tradiamo, diventeranno impermeabili a quanto di meglio la storia ci ha consegnato. Diventeranno scettici e disincantati. Anche cinici. Ma dobbiamo essere noi il cambiamento che dia loro fiducia. E se avremo fatto questo saremo credibili, avremo dato ali alle loro speranze, alla loro fiducia, avremo risposto ai loro dubbi e li vedremo accanto a noi, davanti a noi, migliori di noi.
Link https://lists.peacelink.it/cultura/2024/04/msg00007.html
Allegati
Locandina biblioteca Francavilla Fontana
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