Atomiche al Gagarin
TARANTO-ADISTA. Il 6 agosto è stata una giornata speciale. Dal Giappone era giunta a PeaceLink una email dal Japan Council against Atomic and Hydrogen Bombs (Gensuikyo) che chiedeva un messaggio di sostegno alle celebrazioni per Hiroshima. E così parte per il Giappone il messaggio della campagna no euromissili (www.peacelink.it/noeuromissili) che arriva in real time anche a loro in inglese grazie all’intelligenza artificiale (www.peacelink.it/en). E visto che si siamo eccolo partire anche per l’International Peace Bureau, a Berlino.
Pochi minuti dopo sta per cominciare l’evento organizzativo preparato da alcuni giorni, per raccordare i nodi della campagna no euromissili.
Ore 16: incominciano a collegarsi online da tutt'Italia per la campagna No euromissili. Con Carlo Rovelli che saluta padre Alex Zanotelli ed entrambi arringano i presenti all'impegno.
Carlo Rovelli l’ho immaginato come l'Ulisse, che ci incita all'impegno i suoi compagni di viaggio. Per prima cosa ci ha invitato a non chiamarlo professore: «Vorrei che mi chiamaste semplicemente Carlo». Indossava la sciarpa con i colori della pace. Poco dopo è spuntato sui nostri display Alex Zanotelli, collegato con il computer da Napoli, che indossava la stessa sciarpetta arcobaleno. E Carlo Rovelli gli dà un riconoscente benvenuto: «Vorrei salutare cordialmente padre Alex Zanotelli che mi ha regalato questa sciarpa arcobaleno...». Poi è il turno dell'ex magistrato Domenico Gallo che con precisione ricostruisce la nuova crisi degli euromissili partendo dalle sue origini. Norberto Julini di Pax Christi coordina, presenta e passa la parola.
Viene il mio turno. E presento la mappa dei nodi della campagna No euromissili. I nodi della campagna sono sulle mappe di Google e si raggiungono consultando la landing page della campagna stessa:www.peacelink.it/euromissili
Finiamo quasi alle 18, dopo tanti interventi tutti contenuti nei tre minuti.
Mi metto le scarpe e scendo giù. Mancano dieci minuti alle 19. Sta per cominciare un'assemblea in presenza sempre sulla campagna no euromissili. Questa volta in presenza. È per la costituzione a Taranto del nodo della campagna. Ne ha parlato anche l'Ansa, Adista e il Tg regionale della Rai, siamo riusciti a far filtrare un briciolo di informazione pacifista e a far capire che Taranto ritorna a essere bersaglio della guerra nucleare con i nuovi euromissili. In via Pasubio, al circolo Arci Gagarin, sotto il caldo implacabile e senza la bolla di aria fresca dei condizionatori, arrivano uno dopo l'altro i vecchi compagni, più anziani e stanchi di un tempo, ma irriducibili.
Arriviamo quasi in trenta. Sul muro proietto la simulazione della guerra nucleare realizzata da una prestigiosa università, Princeton.
Parte la terribile videografica della simulazione su sfondo scuro, le scie di morte tracciamo le rotte di un'Europa in guerra, vari missili colpiscono la Russia e in simultanea una scia impressionante di lanci arriva in Europa.
Metto il dito sullo schermo gigante, i compagni sono in silenzio lì a guardare sbigottiti, interrompo il video e dico: «In questo momento, vedete, anche Taranto viene colpita».
Ed è un'emozione grande vederli lì di nuovo, dopo quaranta anni, come i compagni di Ulisse che non hanno rinunciato a remare oltre le Colonne di Ercole.
Si parla anche di Gaza, ci si chiede come mai ci siamo abituati ad accettare tutto l'inaccettabile. Come mai la sinistra e lo stesso movimento pacifista "istituzionale" non abbia preso l'iniziativa di fronte alla gravissima scelta di installare i nuovi euromissili e di stracciare la più grande conquista del movimento per la pace: la cancellazione e distruzione degli euromissili. Il ricordo va a Gorbaciov che firma il librone del trattato Inf con Reagan.
I reduci di tante lotte sono lì, si chiedono il perché stiamo tornando indietro, alcuni esprimono pessimismo nella capacità della gente di reagire, io invece questa recriminazione la riverso sulla sinistra perché la gente è in maggioranza contro la guerra, la sinistra no, in buona parte non rappresenta il sentimento diffuso. L'assemblea si conclude con una chiamata a raccolta per andare a pulire la piazzetta intitolata "Giardini Gino Strada". Sul foglietto ne segno 13, tredici volontari che il giorno 13 agosto andranno a ripulire e a innaffiare alle 9.30 il luogo da pochissimo intitolato a Taranto a Gino Strada. Il numero tredici ricorre nel foglietto di appunti. Il 13 agosto sarà il terzo anno che ci ha lasciato. Sarà un modo per ricordarlo e per ridarci coraggio. Esistiamo ancora, resistiamo ancora.
Etta Ragusa, storica attivista per la nonviolenza, non è potuta venire da Grottaglie ma, quando viene a sapere dell’insperata affluenza, mi manda questa frase di Gandhi: «Quando ti muovi per una causa giusta, la gente scaturisce dalle pietre dei marciapiedi».
https://www.adista.it/campagne
Articoli correlati
- Riarmo e militarizzazione, conferenza a Bari
“L’Italia va alla guerra”
Il relatore è Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink, che ha il compito di illustrare l’impatto del riarmo e della crescente militarizzazione a livello nazionale ed europeo. Allegato a questa pagina web c'è il dossier che viene presentato nella conferenza.11 novembre 2024 - Redazione PeaceLink - Taranto approva una mozione contro gli euromissili
No agli euromissili, la Puglia segua l'esempio di Taranto
Taranto non può rimanere sola in questa iniziativa. La mozione approvata dal Consiglio comunale è un esempio che può e deve essere seguito da altre città della Puglia. È necessario che ogni comune della nostra regione prenda posizione.Alessandro Marescotti - Taranto città operatrice di Pace
Il consiglio comunale di Taranto aderisce all'appello contro gli euromissili
Secondo un'analisi dell’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo Taranto con le sue infrastrutture militari strategiche sarebbe tra i primi centri in Italia a rischio. Il numero delle vittime previste nella nostra città si attesterebbe intorno alle 7.500 unità con quasi 27.000 feriti.4 ottobre 2024 - Redazione PeaceLink - Albert - bollettino pacifista del 4 ottobre 2024
Droni USA: la verità è che 9 vittime su dieci erano civili
Cercavano disperatamente di rimettersi l'intestino nella pancia dopo essere stati sventrati dal drone, o di riprendersi il pezzo di braccio che avevano perso nell'attacco. "Pornografia militare", l'aveva definita Daniel Hale, tecnico USA dei droni. Ed è in carcere per aver rivelato la verità.4 ottobre 2024 - Redazione PeaceLink
Sociale.network