Costruire la speranza attiva
Occorre dare forza alle persone.
Evitare che si scoraggino.
Che cadano nella rassegnazione.
Occorre che coltivino una speranza attiva.
Ossia una speranza lenta ma perseverante che nasca dalla consapevolezza di essere dalla parte giusta.
Chi è dalla parte giusta spesso non vince subito. Ma le idee di giustizia alla lunga segnano la storia, tracciano un solco per le generazioni future. Tutto ciò deve però essere costantemente documentato. Anche le sconfitte. Bisogna capire perché si perde, cosa si è sbagliato. Ma senza perdere forza, costruendo connessioni e favorendo una capacità di progetto dentro la dimensione anche utopica della speranza; per questo è necessaria una fervida produzione di memorie, anche nella forma del teatro e della poesia.
Quando il dolore viene trasposto nell'arte non è più solo un peso da sopportare ma diventa la base su cui costruire coscienza e capacità di resistenza. Abbiamo bisogno - in questi tempi bui di scoraggiamento e di ingiustizia - di costruire comunità di resistenza, per evitare di cadere nelle solitudini e nel fatalismo. Resistere è la difficile missione della nostra vita e richiede una vera e propria pedagogia della resistenza.
Mi risuonano nella mente le parole di una canzone del 1964:
E tenete gli occhi ben aperti
L'occasione non tornerà
E non parlate troppo presto
Perché la ruota sta ancora girando
E non c'è nessuno che può dire
Chi sarà scelto.
Perché il perdente di oggi
Sarà il vincente di domani
Perché i tempi stanno cambiando.
(The Times They Are A-changin' di Bob Dylan)
Quando a scuola ho spiegato Dante ai miei studenti, mi sovvenivano spesso nella mente tutte le amarezze della sua sconfitta, ma ho sempre ricordato ai giovani anche tutta la grandezza della sua statura morale, dalla quale oggi trasmette - con la potenza della scrittura - il suo messaggio collettivo non da sconfitto ma da grande della storia che ha saputo mantenere la sua coerenza, nonostante tutto. Se oggi tornasse in vita le ripeterebbe a se stesso e a tutti in una lectio magistrali quelle parole:
Perché il perdente di oggi
Sarà il vincente di domani
Perché i tempi stanno cambiando.
Senza la potenza della scrittura oggi Dante sarebbe uno sconfitto, dimenticato da tutti, annientato dalla sorte avversa. Oggi dobbiamo tutti riappropriarci della profetica potenza dantesca della scrittura e della capacità di fare memoria.
Dobbiamo essere noi il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo attraverso semplici gesti di resistenza e di perseveranza che non diano ai vincitori di oggi la soddisfazione di vederci tristi, sconfitti e rassegnati. E' con il nostro orgoglio di resistenti, è con il nostro sorriso - anche sfidante - di perseveranti, è con la nostra parola - se sarà capace di lasciare un segno - che dobbiamo sempre riaffermare quella voglia di giustizia che alberga nel cuore della storia.
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