Incontro con gli studenti del Liceo Aristosseno di Taranto

Nei loro occhi si leggeva una voglia di quel "buon futuro" che non siamo in grado di dare

Dovevo parlare dell'Agenda ONU 2030. E ho dovuto dirlo ai ragazzi: la nostra generazione ha fallito. I nostri genitori ci hanno lasciato un modo migliore di quello che avevano ereditato. Oggi invece rischiamo di lasciare ai nostri figli un mondo peggiore di quello che abbiamo ereditato.

E' stato bello andare a parlare oggi con gli studenti dell'Aristosseno e vedere nei loro occhi la voglia di capire il mondo. Quando la scuola si fa vita, la vita ci sembra più chiara, più importante, più profonda. Una delle slide proiettata a scuola



Ho dovuto dire delle verità terribili: gli obiettivi più importanti dell'Agenda ONU 2030 sono falliti, perché invece di raggiungere l'obiettivo "fame zero" abbiamo fatto crescere gli armamenti e per la prima volta dal 2015 le vittime della fame aumentano invece di diminuire. Molti non lo sanno: ma ogni tre secondi muore un bambino. I TG non lo dicono perché non fa notizia. L'inferno non fa notizia. E ho dovuto dirlo ai ragazzi: la nostra generazione ha fallito. I miei genitori mi hanno lasciato un modo migliore di quello che avevano ereditato. Oggi rischiamo di lasciare ai nostri figli un mondo peggiore di quello che abbiamo ereditato dai nostri padri e dalle nostre madri.

Qui potete trovare le slide che ho proiettato.

E negli occhi dei ragazzi che ho incontrato si leggeva una voglia di quel "buon futuro" che non siamo in grado di dare.

Ha scritto Italo Calvino: "L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio".

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