Sfruttamento minerario e devastazione ambientale nell'Amazzonia colombiana: il caso di El Hatillo
La comunità di El Hatillo è una comunità rurale che si trova nel centro di Cesar, municipio di El Paso, da ormai più di 150 anni. Nella comunità di El Hatillo attualmente vivono circa 140 famiglie, più o meno 520 persone che occupano approssimativamente 200 ettari di terreno. Prima dell'arrivo delle industrie minerarie, l'attività economica principale della comunità era la produzione agricola e l'allevamento di bestiame, la coltivazione di palma, cotone, frutta e riso così come la pesca, che garantivano il sostentamento e la sicurezza alimentare della famiglia.
La crisi e l'inizio dell'attività mineraria
Nel 1973, a causa della crisi energetica mondiale, nacque la necessità di trovare un sostituto del petrolio. È così che iniziò a svilupparsi, nella costa del Caribe Colombiano, l'estrazione del carbone a cielo aperto, specialmente nelle zone di Guajira, Cesar e Cordoba. Grazie a questa attività la Colombia riuscì a posizionare il carbone come secondo prodotto nazionale di esportazione. Nell'anno 2003 nel distretto del Cesar si realizzò una produzione di 19 milioni di tonnellate di carbone, che corrispondono al 40% del totale nazionale.
Impatto sulle popolazioni locali
Successivamente alla scoperta del carbone termico nel centro di Cesar, agli inizi degli anni 90, le terre assegnate e quelle incolte dei municipi di El Paso, La Jagua e Becerril, furono date in concessione per lo sfruttamento minerario dall'Istituto Colombiano di Geologia e Esplorazione Mineraria (Ingeominas). Le conseguenze che questo cambiamento ha avuto sulle economie contadine si riflette nelle testimonianze degli abitanti dei comuni vicini alle attività minerarie che hanno dichiarato come il carbone ha spazzato via tutte le attività agricole e zootecniche che si realizzavano nella regione. Nel distretto di Cesar l'industria mineraria è passata dall'8% del prodotto interno lordo nel 1990 al 34% nel 2005, mentre il settore agricolo e della zootecnia si è visto ridurre la sua presenza dal 45 al 24% nello stesso periodo. Questo drammatico cambio ha implicato praticamente la estinzione dell'economia contadina della regione e l'assenza assoluta di coltivazioni e alimenti. Allo stesso tempo, queste comunità contadine sono diventate insediamenti di lavoratori rurali senza terra che dipendono da poche offerte di lavoro temporanee che offrono le società minerarie. Gli abitanti non hanno più accesso ai terreni agricoli per lavorare e non possono scendere al fiume per pescare. Il fiume è stato deviato e lungo il percorso che segue adesso, ci sono guardie private che non lasciano passare i pescatori. Il fiume Calenturitas, che per tutto il ventesimo secolo ha garantito la sicurezza alimentare della regione è stato deviato dalla Glencore per 17 chilometri, alterando gravemente non solo la geografia del luogo ma ha anche causato la perdita di diverse varietà di pesce. Per coloro che non lavorano nelle miniere e che non hanno negozi per vendere materiale di vario genere ai minatori, il cibo scarseggia. Le esplosioni che scuotono la fossa della miniera Calenturitas non solo danneggiano le abitazioni circostanti, ma fanno in modo che serpenti velenosi il “boca dorada” e “cascabel” che si trovano nel sottobosco, fuggano per lo spavento e si rifugino dentro le case, con evidente pericolo per i bambini. Alcuni villaggi sono divisi in due dalla strada che collega La Jagua alla miniera di La Loma e devono costantemente subire il rumore dei camion che passano di giorno e di notte carichi di carbone. Oltre al fastidio del rumore si aggiunge anche la scia di polvere nera che i camion lasciano al loro passaggio.
L'acqua dei pozzi un tempo limpida e chiara ora è sporca e nera. Senza dubbio questa situazione è destinata a peggiorare nei prossimi anni. Vari insediamenti sono destinati a sparire per l'espansione dell'industria mineraria che, nel centro di Cesar ingloberà più di 280.000 ettari.
Contaminazione dell'acqua e malattie derivate dall'inquinamento
Secondo i risultati delle analisi sui campioni di acqua (realizzato dalla Segreteria della Salute del Governo del Cesar), si può verificare come l'acqua di El Hatillo sia “non adatta per il consumo umano dal punto di vista microbiologico”. Oltre a questo, sempre secondo lo studio riguardante le malattie relazionate con la contaminazione ambientale realizzato nel villaggio di El Hatillo dalla Secretaria de Salud Departamental, il 51,48% delle persone di El Hatillo presentano qualche tipo di malattia relazionata con la contaminazione ambientale, come malattie del sistema respiratorio, malattie della pelle e degli occhi. Prendendo in considerazione i dati sanitari della comunità di El Hatillo, la qualità dell'aria supera i limiti annuali accettabili. Per entrare a El Hatillo bisogna passare per una palude piena di sporcizia: lì vengono gettati i rifiuti de La Loma. La miniera viene sfruttata dalla Vale Coal, una filiale della multinazionale brasiliana Vale, la principale produttrice di ferro del mondo.
L'industria Glencore ha iniziato una negoziazione con gli abitanti di Plan Bonito per comprare le loro case e dare un'indennizzazione per i danni causati dalle loro attività. Qualcosa di simile stava facendo la Vale con gli abitanti di El Hatillo, però nel mezzo delle negoziazioni la gente, disperata, ha bloccato tutto e ha costretto il Ministero dell'Ambiente ad obbligare le imprese a migliorare la qualità dell'aria e ad alcune di esse, di farsi carico del reinsediamento di Plan Bonito e El Hatillo, oltre a Boquerón, altro villaggio che il ministero considera molto contaminato.
Reinsediamento forzato
Con una decisione senza precedenti, il Ministero dell'Ambiente e Sviluppo Territoriale è stato obbligato ad emettere la Risoluzione 0970 del 2010, successivamente modificata nella Risoluzione 1525 del 2010, attraverso la quale si ordina il reinsediamento involontario delle comunità di El Hatillo, Plan Bonito e Boquerón, a carico delle imprese Glencore, Vale, CNR (Controllata da Goldman Sachs) e Drummond entro due anni a partire dal rilascio della risoluzione.
L'inizio del processo di reinsediamento
Il processo di reinsediamento della comunità di El Hatillo è iniziato nell'anno 2008, quando la Compagnia di Carbone del Cesar SA, titolare di una concessione mineraria che copre parte dell'area dove si trova la poplazione, vide la necessità di spostare altrove gli abitanti per continuare le proprie attività di estrazione. Nel corso dell'anno questa impresa iniziò ad avvicinarsi alla comunità per stringere gli accordi necessari, ma il processo di reinsediamento si bloccò quando la concessione venne concessa ad un'altra impresa, la Colombian Natural Resources. La risoluzione prevede i diritti che ha la comunità nell'ambito del reinsediamento: 1) diritto a un insediamento nuovo, libero da minacce, rischi geologici, geotecnici, ambientali o sociali; 2) diritto alla autodeterminazione per prendere proprie decisioni; 3) diritto all'informazione; 4) diritto di partecipazione; 5) diritto all'assistenza durante tutto il processo; 6) diritto alla titolarità dei presidi assegnati; 7) diritto ad ottenere benefici e infine 8) il diritto alla effettiva attuazione di tutto il processo, garantito da una supervisione indipendente.
Una condotta poco responsabile
Il Ministero dell'Ambiente ha multato la Glencore per 208 mila dollari per aver effettuato interventi in una riserva forestale senza permesso, per aver deviato il corso del fiume Tucuy e aver prelevato acqua da una sorgente nel 2009. La Vale ha avuto tre multe per un totale di 270 mila dollari per aver realizzato opere senza licenza, aver sversato acque reflue in un fiume e aver prelevato acqua dal fiume Calenturitas e dal ruscello Paraluz senza averne i permessi. La Vale ha pagato le prime due multe ma si è appellata per la terza.
Ma le multinazionali che estraggono carbone in Colombia non sono sotto accusa solo per tematiche ambientali. Il sindacato dei minatori Sintramienergética ha denunciato l'impresa Drummond e i suoi vertici aziendali nel 2001 (in Colombia e in Alabama, di fronte alla giustizia degli Stati Uniti), per complicità con i paramilitari nell'assassinio di tre leader sindacali: Valmore Locarno, Víctor Hugo Orcasita y Gustavo Soler. Questi dirigenti chiedevano che venisse cambiato il fornitore del cibo per gli operai, perchè veniva dato loro del cibo scadente. Ma non è l'unico caso di cui si accusa la Drummond. C'è anche una terza accusa relativa alla presunta responsabilità dell'azienda nella creazione e nel finanziamento di un blocco paramilitare per proteggere le proprie attività minerarie, dove morirono molti colombiani. L'accusa chiede anche che l'impresa paghi per la sua presunta complicità nello spostamento forzato e nell'assassinio di contadini a Mechocàn, dove aveva acquistato dei terreni. Ma, molto spesso, coloro che hanno avuto il coraggio di denunciare sono stati minacciati di morte.
Responsabilità sociale
La Glencore ha promosso un programma per la prevenzione della gravidanza nelle adolescenti con Profamilia, e ha costruito un ospedale a La Juagua che cura i propri dipendenti. La Drummond ha incentivato l'uso di materiali di riciclaggio, come il lagno, attraverso una associazione di madri de La Loma e offre borse di studio ai giovani promettenti del Cesar. Ma nonostante questo, i loro concetti di sostenibilità d'impresa sono ancora molto limitati. Così come ha affermato la ONG Dichiarazione di Berna riguardo il rapporto di responsabilità sociale pubblicato dalla Glencore “confondono un impegno caritatevole con un concetto moderno di responsabilità sociale di impresa”.
Il futuro
Il business del carbone in Colombia sembra avere un futuro molto positivo. Solo nel Cesar si calcola che verranno esportati circa 6.500 milioni di dollari annuali. Verrà costruita un'altra linea ferroviaria e due porti, sufficienti per supportare tutto il complesso minerario industriale. Nonostante ciò, l'impatto ambientale dei giganti delle miniere a cielo aperto, che occuperanno un territorio grande tre volte la stessa Bogotà sarà molto più vasto.
L'azione di PAS
La ONG "Pensamiento e Acción Social" è vicina alla comunità di Hatillo dal maggio 2011, nel suo processo di reinsediamento. La comunità ha denunciato, nel corso del processo mancanza di dovuta diligenza, mancanza di trasparenza, assenza di garanzie, oltre a una totale confusione riguardo gli accordi con le imprese. PAS chiede alle imprese di prendere misure e decisioni che rendano praticabile il compimento degli accordi nel minor tempo possibile entro i termini stabiliti. Se ciò non dovesse accadere verrebbero intaccati i diritti stessi della comunità di Hatillo, ai sensi della Costituzione Politica del 1991, la legge colombiana, i trattati internazionali, ratificati dalla stessa Colombia e le risoluzioni di reinsediamento. Secondo l'avvocato Rafael Figueroa (coordinatore del programma SUIPPCOL per la promozione della pace in Colombia e rappresentante di PAS) “abbiamo bisogno di unire le nostre forze, sia a livello nazionale che internazionale, perchè i problemi sono comuni e condividiamo il grande patrimonio che è l'Amazzonia, la vita delle persone che vive in questo spazio e che meritano di essere rispettate. Perchè il nostro ecosistema appartiene all'umanità”.
"La tierra, humus para la paz" (Sergio Ferrari http://circulodepoesia.com/2010/11/la-tierra-humus-para-para-paz/)
"El millonario y oscuro negocio del carbón: Auge y miseria en El Cesar colombiano" (Maria Teresa Ronderos http://ciperchile.cl/2012/02/23/el-millonario-y-oscuro-negocio-del-carbon-auge-y-miseria-en-el-cesar-colombiano/)
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