Cajamarca, Perú: Yanacocha, matrimonio di quercia o di arsenico?
- 22 novembre 2014
Sono passati 21 anni. Il 7 di agosto del 1993 la compagnia Mineraria Yanacocha ha prodotto il suo primo lingotto l'oro a Cajamarca. Dopo quattordici anni si è portata via 32 milioni di once d'oro. Per riuscirci si è installata alle sorgenti di due fiumi, ha scavato una grande buca e ha utilizzato il cianuro. Cinque anni dopo sono cominciate a risuonare con forza le denunce di contaminazione delle acque. Dovrebbe essere ormai un tema trito e ritrito, ma non lo è. Ideele è stata nella zona varie volte e la situazione è praticamente la stessa, le denunce sono simili, i dubbi e le preoccupazioni continuano ad esistere. L'aggravante è che si è aperto un nuovo focolaio di resistenza nella provincia di Celendín dove è ubicato il progetto Conga.
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A cinque anni dall'inizio delle operazioni nella miniera, vengono alla luce le prime denunce sulla contaminazione delle acque. Un anno dopo cominciano le proteste. Nell'anno 2000 avviene la morte a causa dell'arsenico di 12 mila trote nell'allevamento de la Granja Porcón. A giugno dello stesso anno si verifica la perdita di mercurio nel centro abitato di Choropampa. Nel 2001 vengono rilevati metalli pesanti e pH acido nelle acque a quattro chilometri dalla città di Cajamarca. Nello stesso anno, inoltre, il laboratorio CEPIS di Lima constata che un campione di acqua dell'impianto di depurazione El Milagro aveva valori superiori a quelli consentiti per quanto riguarda l'arsenico. Oltre a questo, nei campioni di acqua di cinque stazioni del Rio Grande si osservò la presenza di piombo in concentrazioni tra i 24 e 29 ug/L (il limite massimo raccomandato dalla OMS è di 10 ug/L). Nel 2002 muoiono 26.500 trote, di nuovo a Porcón. Nel 2005 la Banca Mondiale, azionista di minoranza di Yanacocha, pubblica i risultati di 302 campioni di analisi delle acque e riscontra che la presenza di metalli pesanti supera il limite massimo consentito. Nel 2007 più di 300 contadini si scontrano con la polizia per la mancanza di acqua. Nel 2008 vengono intossicati nove lavoratori che pulivano la perdita di idrocarburi nella laguna Totoracocha. (Due anni dopo quella stessa laguna sarebbe risultata completamente contaminata). Nel 2010 viene denunciata la perdita di sostanze tossiche nel canale di irrigazione di Tual.
Ideele aggiunge ancora una voce a questa cronologia:
Anno 2013: muoiono 18 pecore a La Pajuela. La pastorella Elvia Calhua Flores, di 16 anni, racconta che l'8 settembre è uscita, come d'abitudine, per portare a pascolare le sue pecore. Però accadde qualcosa di molto strano. “Io ero un poco più indietro. Le pecorelle bevvero l'acqua lassù e proprio là le ho viste che saltavano e si davano calci nella pancia. Battevano le teste a terra e sputavano schiuma bianca dal naso e dalla bocca”, assicura. Le 18 pecore morirono tutte insieme in meno di cinque minuti. Elvia si spaventò e chiamò suo zio Felipe. Questi prese un taxi, arrivò sul posto e riferì ciò che era successo a Radio Líder. Felipe già aveva visto morire sei delle sue mucche. Commenta infastidito: “Non possono continuare queste morti massive dei nostri animali. Quelli della compagnia mineraria ci pagano per gli animali, ma questo non è sufficiente. Questo non è normale. Qualcosa di serio sta succedendo qui”.
Il geologo Elqui Cruz, di Cooperación, suggerisce che possa trattarsi di una reazione chimica. “Per avere risposte scientifiche su quello che realmente ha causato la repentina morte delle pecore si sarebbe dovuta analizzare la schiuma. Questo non è stato fatto. Però considerando che [La Pajuela] è una zona con una discarica vicino a una miniera a cielo aperto, potrebbe trattarsi di una forte reazione a un processo di tossicità chimica”, afferma.
Per il biologo Michael Gilbertson, è molto probabile che la morte delle pecore abbia a che fare con una fuoriuscita di cianuro da un bacino di rifiuti tossici. Commenta: “Il cianuro è ampiamente utilizzato per separare l'oro dai minerali. É molto tossico e deve essere usato con estrema cautela. Cinquanta milligrammi di cianuro possono essere letali”. (Tanto per avere un'idea: una bustina di zucchero per il caffè contiene 10 grammi).
I veterinari del SENASA di Cajamarca, Jesus Rodriguez e Renato Ramirez sono andati a La Pajuela, accompagnati dai lavoratori della Yanacocha. Brutto segno. Hanno controllato le pecore morte e hanno promesso di consegnare una relazione. Ideele ha contattato il primo di loro all'ingresso dei Baños del Inca dove l'ente opera. Secondo Rodriguez, il problema di salute più grande delle pecore nella regione è causato dalla distomatosi epatica o alicuya, che viene trasmessa loro da un parassita che vive in mezzo all'erba.
Il ruolo dei controlli sanitari è quello di individuare le malattie negli animali, e analizzare le morti causate da agenti patogeni quali virus, batteri e funghi. In funzionario sostiene: “Non diagnostichiamo la presenza di metalli pesanti, perché non è il nostro compito. Per questo si dovrebbero fare delle analisi”. (Perché il servizio sanitario statale non fa autopsie e non preleva campioni di tessuto, non analizza il contenuto dello stomaco degli animali morti, soprattutto se si lavora in una zona mineraria?)
Rodriguez assicura di non aver avuto notizie da parte degli agricoltori di morti di massa di animali a causa della contaminazione da piombo, arsenico o mercurio. È strano perché in questo breve viaggio abbiamo sentito continue lamentele. “Ci sono casi di contadini che vengono a chiedermi di dire che la morte è dovuta alla contaminazione, in modo che la miniera li risarcisca. Io dico: 'Ma signore, perché dobbiamo andare a dire questo, se gli animali sono morti per malattia?'. In questi giochetti lo Stato non può entrare”, afferma il veterinario.
Così come non si dovrebbe accettare l'astuzia, allo stesso modo non si dovrebbe permettere l'impunità. Il filo si rompe sempre dal lato più debole: per questo se l'agricoltore al quale è morta una mucca per aver bevuto acqua contaminata volesse dimostrarlo, non avrebbe un compito facile. Si deve portare il campione in un laboratorio, andare dal Procuratore Ambientale per sporgere denuncia e presentare i risultati delle analisi al pubblico ministero. A quel punto entrerà in gioco l'avvocato della controparte che si opporrà al procedimento. “Chi ha prelevato il campione? Era una persona qualificata? Quanto tempo è passato tra il prelievo del campione e la consegna al laboratorio?” Fine delle indagini.
A mezzo isolato dalla piazza
Nel centro della città di Cajamarca un personaggio che sembra un predicatore distribuisce volantini fuori dal suo negozio, che ha riempito di messaggi anti Conga, a favore dell'acqua e dell'ecologia. Ha decorato la parte superiore del locale, piena di prodotti caseari, con un susseguirsi di immagini di Máxima Acuña, la contadina che è diventata il simbolo della lotta di resistenza anti Conga. Uno dei messaggi che abbiamo visto dice così:
Per ricordare all'umanità che i metalli che si trovano dentro la terra regolano la temperatura del pianeta.
Si tratta di Romel Figueroa, un importante uomo d'affari locale, proprietario di diversi negozi e piccolo produttore di formaggio e dulce de leche. Al di là dei suoi discorsi dalle tinte febbrili, ci sono alcune informazioni che devono essere prese in considerazione. Ad esempio, dice che non c'è più pioggia in altura, dove prima si otteneva il formaggio fresco de la jalca (quesillo). Pertanto, vi è meno erba e le mucche producono meno latte. Dice: “Prima vendevo 3 tonnellate di formaggio nella mia catena di negozi. Ora, se arrivo a 100 chili è molto”. Sostiene che l'inquinamento non è solo nel terreno, ma nell'aria e nell'acqua, e che ha contaminato il latte, la cui qualità è diminuita.
Quando abbiamo chiesto di fornirci delle prove, l'uomo d'affari risponde: “Ho un'industria agroalimentare di dulce de leche, e il latte dura sempre di meno. Prima durava più a lungo. Compravo 500 litri e alle 22 ancora stavamo facendo il dulce de leche. Ora, già alla seconda produzione, quella delle 11 di mattina, sta quasi per terminare”. Figueroa acquista il latte dai produttori della campagna. Per lavorare i suoi prodotti non utilizza l'acqua potabile dalla città. “Non utilizzo acqua di rubinetto, ma quella sotterranea di un terreno che possiedo, ma non tutti i produttori hanno questa fortuna. Questo mantiene la qualità dei miei prodotti”, sottolinea.
Los Negritos
Nella comunità di San José de Negritos, agli abitanti del villaggio nel 2008, le società Nestlé e Gloria dissero loro che non avrebbero più comprato il latte prodotto dalle loro mucche perché era inadatto al consumo umano. La popolazione si allarmò e si lamentò con Yanacocha per una possibile contaminazione. Dicono che settimane dopo ritornarono gli stessi rappresentanti delle imprese informandoli che c'era stato un malinteso e che avrebbero continuato ad acquistare il loro latte. Dal momento che nessuno nella comunità ha visto le analisi del latte, ci chiediamo perché Nestlé e Gloria hanno cambiato la loro decisione e grazie a cosa.
José Luis Valera, della ONG Cedepas Cajamarca, è responsabile di un progetto nel quale partecipano i piccoli produttori di bovini da latte che producono formaggi a Hualgayoc. Si tratta di una vecchia zona mineraria. Il fiume Mairasbamba ormai è morto, le sue acque sono di colore arancione. Oggi due aziende operano in questa provincia: Tantahuatay e Gold Fields. “Il nostro progetto si trova nella zona di influenza indiretta, non è collegato alle miniere. Abbiamo fatto analisi microbiologiche affinchè il latte e il formaggio abbiano le caratteristiche adatte per il consumo umano e abbiamo un registro sanitario”, dice. Il bestiame prende acqua dalle sorgenti o dai corsi d'acqua nella zona. La ONG non ha inviato nessun campione di acqua da analizzare, né di latte o di formaggio. Valera non sa dove vengono eseguiti questi test.
A Cajamarca non ci sono laboratori specifici per questo scopo. I campioni devono essere inviati a Lima, e si raccomanda che siano laboratori certificati Indecopi, come CGCA o ENVIROLAB.
Il leader ambientalista Milton Sánchez dice: “I test sono costosi. Dovrebbero essere le autorità a farsene carico. I produttori potrebbero fare accordi con le istituzioni statali, ma nessuno è interessato”. Sánchez riferisce che il Municipio Provinciale di Cajamarca è sempre stato controllato dalle attività minerarie, e, pertanto, non è mai stato interessato dimostrare che la sua popolazione viene danneggiata”. “Se dici qualcosa, la stampa di Cajamarca va a dire che vuoi rovinare il settore”, aggiunge. Ugualmente sorprende che nessuna organizzazione ambientalista di Cajamarca abbia preso l'iniziativa in questo settore.
Nilton Deza, direttore della Scuola di Dottorato dell'Università Nazionale di Cajamarca, sostiene che la produzione di latte di cui si riforniscono Nestlé e Gloria viene raccolta in tutto il dipartimento, e arriva anche da Leymebamba, Chachapoyas. “Comprano il latte anche dalle zone vicino alle miniere, ma non mi permetto di dire che tutto il latte di Cajamarca sia contaminato. Ovviamente ci devono essere luoghi dove i pascoli vengono irrigati con le acque di estrazione della miniera”, puntualizza. Circa le voci riguardanti i metalli pesanti nei formaggi, afferma che nel primo studio di impatto ambientale presentato da Yanacocha, è stato precisato che c'era 16 volte più arsenico che mercurio nella roccia da cui sarebbe stato estratto l'oro. L'arsenico naturalmente è quattro volte più tossico. Bisognerebbe analizzare quali acque contengono l'arsenico, quali pascoli vengono irrigati con quelle acque, che latte si produce in quei pascoli.
Studio dell'Università di Barcellona
Un recente studio dell'Università di Barcellona - in collaborazione con l'Università di Cajamarca – ha riscontrato alti livelli di metalli pesanti nella dieta delle popolazioni rurali che vivono vicino alla Yanacocha. (A parte i residenti della città di Cajamarca, hanno partecipato allo studio gli abitanti del di Quilshuar Corral, Quilish, Cisne Las Vizcachas, La Apalina, Tual, Hualipampa Baja, La Ramada, Manzana Altos, Porcón Bajo, Huambo Cancha y Combayo La Florida.)
Secondo il team di ricerca, la popolazioni delle undici comunità cajamarchine indicate nello studio, la cui dieta è ricca di cereali e tuberi, ingeriscono quotidianamente quantitativi di arsenico, cadmio e piombo che superano i limiti stabiliti dall'Autorità per la sicurezza alimentare (EFSA) e l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). La fonte principale di arsenico proviene dall'acqua e dal riso; l'esposizione principale al cadmio viene da patate e riso; mentre quella di piombo viene dall'acqua. L'assunzione di arsenico e piombo risulta essere molto più elevata nelle popolazioni vicino alla miniera.
Per quanto riguarda l'accumulo di l'arsenico nei campioni di acqua e alimenti analizzati, è stata osservata una maggiore incidenza di contaminazione a La Pajuela, il luogo dove 18 pecore morirono improvvisamente. Si noti che questo è il primo studio che si concentra sulla dieta e rischio di accumulo di metalli pesanti nei prodotti alimentari nella zona. Finora nessuno si era preso la briga di valutare tale rischio.
Nilton Deza è uno degli autori di questo rapporto. “E 'stato un lavoro metodico. In primo luogo abbiamo visto quali erano i cibi tipici dell'alimentazione. Quanto una persona mangia di riso, pasta, carota, acqua. Abbiamo raccolto gli alimenti che consuma questa popolazione rurale e li abbiamo portati a Barcellona. Sono stati analizzati con la spettrofotometria di emissione atomica specifica per l'analisi dei metalli pesanti. L'area esaminata comprende le comunità vicino Yanacocha”, dice.
In precedenza, questo insegnante aveva condotto uno studio sulla presenza di arsenico nelle unghie e capelli dei residenti di tre comunità nella zona di sfruttamento minerario della Yanacocha: Cajamarca, La Ramada e Tual. Lo studio ha rivelato bassi livelli di arsenico, anche se sono risultati essere più elevati tra i residenti della città di Cajamarca, cosa che può essere dovuta al consumo di acqua proveniente da El Milagro, e dei prodotti alimentari provenienti da agricoltura e bestiame.
Deza vive a Santa Apolonia, nella parte alta della città. Si è trasferito per non bere l'acqua che arriva da El Milagro, direttamente dalla miniera, che rifornisce l'intera parte bassa di Cajamarca. “Non prendo gli scarichi di Yanacocha. Quassù abbiamo un impianto che tratta l'acqua che proviene da un piccolo bacino. Solo il 25% della popolazione beve quest'acqua”, conclude.
Recentemente è entrato nella zona di Chonta con un team dell'Università di Lovanio, in Belgio, ma la popolazione non vuole che gli studi vengono effettuati perché dicono di essere stati ingannati ripetutamente. Il fiume della zona è l'Azufre, che Yanacocha si incarica di pompare da 500 metri di profondità. L'acqua arriva contaminata e la utilizzano solo per irrigare i pascoli, ma non le patate. Le ragazze che fanno le pastorelle si lamentano perchè le loro pecore bevono quell'acqua, soffrono di diarrea, si disidratano e muoiono. “L'acqua che esce dalla miniera contamina i flussi di acqua superficiale e, se sono profonde, inquinano le falde acquifere. Pesce e rane in questo fiume sono scomparsi”, aggiunge Deza.
Bisogna tenere a mente che Yanacocha ha costruito due dighe per il controllo dei sedimenti nel Rio Grande e Rio Rejo. Oggi queste dighe servono da serbatoi di acqua in periodi di siccità, e le sue acque sono usate per irrigare i campi di coltivazione. Inoltre sono stati riscontrati livelli elevati di cadmio, arsenico e piombo nei fiumi che si trovano in prossimità della miniera e scorrono verso altri fiumi come il Jequetepeque.
Povero San José
Dopo 20 anni, la miniera ha detto addio. É stato terminato il progetto Yanacocha a San José. E cosa ha lasciato? Una discarica ricoperta, camuffata superficialmente con terra e piante. Acque ramate, verdi, rosse; schiume marce; animali morti. I contadini di San José comprano l'acqua a Quinua Mayo.
Questo posto si trova nel bacino del fiume Chonta, all'interno della zona di attività mineraria, a fianco di una laguna e di un fiume, le cui acque erano già di dubbia qualità da quando la perdita di acido ha cominciato a filtrare dalla discarica. (Stiamo parlando del 2003). Da allora, la miniera gettava calce nella laguna per aumentare il pH dell'acqua raccolta dal filtraggio. Secondo un rapporto di STRATUS, realizzato alla fine di questo anno, “tutto indica che ci possono essere perdite di acque acide di filtrazione sotterranee che non sono mai state raccolte”.
In tutti questi anni, allarmano i resoconti di animali morti nei quali è stato trovato ossido di calce nella pancia.
Quello che era prevedibile è successo: la pioggia è filtrata attraverso i geotessili. La qualità dell'acqua che esce da questa discarica è bassissima e degrada l'acqua della laguna e le falde sotterranee. Ci sono perdite acide contenenti metalli pesanti tossici. (Destino maledetto quello delle case cui è toccata la sfortuna di stare sotto questa discarica dove sono sepolte le medicine in surplus, stivali, aghi, cibo, olio, grasso e petrolio).
Secondo Nilton Deza, questo è il problema di estrazione mineraria con il cianuro: lasciano tutto ben coperto, ma il peggio succede dentro. Stati Uniti e l'Unione Europea hanno vietato in molti territori l'estrazione mineraria con il cianuro. “Quando ci sono discariche si genera acidità e il drenaggio con metalli pesanti tossici. Se si tratta di una piscina di cianurazione che è stata coperta con plastica, terra e piante, l'effetto del cianuro continua nell'oscurità per anni, rilasciando metalli pesanti, esattamente come faceva quando estraevano l'oro”, sostiene.
L'acqua da bere ... lasciala scorrere
Un avversario che Yanacocha non è riuscita a piegare, pur avendolo sommerso di carte per una ventina di procedimenti giudiziari, è un tedesco che ha vissuto in una Cajamarca lattiera e contadina, con un paesaggio idilliaco alla fine degli anni '70, molto tempo prima che arrivasse la minerazione. Si chiama Reinhard Seifert e ha appena pubblicato il secondo volume di 'Yanacocha il sogno d'oro?', che ha presentato nella città di Celendin. Si tratta di un libro che merita una attenta e massiccia diffusione per valore del suo contenuto, che contribuisce alla discussione sul problema della tecnologia mineraria. Attento e metodico, questo ingegnere, esperto di risorse idriche, ha raccolto e studiato nel corso degli anni, una montagna di documenti, relazioni, studi e comunicati della miniera e dei consulenti che hanno realizzato studi sugli impatti, utilizzandoli per confutare una serie di argomentazioni tecniche sostenute dalla società.
In tutti questi anni, Yanacocha si è mostrata come il modello di una minerazione moderna che produce lievi effetti sull'ambiente, ma che non inquina. “Nel lavoro scientifico che presento dichiaro che c'è una contaminazione al di sopra dei livelli massimi ammissibili, e la distruzione di fonti d'acqua. Sono scomparse fonti d'acqua e lagune. Cerco di dimostrare che questo metodo a cielo aperto, che utilizza il cianuro per prendere l'oro, inquina l'acqua e distrugge le stesse fonti”, afferma Seifert. Essa sostiene, inoltre, che l'azienda ha venduto il concetto di "tecnologia pulita" ai propri azionisti negli Stati Uniti, che cerca di convincere che la presunta responsabilità sociale di Newmont (azionista di maggioranza di Yanacocha) ha portato lo sviluppo a Cajamarca.
Tale è il livello di sviluppo che l'Università di Cajamarca non possiede un laboratorio. Questo è quello che dice Manuel Roncal, un professore del programma di Ingegneria Ambientale. Egli conosce il lavoro di Yanacocha perché ha fatto la sua tesi in materia di rivegetazione delle miniere. Ha lavorato un paio di anni per l'azienda.
L'ingegnere sostiene: “Ci sono dei monitoraggi che danno come risultato la presenza di solidi sospesi in acqua nella città di Cajamarca, acque contaminate e scarico dei fanghi alle piscine dove venivano allevate le trote negli altopiani di Cajamarca”. Sostiene che si sta studiando il rapporto tra la qualità dell'acqua e la presenza di macroinvertebrati, anfibi e rettili ma, finora, l'università non ha indagato la presenza di metalli pesanti nell'acqua. “Avremmo bisogno di più squadre. Lo Stato ci ha abbandonato. Non abbiamo un laboratorio ambientale, anche se il nostro progetto è codificato da diversi anni. Ci manca di sostegno da parte della comunità scientifica, per questo non c'è modo di affrontare l'impresa mineraria”, aggiunge.
Il laboratorio NKAP che opera a Cajamarca, controlla la qualità delle acque. “Non è imparziale. Ha collegamenti con la società”, afferma Roncal.
Per dimostrare che le acque che distribuisce SEDACAJ contengono metalli pesanti è indispensabile analizzarle. Secondo Seifert, un campione di acqua è come una fotografia scattata in un giorno e in un determinato momento. La presenza di contaminanti sale e scende, non si mantiene costante. “Qui a Cajamarca, gli studi effettuati dal Ministero della Salute sulle acque del fiume Grande e Porcón - che sono i principali fornitori della fabbrica El Milagro - prima che arrivasse la miniera, avevano dichiarato che non c'erano metalli pesanti. Dal 93, la qualità dell'acqua cambia sostanzialmente. Ora arriva da quattro tubi.” Lo specialista dice che la miniera utilizza acqua per il processo di lisciviazione con il cianuro. Poi la ricicla, la rimuove dai tubi di aspirazione che scaricano nel bacino del Rio Grande, raggiunge la fabbrica El Milagro e finisce nei tubi della città”. “Anche se fai bollire quest'acqua, i metalli pesanti rimangono”, afferma sicuro.
Da diversi anni le acque riciclate dalla miniera non sono state trattate fino a quando non sono state avanzate accuse sulla presenza di mercurio nell'acqua potabile consumata dalla popolazione della città nel 2003. Secondo Nilton Deza, SEDACAJ deve mettere un eccesso di prodotti chimici nell'acqua per migliorarne la qualità e per questo aumenta le sue tariffe. “Yanacocha ha realizzato un laboratorio a causa della pressione che c'era. Non sappiamo che cosa vi analizzano e quali sono i risultati”. Il biologo ha detto che la compagnia mineraria è stata costretta a fare alcuni miglioramenti: ha costruito serbatoi per bloccare i sedimenti e un impianto di osmosi inversa per migliorare la qualità dell'acqua. Egli afferma: “Ma è un impianto molto limitato per la quantità di acqua che maneggiano. Yanacocha occupa tre volte l'area della città di Cajamarca. Trattano solo i canali e le lagune le cui acque vanno al fiume, ma il resto è ingestibile. Ad esempio, non possono fare nulla con l'acqua piovana”.
La legge stabilisce un limite alla contaminazione, in un momento in cui gli eccessi hanno portato il problema nel campo medico. Si parla di un aumento allarmante dei casi di cancro allo stomaco nella regione di Cajamarca. Perché non interviene il Ministero della Salute? I responsabili per il controllo e il monitoraggio delle risorse idriche, oltre al ministero sono, quello dell'Agricoltura e dell'Energia e delle Miniere. Vi è una legge generale sulle acque che sembra essere dipinto sulla campagna di Cajamarca.
Conga
Con un investimento iniziale di 4.800 milioni di dollari, la Miniera Conga è il più grande investimento minerario nella storia del Perù. Si stima che il progetto minerario produrrà 680 mila once di oro e 235.000 libbre di rame per un periodo di 19 anni.
Ma i danni che il progetto causerà all'ecosistema della regione di Cajamarca supera qualsiasi beneficio economico. Secondo lo studio sull'impatto ambientale realizzato dalla stessa società, così come quello di altri numerosi studi indipendenti, il progetto minerario Conga distruggerà quattro lagune. Due di esse saranno svuotate per estrarre l'oro, mentre le altre due diventerebbero discariche. Inoltre, Conga influenzerà negativamente più di 680 sorgenti.
Una volta prosciugate le lagune, si scaverà sulle cime delle montagne e del paesaggio circostante. Durante questa fase, saranno rimossi milioni di tonnellate di roccia, esponendo una quantità enorme di minerali tossici, tra cui l'arsenico, il cadmio, il cromo, il piombo, il manganese, il mercurio, il nichel, il selenio, il tallio, il vanadio, oltre ad elementi radioattivi come l'uranio, il torio e il potassio-40.
Successivamente, per estrarre le minuscole particelle di oro, si verserà una soluzione di cianuro sulla roccia frantumata per separare il prezioso metallo dal minerale. (Secondo la compagnia, vengono usati 50 grammi di cianuro per mille litri di acqua. Si devo sottoporre a lisciviazione 1,8 tonnellate di minerale per ottenere un grammo d'oro). Il processo di lisciviazione è il metodo più economico - quindi più redditizio - per estrarre l'oro. Una miniera d'oro di grandi dimensioni utilizza più di 1.900 tonnellate di cianuro all'anno, quantità più che sufficiente ad avvelenare non solo l'intera popolazione del Perù, ma anche quella delle Americhe, Cina e India insieme.
E cosa succede dopo che la miniera avrà chiuso? Secondo idrogeologo americano Robert Morán, “i depositi di rifiuti della miniera, ovvero le discariche, gli accumuli di terra (e le enormi cave) rimarranno nella zona per generazioni. Le scorie, i rifiuti di Conga dovranno essere raccolte e trattate. Pertanto, l'area di Conga richiederà un mantenimento attivo delle installazioni che dovranno rimanere lì, così come gli impianti di trattamento attivo delle acque non solo per 50 o 100 anni dopo la chiusura, ma per la vita”.
La compagnia mineraria si assumerà questa responsabilità? Gli abitanti di Cajamarca che hanno visto solo un incremento dell'indice di povertà nel dipartimento come corollario dei grandi progetti minerari delle ultime decadi, non credono più nella favola dello sviluppo che cercano di raccontare queste imprese. Davanti al saccheggio, preferiscono ora concentrarsi nella ricerca dei mezzi per preservare in qualche modo le poche fonti di acqua che sono rimaste loro.
A guidare il movimento "Conga no va" troviamo Máxima Acuña, una minuscola figura con un cappello di paglia che è più grande di lei, che chiamano la guardiana delle lagune. A circa una mezz'ora dalla sua casa c'è la Laguna Azul, che di solito è coperta da una fitta nebbia ed è lì che lei porta a pascolare il suo gregge di pecore. La vita di questa contadina prima consisteva nell'allevare i suoi quattro figli, sorvegliare i suoi animali e seminare i suoi campi, ma ha preferito affrontare la compagnia mineraria Yanacocha, piuttosto che vendere le sue terre per il loro nuovo progetto. Tuttavia, la compagnia si è ostinata ad incorporare nei suoi piani, complottando affinchè decine di DIROES (Forze Speciali della Polizia Nazionale del Perù. Ndt) si prendessero carico di farla sloggiare. Questi sono andati a casa sua, hanno picchiato brutalmente la sua famiglia, ma con lei non c'è stato nulla da fare. Cosa potevano fare con una donna che ha dato alla luce quattro figli da sola, e l'ultimo figlio l'ha partorito una mattina all'alba dopo aver attraversato un fiume che per poco non se l'è portata via se non si fosse aggrappata ad una roccia. Máxima continua testardamente la sua lotta assediata dalla polizia, e da lì continua la sua difesa dell'acqua e continua a tessere umilmente la sua leggenda.
Però lei non è sola. Il movimento ambientalista è cresciuto e le lagune hanno centinaia di guardiani. Dopo 21 anni gli abitanti di Cajamarca non sono più gli stessi. Conoscono il mostro dall'interno.
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