Obiezione di Coscienza
Le Memorie di Marcucci sono un vero e proprio "diario di bordo" del cammino verso il riconoscimento dell'obiezione di coscienza in Italia (legge 772/72). Marcucci ha dato il suo contributo in molti processi di obiettori di coscienza e, nei suoi appunti, per ognuno di essi, ne commenta l'accaduto riportandone una breve cronostoria. Sono davvero tanti i nomi che emergono. Nelle righe che seguono questo breve commento sono state riportati due stralci delle Memorie, il primo riferito al primo obiettore in Italia (Pinna) e l'altra ad un caso veramente degno di nota.
"Il caso di resistenza alla guerra più interessante e clamoroso dell'anno 1949 fu il gesto di obiezione di coscienza al servizio militare da parte del giovane Pietro Pinna ..tra i testi ammessi a sua difesa fu l'on. Umberto Calosso, Capitini ed io."
"Un vero interessante caso di obiezione di coscienza fu quello di un umile zoccolaio, cristiano-tolstojano e socialista, che si rifiutò di andare al fronte nella stessa guerra 1915-18. Era Luigi Lué di San Colombano al Lambro…Al giudice capitano espose il motivo del suo rifiuto 'per obbidire alla Legge di Dio' e per le sue convinzioni Tolstojane. Il giudice si alzò, gli stese la mano e disse: 'Caro, le idee di Tolstoi sono le più nobili che esistano al mondo'. Ciò avvenne nel 1917, in piena guerra, Nell'ultimo processo, alla domanda (la solita) del giudice: 'Se uno viene col fucile in mano per uccidervi, voi che cosa fate ?', Luè rispose semplicemente: 'Signor Presidente, mi scusi: quello bisogna che sia un pazzo'. Lo stesso Pubblico Ministero disse: 'Signori del tribunale, siamo davanti al caso di uno di quegli uomini - ve ne sono in ogni parte del mondo -che non transigono a qualunque costo e vivono in un loro mondo spirituale. Quindi la nostra Legge è impotente contro la loro Legge, quindi per Luè ci vuole la massima indulgenza." E. Marcucci (da Memorie)
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