Lecce: nasce la "Cittadella antirazzista"?

25 agosto 2005
Mario Fiorella, Luigi Santoro, Luigi Calò, Stefano Mencherini, don Angelo Cassano, Silverio Tomeo

Oltre 100 firme sono state raccolte in un paio di settimane dall’avvio della petizione che chiede di riconvertire i luoghi di finta accoglienza agli immigrati (“Regina pacis” e “Lorizzonte”) con luoghi di studio e pratica partecipativa e antirazzista.

Il sindaco di Melendugno avv. Felline ha assicurato i promotori nei giorni scorsi di avviare quanto prima la richiesta alla Curia di Lecce per la restituzione dell’area e degli edifici dove sorgeva il Cpt della Fondazione “Regina pacis”, chiuso ormai da mesi.

Al presidente della Provincia di Lecce Giovanni Pellegrino, è stata consegnata dall’assessore provinciale Luigi Calò la petizione e sarà presentato nei prossimi giorni il progetto di riqualificazione di area e edifici di proprietà della stessa provincia di Lecce, dove sorgeva il centro denominato “Lorizzonte”.

Al segretario provinciale dei Ds Sergio Blasi è stato chiesto ieri un appoggio in Giunta provinciale, quando dal gruppo di Rifondazione, come assicurato nei giorni scorsi dal consigliere provinciale Donato Margarito, verrà presentato ai primi di settembre un ordine del giorno con la richiesta di impegno e di assegnazione da parte della Provincia sulla masseria “La Badessa” di Squinzano, dove operava il Ctm di Lecce, alle associazioni locali e nazionali che fanno già parte del progetto (PeaceLink, Stammi –Università di Lecce- Fnsi, Arci, ecc.).

Alle altre forze politiche va il nostro appello a sottoscrivere non solo la petizione, ma un impegno vero teso a favorire, da parte di chi realmente senza interessi economici o di clientela politica, opera per far crescere una nuova cultura della solidarietà, della partecipazione civica e dell’antirazzismo. Sostenendo ovviamente la nascita di questa “Cittadella antirazzista” in quel di Squinzano.

Il Comitato promotore
Mario Fiorella, Luigi Santoro, Luigi Calò, Stefano Mencherini, don Angelo Cassano, Silverio Tomeo



"Regina pacis e Lorizzonte", guardiamo al futuro

Risulta evidente come una distorta visione della solidarietà - tra pietismo e incapacità gestionale improvvisata - abbia di fatto proiettato un'immagine distorta dell'effettivo fenomeno dell'accoglienza nel Salento. Le indagini sui due centri, gestiti in modo personalistico e senza confronto con la società civile (che però con le tasse versate ha di fatto finanziato le rette delle due strutture), conferma che il "modello salento" è stato così come lo avevamo denunciato fin dall'inizio (anche dal di dentro delle strutture che lo gestivano) un salto nel vuoto col solo miraggio dell'apparire quotidianamente in prima pagina come benefattore dell'umanità diseredata....nel caso della curia con una visione della carità cristina ridotta a proprio uso e consumo (con tanto di abuso e ipocrisia), nel caso de Lorizzonte con una incapacità gestionale frutto di improvvisazione e qualunquismo umanitarista (con l'improvviso ascolto del "canto delle sirene" che hanno speculato sull'incoscenza dei presidenti, col coinvolgimento di gente incapace e per nulla sensibile alle problematiche dell'immigrazione, col circondarsi di tirapiedi ossequiosi che appena hanno visto "il re nudo" gli si sono rivoltati contro...).
E' ora che le due strutture ritornino a essere centri d'interesse e confronto aperto al servizio reale delle persone tutte del Salento e del Mediterraneo (di quelle che ci vivono come di quelle che ci arrivano, di passaggio o per fermarsi). Aderisco con convinzione all'appello poichè quanto finora realizzato in quei centri non ha niente a che fare con l'esperienza cristiana dell'accoglienza (si legga il testo: Le prime comunità cristiane e lo straniero. Per superare le barriere, Ed. EMI, 2004) nè tantomeno con la professionalità e la deontologia etica delle Ong di Cooperazione e Solidarietà Internazionale.

Carlo Mileti
Presidente Coop. Commercio Equo e Solidale, Lecce

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