Irene Bignardi censura e Locarno fa finta di nulla

5 agosto 2005
Stefano Mencherini


Cinema: Mencherini rinnova protesta per mancata partecipazione a Locarno
Il regista, a cosa serve Festival se non dà visibilità a lavori censurati?
Roma, 4 ago. (Adnkronos)

- Stefano Mencherini, giornalista indipendente e regista Rai, in una nota rinnova la sua protesta per la mancata partecipazione al Festival di Locarno del suo “Mare Nostrum”, il film-inchiesta del 2003 sulle politiche dell’immigrazione in Italia, che dimostra “la disumanità della cosiddetta legge Bossi-Fini-Mantovano”, spiega il regista.

“A cosa servono i Festival come quello di Locarno se non si da visibilità a lavori censurati da tutte le televisioni, italiane, nel mio caso?”, si chiede Mencherini, aggiungendo: “Non basta un libro,allegato a suo tempo con altra documentazione, che raccoglie tutta la rassegna stampa nazionale e internazionale raccolta in oltre due anni di censure?”.

(Frc/Pe/Adnkronos)


From: Stefano Mencherini
To: Irene Bignardi
Sent: Thursday, August 04, 2005 10:58 AM
Subject: Comunicato Bignardi, Locarno e Mare nostrum

nota di stefano mencherini, giornalista indipendente e regista rai

"A cosa servono i festival come quello di Locarno se non si da visibilità a lavori censurati da tutte le televisioni (italiane, nel mio caso), documenti che hanno contribuito con la propria denuncia a fare aprire inchieste giudiziarie che hanno portato in carcere e visto poi condannato in primo grado -per esempio- il direttore del Centro di permanenza temporanea Fondazione Regina Pacis di Lecce per sevizie e altri gravi reati? Che senso ha Locarno se non da voce e luce all'unico documento filmato che dimostra l'illegalità (come già denunciato anche dal presidente della regione Puglia Nichi Vendola) e la disumanità della cosiddetta legge Bossi-Fini-Mantovano?
Irene Bignardi si è quasi scusata per la mancata selezione di Mare Nostrum a suo dire al vaglio di una "sottocommissione giudicante" che se fosse stata avvertita da lei, sempre a suo dire, "sarebbe stata più attenta". Significa che bisogna raccomandarsi ai direttori per vedere un lavoro in concorso? Non basta un libro (allegato a suo tempo con altra documentazione) che raccoglie tutta la rassegna stampa nazionale e internazionale raccolta in oltre due anni di censure? All'Europa non interessano le gravissime lesioni di diritti umani e civili che si rinnovano in Italia da quasi tre anni sulla pelle degli immigrati? Non bastano gli scioperi della fame ancora in atto che chiedono alla mia azienda, la Rai, di mandarlo in onda e le proteste che chiedono anche al Presidente Ciampi un incontro urgente?
Ma non di questo voglio dire oltre. Piuttosto della "incapacità" successiva della Bignardi di trovare una collocazione ovviamente fuori concorso per dare visibilità al film-verità e alle denunce contenute. Questo non fa onore alla direttrice che lascia quest'anno il festival di Locarno con una saluto particolare da parte mia e di chi sta lottando per far vedere al mondo le vergogne italiane. Bignardi, anche tu sei da oggi tra i censori preventivi di Mare nostrum. Con i più cari saluti e la speranza di un ravvedimento futuro. Almeno come giornalista".



From: Irene Bignardi
To: Stefano Mencherini
Sent: Friday, August 05, 2005 10:35 AM
Subject: Fw: Comunicato Bignardi, Locarno e Mare nostrum

Caro Mencherini,

vedo che lei ama prendere la cortesia per dabbenagine, e usa le informazioni che le vengono date deformandole. Quella che lei chiama con disprezzo "subcommissione" è una sezione della nostra commissione programmi che vede una fetta dei film sottoposti al festival e li preseleziona per il direttore e che, per la sua raison d'etre, deve "selezionare", mettendo da parte, a volte, anche cose importanti a favore di altre cose importanti. Può succedere che in questo processo di a selezione si perda qualcosa, ma questo non vuol dire che il festival abbia meno ragioni di esistere o sia popolato di persone indifferenti ai problemi che lei tratta. Quanto al suo film , al di là dei suoi meriti che nessuno nega, è vecchio di due anni ( lo scrive lei), cosa che lo rendeva quiindi non "eligible". Quanto alla mia "incapacità "di collocare il suo film, è dovuta, come lei può capire se fa un piccolo sforzo, a un programma già definito e pieno. Caro Mencherini, io non sono tra i censori. Lei, in compenso, sbaglia a rivolgere la sua aggressività verso chi altrimenti le sarebbe vicino. Irene Bignardi.

Note: Irene Bignardi non ricorda che due anni fa la chiamai all'ultimo momento sempre per Locarno (avevo da poco chiuso "Mare Nostrum"). Anche in quel caso (e del film-inchiesta avevano già scritto quasi tutti tra i più grandi quotidiani italiani) le chiesi una corsia d'emergenza per le stesse ragioni di due anni dopo: la censura preventiva di tutte le tivù. Ma anche in quel caso ebbi solo scuse, arrampicamenti sugli specchi e così via.

Ma sapete la motivazione della "sezione commissione programmi" che ha visionato il mio lavoro sempre a detta della direttrice di Locarno? Più o meno questa: è un lavoro troppo italiano, parla di una legge solo italiana... E poi la storia del film che è troppo vecchio! Davvero un cammeo: io pensavo che la censura lo facesse invecchiare bene un lavoro, invece no, per la Bignardi lo fa scadere.
Ci sarebbe da sobbalzare sulla sedia, solo se in questo Paese la critica e gli "addetti ai lavori" svolgessero minimamente il proprio compito. Ma le cose stanno diversamente, e purtroppo non solo nei grandi festival: in Italia e anche in Europa, che agli immigrati schiaccino i diritti umani e civili come arachidi, non importa proprio a nessuno. Buon festival. Per ciò che mi riguarda cercherò insieme a ong antirazziste e liberi cittadini di salire a Locarno e di proiettare "clandestinamente", prima della fine dell'edizione di quest'anno, il mio e altri lavori che non trovano spazi per la portata delle denunce che contengono.
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