Prime pagine per l'arresto del "prete degli immigrati".

Silenzio e censura per la condanna.
23 luglio 2005
Stefano Mencherini (giornalista indipendente e regista Rai)
Fonte: ANSA, 23 luglio 2005

Ci sarebbe da essere sconcertati se vivessimo in un paese normale, dove l'informazione gioca il ruolo che le spetta, dove i telegiornali del servizio pubblico, almeno quelli, informano la popolazione di quello che accade, dove editori, direttori, e giornalisti possono svolgere con trasparenza e puntualita' il proprio diritto-dovere di comunicatori. Invece il nostro, da qualche anno, e' un paese dove un nuovo Minculpop gestisce televisioni, giornali, case editrici, distribuzioni cinematografiche e quant' altro; e dove alcune lobby, anche legate ad area di cosiddetto centrosinistra, si comportano come i loro oppositori politici ed agitano le proprie forbicette come machete, censurano preventivamente argomenti per loro non politicamente corretti, e omettono, quotidianamente, una buona parte di notizie, anche di gravi accadimenti relativi al nostro paese e ad altre nazioni.

Non mi stupisco quindi piu' di tanto se sui giornali di oggi o nei telegiornali, della seconda condanna inflitta a don Cesare Lodeserto (segretario particolare dell'Arcivescovo di Lecce che è anche presidente della Conferenza Episcopale di Puglia, monsignor Cosmo Francesco Ruppi) reo in primo grado di aver torturato ed usato gravi violenze e abusato della propria autorita', 17 cittadini magrebini che erano internati nel suo centro di permanenza temporanea detto Fondazione Regina Pacis di Lecce. La cosa e' molto grave, e certo non potranno non esserne informate tutte quelle organizzazioni internazionali, a partire da Ifg che si occupano di liberta' di stampa e censure nel mondo.

Per finire ricordo a chi lo vorra' che il mio film inchiesta Mare Nostrum aveva gia' denunciato due anni e mezzo fa quello che oggi la magistratura leccese in primo grado ha confermato. Tra censure preventive e omissioni di ogni genere il film inchiesta vola alto non solo nel mare virtuale di internet ma anche attraverso le decine e decine (ormai centinaia) di proiezioni pubbliche che si stanno facendo non solo in Italia. Stesera, Il film-verità viene proiettato in una serata in memoria di Raffaele Ciriello (il fotoreporter di origine pugliese ucciso a Ramallah da un tank israeliano nel 2002), la serata è all'interno del Lucania film festival con l'organizzazione di Reporter associati.

A meta' settembre poi Mare Nostrum sara' allegato ad un grande settimanale italiano. E nel frattempo continua lo sciopero della fame a staffetta di 24 ore, e ad oltranza, che chiede alla mia azienda, la Rai, di mandarlo in onda, di permettere agli italiani di documentarsi sulle illegalita' e sulla disumanita' delle Guantanamo italiane e della cosiddetta legge Bossi-Fini-Mantovano. La protesta auspica anche un incontro ormai urgente con il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

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