Inutile visita degli europarlamentari a Lampedusa: il ministero degli Interni occulta...

16 settembre 2005

Inutile visita di un gruppo di parlamentari a Lampedusa. Il ministero dell'Interno fa piazza pulita e pone persino a una delegazione dell'europarlamento in visita nel Cpt di Lampedusa problemi di privacy per gli incartamenti che riguardano le espulsioni-deportazioni.
Da una nota dell'agenzia Ansa del 15 settembre:
"La delegazione di 12 eurodeputati, guidati dal vicepresidente della Commissione liberta' civili Stefano Zappala' (Forza Italia)ha incontrato a Lampedusa il prefetto di Agrigento, il questore, il sindaco dell'isola e il sottosegretario agli Interni Giampiero D'Alia.
Nel centro di accoglienza per ora sono ospitati 11 immigrati clandestini. Per l'eurodeputato Giusto Catania (Prc) "questo e' uno scandalo".
"Ogni volta -aggiunge- che veniamo in visita ufficiale il Cpt viene svuotato: quello di oggi e' il record negativo. Mai, neanche d'inverno, vi sono solo 11 immigrati. Il governo e' reticente sui decreti di espulsione che riguardano rinvii in Libia, sulle convenzioni con l'Associazione la "Misericordia" e con gli alberghi che ospitano le forze dell'ordine".
"Non capisco -prosegue- perche' gli immigrati non siano forniti di assistenza legale e non vedano il giudice di pace entro le 48 ore. E poi come mai la maggior parte di clandestini e' identificata come proveniente dall'Egitto? E guardacaso tutti gli egiziani finiscono in Libia".

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Da " l' Unità " del 16.09.2005
Lampedusa, Cpt ripulito per l'ispezione dei parlamentari: solo 11 immigrati
di Valentina Petrini

Cpt di Lampedusa

Lampedusa svuotata. Nel centro di prima accoglienza (cpa) per immigrati, gestito dalla cooperativa Misericordia, giovedì c'erano solo 11 stranieri. Un record di presenze nella storia di questa struttura, da sempre passata alla cronaca come una delle più sovraffollate tra quelle italiane (anche 900, 1000 stranieri nel mese di agosto). La delegazione dei 12 europarlamentari che ieri è atterrata sull'isola proprio per verificare le accuse di violazione di diritti umani, mosse allo stato italiano da molte organizzazioni internazionali e politiche, si è trovata di fronte ad un'immagine spettrale.

Camerate vuote, ambienti pulitissimi, elenchi nuovissimi in 4 lingue sui diritti dei migranti appesi ai muri. «Da italiano mi sento indignato e preso in giro - ha dichiarato il parlamentare europeo dei Ds, Claudio Fava - come se noi non sapessimo e non avessimo avuto modo di verificare già in passato le condizioni di sovraffollamento di questo centro». Ieri l'obiettivo della Commissione europea, «Giustizia, sicurezza e libertà», guidata dal forzista Raffaele Zappala, era, in particolare, quello di raccogliere materiale più dettagliato sulla vicenda delle deportazioni dei migranti verso la Libia e sul contenuto degli accordi «informali» stipulati tra questo paese e l'Italia nel 2003. L'inutilità dell'ispezione è stata chiara sin dal mattino. Da quando il funzionario di Polizia Vincenzo Delicato, ha annunciato: «Ci dispiace ma non disponiamo dei registri dei trasferimenti». Immediata la reazione della delegazione: «È una farsa - ha dichiarato l'olandese Kateline Buitenweg (Verdi) - mi sento presa in giro, cosa siamo venuti a fare». «Prendiamo atto che il governo ha qualcosa da nascondere» ha detto Giusto Catania (Rifondazione).

Il nodo centrale della questione è questo: ogni provvedimento di espulsione, prima di essere eseguito deve ottenere la convalida di un giudice. L'esperienza della Cap Anamur, e la cronaca degli ultimi due anni, induce ad una domanda: come si può ottenere una convalida da un magistrato in sole 24 ore? È questo il tempo che di solito passa dal momento dello sbarco a quello dell'espulsione. L'Arci e Medici Senza frontiere, dal mese di giugno a Lampedusa con un presidio democratico permanente, ieri hanno fornito dati in controtendenza a quanto sostenuto dalle nostre autorità: «Ci sono almeno 200 persone, in gran parte egiziani, palestinesi e iracheni, che nel corso dell'estate sono state portate in Libia con voli militari - ha denunciato Filippo Miraglia, responsabile nazionale immigrazione dell'Arci - Noi siamo qui da 3 mesi e abbiamo elaborato un dossier che renderemo pubblico a breve, in cui ci sono le date e il numero di immigrati per volo, rimpatri che abbiamo visto con i nostri occhi. Chiediamo di sapere che fine hanno fatto questi immigrati, qual era la loro identità e nazionalità di appartenenza».

Mhagdi Mohammed è uno degli 11 ancora presenti nel Cpa di Lampedusa. I parlamentari cercano di parlare con lui. «Come stai?». «Sono libero», risponde. «È chiaro ed evidente che non ci sono le condizioni per raccogliere materiale veritiero - conclude Fava - me ne vado di qui ancora più convinto dell'esistenza di molte anomalie». «Per favore smettetela di fare i guerrafondai - commenta il leghista Mario Borghezio - questo è un hotel a cinque stelle, anch'io ci dormirei».

Il bilancio della giornata è praticamente nullo: a nessuna delle domande centrali poste dalla delegazione è stata data una risposta esauriente. Esiste una banca dati nazionale di tutti coloro che sono transitati in Italia nei Cpt? «Non siamo autorizzati a rispondere». Esiste una copia degli accordi tra l'Italia e la Libia? «Possiamo dirvi il contenuto a voce, ma se mi chiedete una copia, non ce l'abbiamo».

A fine ispezione l'ultima sorpresa. Nell'unica camerata in cui dormono gli 11 migranti, convivono presunti scafisti e il loro unico accusatore. La notizia allarma la delegazione. «Non temi ritorsioni?». La sua risposta: «Lui non sa che sono io ad accusarlo».

da " Liberazione "
Arriva l'ispezione, il Cpt è vuoto. Lindo e pinto

E' la "sorpresa" riservata agli europarlamentari in visita ieri al centro di Lampedusa. Camerate passate a lucido, coperte pulite, lavandini bianchi
Laura Eduati
Lampedusa nostra inviata
Lindo come una colonia estiva. E vuoto come una scuola d'estate. Così hanno trovato il Ctp di Lampedusa gli europarlamentari in visita ieri dopo che Strasburgo, l'aprile scorso, aveva sollecitato delle verifiche sulle condizioni del centro e sui rimpatri forzati verso la Libia, sospettando una violazione dei diritti umani. Fino ai primi giorni di settembre lì dentro erano ammassati almeno settecento stranieri arrivati coi barconi. E intercettati. Ma della bolgia infernale la delegazione non ha visto nulla. Camerate passate a lucido, coperte pulite, lavandini bianchi. «Chiaramente una farsa», è stato il commento della maggior parte dei visitatori, guidati come una scolaresca in gita dai responsabili del centro, appartenenti alla discussa confraternita della Misericordia - accusata di gestire malamente il Ctp -, dal prefetto di Agrigento, il questore, il sindaco di Lampedusa e dal sottosegretario agli Interni Giampiero D'Alia.
Cortile spazzato, mensa in ordine, addirittura una televisione accesa e qualche dvd sparso sul tavolo. L'organizzatore della visita, il vicepresidente della Commissione Libertà civili, Stefano Zappalà (Fi), il leghista Borghezio e La Russa (il fratello), si dichiarano soddisfatti e ringraziano gli agenti per il lavoro svolto. «E' giusto che ci siano i Cpt, servono a identificare i buoni da quelli cattivi», sottolinea Borghezio. Giusto Catania (Prc) e Claudio Fava (Ds) hanno chiesto di vedere i decreti di espulsione. «Non li teniamo qui», è stata la risposta, «li trovate alla questura di Agrigento». Eppure il Cpt dovrebbe tenerne una copia. In escandescenze anche i delegati verdi olandesi: «Un'aperta violazione dei diritti umani. E poi ci stanno prendendo in giro: si vede benissimo che le fotocopie affisse al muro con gli avvisi in tutte le lingue sono state messe da pochissimo, il nastro adesivo no aderisce nemmeno al muro». Gli agenti hanno spiegato che al loro arrivo gli stranieri vengono identificati, poi si procede a colloqui individuali, dove spesso vengono formulate delle richieste di asilo politico. Uno dei migranti nel centro però, fa crollare il castello di carte: «Non ho mai visto un avvocato, sono qui da settimane ma non so quale sarà il mio destino». Poi la sorpresa: sono tutti parte di un processo che si svolgerà al tribunale di Agrigento. Alcuni come imputati, perché sono scafisti, altri come testimoni. Accusati e accusatori vivono nella stessa stanza. «E' chiaro che lo stato italiano confonde la carcerazione preventiva con la detenzione amministrativa», commenta Giusto Catania. Che, dice, non ha trovato una risposta soddisfacente al mancato invio di un giudice di pace entro 48 ore dalla detenzione e ai rimpatri in Libia. Al giro ha partecipato anche Claudio Baglioni, che però si lamenta «mi hanno trattato come una mascotte». Il cantante ha organizzato un grosso concerto a Lampedusa per sensibilizzare sull'immigrazione. Ma il sindaco Bruno Siragusa (Fi) e il governo hanno altri progetti: costruire un secondo Cpt sull'isola. D'altronde per ogni migrante lo stato paga 85 euro al giorno. Un rimborso che fa gola a molti.

Da " il Manifesto "

Cpt, ispezione beffa per gli europarlamentari
Lampedusa, la delegazione Ue trova il centro semivuoto. «Lo hanno svuotato e lustrato come una sala da ballo»
PATRIZIA ABBATE
PALERMO
Il centro di permanenza temporanea perennemente sovraffollato per un giorno era vuoto, o quasi. E a Lampedusa, ieri, la visita di una delegazione di europarlamentari al famigerato Cpt si è trasformata in beffa. «Una farsa», l'ha definita Giusto Catania di Rifondazione. «Un malinconico teatrino», ha aggiunto il diessino Claudio Fava, che con Catania, Borghezio della Lega e altri nove deputati di varie nazionalità era nell'isola siciliana, prima tappa del giro di «verifiche informative» che il Parlamento intende effettuare nei principali centri europei per immigrati illegali, dopo il richiamo di Strasburgo. Invece, «anzichè verificare come funziona un cpt italiano, abbiamo visto come funziona un carcere preventivo», afferma Catania. E spiega: «Nel centro di Lampedusa ieri mattina c'erano solo 11 immigrati, tutti legati a procedimenti giudiziari o perché indagati per qualche reato o addirittura perché testimoni di reato: il governo italiano dunque ritiene che il carcere e il cpt siano la stessa cosa, ossia la pensa esattamente come noi». Ma non è solo questa la denuncia degli europarlamentari all'uscita dal sopralluogo beffa. C'erano altre verifiche da fare, e le risposte sono state inquietanti. «Non siamo riusciti a comprendere cosa succede con le espulsioni: il governo italiano continua a non mostrarci i decreti, mentre pare che a Lampedusa arrivino solo egiziani - dice Catania - Forse perchè solo così possono scattare le deportazioni in Libia». E a proposito di Libia, «ieri finalmente il governo ha confermato, per bocca di un funzionario del ministero degli Interni, che l'Italia sta costruendo lì centri di permanenza temporanea», aggiunge l'eruodeputato di Rifondazione.

A Lampedusa ieri c'era anche il sottosegretario agli Interni Giampiero D'Alia, che ha respinto ovviamente le accuse, confermando che il centro verrà trasferito a breve e negando che ci fosse stato un «maquillage» preventivo per nascondere le condizioni di degrado in cui si vive lì normalmente. «Lo hanno svuotato, ripulito e lustrato come una sala da ballo - ribadisce Fava - In compenso abbiamo avuto la conferma dai funzionari del governo che l'Italia insiste nell'espulsione di centinaia di extracomunitari verso la Libia, in campi profughi in cui nessuno ha mai potuto mettere piede per verificare l'effettivo grado di tutela dei diritti fondamentali delle persone custodite».

Alla delegazione è stato anche consegnato il dossier dell'Arci, che da agosto al 13 settembre ha contato ben 1801 arrivi di migranti a Lampedusa. Al fianco degli eurodeputati ieri c'era anche Claudio Baglioni, che a Lampedusa ha una casa e dal 23 al 25 con altri artisti (da Geldof ad Antonacci e Venditti) darà vita a una rassegna musicale in favore degli immigrati.

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