Censura continua a Malo, dal Giornale di Vicenza

11 settembre 2005
Diego Reghellin
Fonte: Il Giornale di Vicenza

Il GIORNALE DI VICENZA 11 settembre 2005

Malo. Il regista Mencherini: «I patti non sono stati rispettati»

Non si placano le polemiche sul film dell’immigrazione

di Diego Reghellin

«Quando una promessa non viene mantenuta si trasforma in menzogna». Stefano Mencherini torna a farsi sentire a tre mesi dal caso creatosi attorno alla mancata proiezione di “Mare Nostrum”. Per l’autore la pellicola è «una denuncia contro l’assurdità delle politiche d’immigrazione italiane degli ultimi 10 anni». A metà giugno il regista e giornalista, che lavora per Rai e varie testate, gridò alla censura quando l’associazione Mosaico tolse il film dal programma di “Il paese dei colori”, una due giorni maladense sul tema dell’integrazione sociale.

Mencherini puntò il dito contro la giunta maladense, che però negò interventi di censura; anche Enio Sartori, dell’associazione Mosaico, spiegò che la scelta era stata presa in piena autonomia.

«Creeremo una situazione ad hoc più avanti e allora - dichiarò in quei giorni Alberto Ferrigato, assessore alla cultura - i maladensi potranno vedere il film».

Per Mencherini ora è arrivato il momento di mantenere la promessa: «Questo mio lavoro - sostiene il regista - sta ricevendo una censura molto forte, non riesco a farlo passare in tv. Non piace né a destra, né a quella sinistra che, avendo governato, è anch’essa responsabile delle politiche italiane verso l’immigrazione».

Ferrigato risponde così: «Il settembre maladense è già pieno di impegni, ora sto programmando i mesi a venire, fino alla prossima primavera. E sto cercando la giusta collocazione per il film di Mencherini, non ho dimenticato la mia promessa. In ogni caso può mettersi direttamente in contatto con noi, la via naturale per trovare un accordo».

Una parte di “Mare Nostrum” si concentra sulle vicende e sulle polemiche legate al Cpt di San Foca in provincia di Lecce. Don Cesare Lodeserto, direttore della struttura nonché segretario particolare dell’Arcivescovo, lo scorso luglio è stato condannato in primo grado a 1 anno e 4 mesi per lesioni personali, abuso dei mezzi di correzione, omissione d’intervento per impedire i maltrattamenti e falso. Il processo ha visto condannati in primo grado anche due medici, il nipote del sacerdote e 7 carabinieri.

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